IL RENZI CHE SI PRESENTA A “OTTOEMEZZO” HA SEMPRE PIÙ L’ARIA DI QUELLO CHE ASPETTA AL VARCO LETTA - ANCORA UNA VOLTA È STATO ABILISSIMO A PRESENTARSI COME QUALCOSA DI TOTALMENTE ALTRO. HA ANCHE PARLATO DI “SIGNORI DI ROMA”. MANCO FOSSE LA REINCARNAZIONE DI BOSSI DA GIOVANE
DAGOREPORT
Il rimpasto? No, a lui non piace e neppure gli serve: "Se si vuole cambiare dei ministri o dei sottosegretari, può farlo benissimo il presidente del Consiglio". E la Google-tax? "La proposta che girava da noi era una barzelletta e l'Italia sarebbe andata sicuramente sotto infrazione comunitaria, ma adesso c'è il semestre italiano, sotto la presidenza di Letta" e la tassazione dei profitti dei giganti del web potrebbe essere un impegno di Roma.
Il Matteo Renzi che si presenta a "Ottoemezzo" su La7 sta attento a non scalciare troppo il governo, ma ha sempre più l'aria di quello che aspetta al varco Enrico Letta. E la boutade sulla Google tax da portare a casa in Europa sembra quasi una provocazione, come non gli bastasse aggravare di compiti domestici l'esecutivo di Mezze intese.
Renzi si presenta in collegamento da Palazzo Vecchio senza più i nei e con la faccia lucidata "testa di moro". Lilly lo accoglie così: "Per lei sarà sicuramente un anno difficile, più difficile di quello passato". Lui, in giacca e cravatta viola, strabuzza un po' gli occhi per il simpatico benvenuto. Poi per fortuna parte la pubblicità .
Al primo scambio, dedicato alla legge elettorale, il segretario del Pd parte con un "No, no andiamo con ordine... ". Un vero scontro tra maestrine, quello tra lui e la Gruber. In sostanza, al sindaco di Firenze preme dire che è aperto alla discussione, che ha messo sul tavolo tre proposte non blindate, ma che neppure da Berlusconi, con il quale l'accordo non sembra lontano, accetterà dei diktat.
Quanto ad Alfano, ostenta un minimo di ottimismo: "Alfano ha dato disponibilità sulla legge per i sindaci, può andare bene. Vediamo alla fine quali sono i numeri". E se a febbraio non dovesse esserci alcun accordo? Renzie respinge la domanda e se la cava così: "Io mi aggrappo alla speranza con tutto il cuore".
Dopo di che, il segretario elenca ancora una volta le altre priorità : taglio dei costi della politica e riforma del lavoro, anche se preferisce chiamarla "job act" per motivi scaramantici.
Sul rimpasto, Renzi rimanda la palla nel campo del premier: "Io non ce lo con il presidente Letta. Se il presidente del Consiglio vuole fare dei cambiamenti di ministri li faccia benissimo. Ma io non faccio una trattativa vecchio stile dicendo che devo prendere un tot di ministri e un tot di viceministri".
Lillybotox lo incalza: "Dice così perché non vuole compromettersi con il governo?". "No, ma è che mi occupo di altro. Per esempio, se il ministero dell'Economia richiede indietro 15 euro agli insegnanti io mi arrabbio perché mica siamo su Scherzi a parte".
Pentito della battuta su "Fassina chi?". Manco per niente. Renzie tira dritto: "Tutti voi sapete perfettamente che ha fatto un gesto politico, aveva già annunciato le dimissioni, la battuta era un pretesto. Il viceministro all'Economia non si dimette per una battuta. Non siamo all'asilo. Anch'io ho preso battute da Fassina...Se c'è un problema come quello dei 150 euro agli insegnanti, allora uno si dimette".
L'ultima domanda è per il suo futuro personale. Davvero si ricandida a sindaco di Firenze? Lui dice di sì: "Lo ripeto: mi ricandido a sindaco. Così non dicono che sotto sotto voglio fare le scarpe a Letta. Vogliamo un governo che risolva i problemi degli italiani. Lo faremo anche con un segretario che non è un parlamentare, ma un sindaco che sta in mezzo alla gente più dei dirigenti romani. Comunque non credo che si voterà prima del gennaio 2015".
A parte le piccole sfide a Letta, ancora una volta Renzi è stato abilissimo a presentarsi come qualcosa di totalmente altro. A un certo punto ha anche parlato di "signori di Roma". Manco fosse la reincarnazione di Bossi da giovane.
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