di battista

"DI BATTISTA, IL PEGGIOR INCUBO DI SALVINI E DI MAIO STA TORNANDO" – FABRIZIO RONCONE: "ANCORA UN MESE E MEZZO E DOPO UNA VACANZONA IN SUD AMERICA DI 6 MESI 'DIBBA' SARA’ DI NUOVO IN ITALIA. PER SALVINI E LUIGINO UN AVVERSARIO ASSAI TEMIBILE: ECCO PERCHE’ – CASALINO: "NON HO LA MINIMA IDEA DI CHI GLI CURI LA NARRAZIONE DEL VIAGGIO: SO SOLO CHE STA CRESCENDO IL FIGLIO NELLA GIUNGLA" - VIDEO

Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera

 

È il peggior incubo di Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

E l' incubo sta tornando.

Glielo ricorda ogni giorno.

di battista

Anche ieri. Dal Nicaragua. Su Instagram.

 

Alessandro Di Battista seduto sul bagagliaio di un pittoresco bus giallo e verde (che coincidenza, eh?), con il figlio Andrea di un anno in braccio e la moglie Sahra che, probabilmente, scatta la foto. «Con un bus così ci vorrà ancora un mese e mezzo Comunque». Tra poco sarò di nuovo da voi.

Dopo una vacanzona in Sud America durata sei mesi. Fresco, riposato, carico a pallettoni.

 

 

Per Salvini, un avversario assai temibile sul terreno del populismo, un grillino gruppettaro capace di rivolgersi alla pancia più movimentista del movimento, sfrontato (qualche settimana fa, collegato via satellite con Otto e mezzo , disse a Lilli Gruber: «Io non devo difendere il governo per forza se la Lega da' retta a quello come si chiama? Ah, sì, Giorgetti, beh»), a volte avventato ( Il Foglio lo definì «mitomane a 5 stelle», il New York Times lo inserì nell' elenco dei politici «ballisti»), però abilissimo a non candidarsi, a mettersi nella parte di quello che va a studiare il mondo degli ultimi e restare, così, fermo un giro.

ALESSANDRO DI BATTISTA IN GUATEMALA

 

Ecco, appunto: Di Maio i suoi due giri li ha invece esauriti (il che, tra l' altro, come ricordava ieri Francesco Verderami sul Corriere , gli impedisce di minacciare alla Lega un ritorno alle urne). Certo, potrebbero sempre inventarsi qualche codicillo per stravolgere il famoso regolamento del M5S, che prevede al massimo due passaggi in Parlamento: ma Di Battista è uno duro e puro. E non accetterebbe.

Sa che i militanti lo adorano.

 

 

Letteralmente. Per dire: mercoledì scorso si esibisce in una diretta su Facebook dalla cittadina di Léon. Solito quadretto: lui, moglie e figlio. Lancia un paio di pesanti avvertimenti a chi - cioè Di Maio - in quelle ore sta faticosamente trattando con la Lega sulla «prescrizione» e poi spiega di aver imparato molto sulla raccolta del mais. Seguono sorrisi da romano piacione (ha un solido passato da animatore nei villaggi turistici), la moglie abbronzata sospira fingendosi un po' stanca, il bambino, rassegnato, divora un biscotto.

Il post, nel volgere di pochi minuti, ottiene: 222 mila visualizzazioni, 2.764 condivisioni, 9.615 commenti.

Numeri da Bono, Totti, Papa Francesco.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA IN COLLEGAMENTO DAL GUATEMALA CON LILLI GRUBER

In effetti, al Circo Massimo, al festone grillino di un mese fa, molti si avvicinavano alla sua gigantografia, toccandola come fosse un' immagine sacra. Il padre Vittorio - «Preferirei essere chiamato camerata Vittorio» - annunciò tra grida di evviva: «Ale ha fatto il biglietto aereo di ritorno: parte da Città del Guatemala il prossimo 24 dicembre. Sì, esatto: come un nuovo Messia». Lui si collegò poco dopo da «un luogo imprecisato» del Sud America (tipo Subcomandante Marcos, rinunciando però al passamontagna).

LILLI GRUBER ALESSANDRO DI BATTISTA

 

Il giochino di recitare nel ruolo del Che Guevara di piazza dei Giochi Delfici, collina Fleming, Roma, dove è cresciuto, e scendere dalla California fino in Guatemala, passando per il Chiapas, il Messico, il «caracol zapatista di Oventic», ad un certo punto del viaggio ha un po' stizzito alcuni ricercatori italiani che lavorano laggiù: così su Twitter e nel web ha cominciato a girare un hashtag - «DiBattistaFueraYa» - con cui i compagni ricercatori avvertivano le varie comunità zapatiste che «il tipo impegnato a fare il terzomondista è, in realtà, il leader di un partito che in Italia va a braccetto con i fascisti».

Un piccolo incidente.

La narrazione è continuata poderosa.

 

di battista

Lui, ogni tanto, pubblica lunghi reportage sul Fatto e su Loft , la piattaforma televisiva del quotidiano. Su Repubblica , Luca Bottura si è divertito a coglierne alcuni passaggi memorabili.

 

«Ogni giorno vengono a galla nuove ingiustizie, ma la speranza non muore mica».

«Sulla strada c' è un traffico infernale».

«Le donne cuociono le tortillas , mentre gli uomini spremono le arance e ti servono il succo semplice o rinforzato con un uovo crudo di gallina o di quaglia».

 

di battista

Appena può, Di Battista assicura che il figlio sta bene e si diverte. Annalisa Concione gli ha scritto su Instagram: «Mo' basta!!! Torna, sta casa aspetta a te». Lory Bellan, invece, la butta in politica: «Ho letto che potresti fare il sindaco di Roma, o che sostituirai Luigi Ma io non ci credo. Vogliono far credere che non c' è unità nel M5S». Dibba, prudentemente, non risponde. Interpellato, di solito Luigi Di Maio mette su un sorriso dei suoi: «Alessandro? Io l' aspetto con enorme affetto». Poi si volta e fa: «Sta ancora in Messico, sì?». Rocco Casalino, potente e tormentato capo della comunicazione grillina, controlla tutti, tranne lui, Dibba. L' hanno sentito dire, con fastidio: «Non ho la minima idea di chi gli curi la narrazione del viaggio: so solo che sta crescendo il figlio nella giungla».

 

La narrazione on the road è però francamente notevole.

Non una foto sbagliata. Non un video che non nasconda una metafora, un messaggio.

Tutto studiato.

di battista

Ecco, io sto attraversando il mondo di chi soffre, ecco i dimenticati, ecco il Sud del Capitalismo yankee con i suoi pullman sbilenchi, le strade polverose, le foreste abitate da chi resiste, le fattorie fangose e le stalle, i contadini che sono stati guerriglieri, ecco, guardate, io sono qui.

 

No, davvero: mediaticamente, un' operazione da accademia.

Poi però non resiste e allora, ogni tanto, sul telefonino di qualche amico arriva un selfie del Dibba con gli occhiali a specchio, un filo di barba, i capelli curati, steso su un lettino in una spiaggia magnifica, con gli ombrelloni da resort di lusso e un bel Negroni ghiacciato in mano (ma nel selfie il Negroni non si vede).

alessandro di battista in messicodi battistaalessandro di battista e sahra in viaggio 3alessandro di battista e sahra in viaggio 2ALESSANDRO DI BATTISTA E SAHRAle imperdibili cartoline di alessandro di battista dalla california 4le imperdibili cartoline di alessandro di battista dalla california 5fabrizio ronconedi battistaalessandro di battista e sahra in viaggio 4alessandro di battista e sahra in viaggio 5DI MAIO SALVINIalessandro di battista in messico

 

matteo salvini luigi di maio alessandro di battista e sahra in viaggio 1

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagirone philippe donnet andrea orcel unicredit generali

DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE IRRAGGIUNGIBILE NEL CAMPO DELLE ACQUISIZIONI E FUSIONI. L’AD DI UNICREDIT, CHE HA IN TASCA IL 5,2% DEL LEONE DI TRIESTE (UN ALTRO 5 SAREBBE NEL CASSETTO) ASPETTERÀ L’ULTIMO MINUTO PER DECIDERE CON CHI STARE, IN BASE A QUALI VANTAGGI OTTERREBBE UNICREDIT (BANCA GENERALI? BPM? MEDIOBANCA?) – ALTRO NODO: IL 4,82% DI BENETTON - IN CASO DI SCONFITTA DEL DUO FILOGOVERNATIVO CALTA-MILLERI SUL LEONE DI TRIESTE, DIPENDERÀ IL FUTURO DI MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS. POTREBBE ANCHE SUCCEDERE L’ARRIVO DI UN CAVALIERE BIANCO (BANCA INTESA? UNICREDIT?) CON UNA CONTRO OPA…

antonella antonia rosa costanzo - ex moglie di paolo berlusconi vittorio feltri

DAGOREPORT - ALLA VENERANDA ETÀ DI 81 ANNI, VITTORIO FELTRI ANCORA IGNORA CHE IL GALANTUOMO GODE E TACE. COME QUANDO HA SPIFFERATO IL MOTIVO DELLE SUE DIMISSIONI DALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE”: “ME LA FACEVO CON LA MOGLIE DELL’EDITORE”, ALIAS PAOLO BERLUSCONI - OVVIAMENTE LA REAZIONE DI ANTONELLA COSTANZO NON SI È FATTA ATTENDERE. E VITTORIONE HA PENOSAMENTE RINCULATO: “IL NOSTRO RAPPORTO ERA DI SIMPATIA E AMICIZIA” - DA PARTE SUA ANTONELLA COSTANZO CI TIENE A FAR SAPERE A DAGOSPIA LA SUA VERSIONE DEI FATTI… – VIDEO

milan gerry cardinale zlatan ibrahimovic marcella verini giorgio furlani pierdonato vercellone donato

DAGOREPORT – ALTA TENSIONE AL MILAN TRA IL SENIOR ADVISOR IBRAHIMOVIC E L’AD FURLANI. LA SOCIETA’ E’ SPACCATA IN DUE FAZIONI: DA UNA PARTE CARDINALE, IBRA E LA POTENTISSIMA COMUNICATRICE DI RED BIRD E ELLIOTT MARCELLA VERINI, DALL’ALTRA FURLANI E IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL CLUB PIERDONATO VERCELLONE. LE DUE ANIME SI RIMBALZANO LA RESPONSABILITA’ DEL MANCATO INGAGGIO IN ESTATE DI ANTONIO CONTE – FURLANI GODE DELLA FIDUCIA DI PAUL SINGER, CHE CON ELLIOTT È DI FATTO IL PADRONE OMBRA DEL MILAN. È PROBABILE CHE IN ESTATE QUALCUNO SALTERÀ, SE NON TUTTI…

maurizio gasparri simona agnes

FLASH! - MAI DIRE RAI: PER IL FORZISTA MAURIZIO GASPARRI, MEMBRO DELLA COMMISSIONE VIGILANZA, SIMONA AGNES NON ESISTE, FDI SE NE FOTTE E SONO INIZIATE LE PRESSIONI SU GIANNI LETTA PER CONVINCERE LA SUA PROTETTA, SIMONA AGNES, PLURI BOCCIATA PER LA PRESIDENZA DEL CDA RAI, A DIMETTERSI LIBERANDO COSI' UN POSTO A UN NOME CHE POSSA OTTENERE I VOTI ANCHE DELL'OPPOSIZIONE... – LA REPLICA DI GASPARRI A DAGOSPIA: “OVVIAMENTE LA NOTIZIA CHE AVETE PUBBLICATO SU ME E SULLA AGNES È L’ESATTO CONTRARIO DELLA VERITÀ”

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT - LA "SPECIAL RELATIONSHIP" DI GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP ERA SOLO NELLA TESTOLINA BIONDA DELLA DUCETTA: QUANDO SI TRATTA DI COLPIRE L'EUROPA, IL TYCOON NON FA DISTINZIONI (LE TARIFFE AL 25% COLPIRANNO ANCHE L'ITALIA, MENTRE IL REGNO UNITO SARÀ ESENTATO) E LA PRESUNTA AMICIZIA CON LA "MERAVIGLIOSA LEADER" ITALIANA VA A RAMENGO - L'HANNO CAPITO ANCHE A DESTRA: BASTA SBIRCIARE IL TITOLONE DI PRIMA PAGINA DEL "GIORNALE" DI OGGI ("TRUMP, I PRIMI DUBBI DELLA LEGA") E ASCOLTARE LE PAROLE DEL MINISTRO URSO (FRATELLI D'ITALIA): "L'AMERICA PUNTA A DIVIDERE GLI ALLEATI EUROPEI" - LA "THATCHER DELLA GARBATELLA" E' INSOFFERENTE PER L'ATTIVISMO DI MACRON E STARMER MA I DUE SONO LEADER DI PAESI "PESANTI", CON ARMI NUCLEARI - PRIMA O POI L'UNDERDOG DOVRÀ ACCORGERSI CHE BACIARE LA PANTOFOLA DI "KING TRUMP" NON È STATA UNA BUONA IDEA...