ECCO COSA SUCCEDE A FIDARSI DEGLI AUTOCRATI: SE NON OTTENGONO QUELLO CHE VOGLIONO, TI RICATTANO - IL PRESIDENTE TUNISINO KAIS SAIED, SCOTTATO PER NON AVER ANCORA RICEVUTO I 127 MILIONI DI EURO PROMESSI DALL’UE, RINVIA LA VISITA DELLA COMMISSIONE EUROPEA A TUNISI E COME SEGNALE SPEDISCE IL MINISTRO DEGLI ESTERI IN RUSSIA – VUOLE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE DROGATA: NON GRADISCE I POSSIBILI CONTROLLI ALLE FRONTIERE DEL SUO PAESE NÉ CHE VENGA VERIFICATA L'EFFETTIVA APPLICAZIONE DELL'ACCORDO CON BRUXELLES. IN PRATICA, DOVREMMO STACCARGLI UN ASSEGNO MILIONARIO IN BIANCO (CIAO CORE)
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”
Nabil Ammar con lavrov a mosca
A che gioco sta giocando Kaïs Saïed? Dopo l'ultimo colpo di scena del presidente tunisino, se lo stanno chiedendo molti addetti ai lavori a Bruxelles. Lunedì sera, al termine della riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, il leader del Paese nordafricano ha incaricato il ministero degli Esteri di comunicare alla Commissione europea l'annullamento della missione prevista per il fine settimana a Tunisi, fissata proprio per discutere dell'applicazione del Memorandum siglato con l'Unione europea. Rinviata «a data da destinarsi».
La decisione è stata presa poche ore dopo la riunione svoltasi a Bruxelles tra i rappresentanti degli Stati membri Ue, dedicata proprio al Memorandum con Tunisi, ma soprattutto poche ore prima del viaggio a Mosca del ministro degli Esteri e della Migrazione, Nabil Ammar.
Durante il quale il capo della diplomazia tunisina ha stretto un patto con il suo omologo Sergey Lavrov: Mosca aiuterà la Tunisia acquistando prodotti tessili e incrementando i flussi turistici verso il Paese mediterraneo, che in cambio importerà il grano russo. La tempistica dell'annuncio non è affatto passata inosservata.
Secondo quanto trapela da fonti che hanno diretta conoscenza del dossier, sarebbero due gli elementi che hanno provocato l'irritazione di Saïed e che lo avrebbero spinto ad annunciare la cancellazione dell'incontro previsto tra i funzionari europei e quelli tunisini.
Nabil Ammar con lavrov a mosca
In primo luogo non sono state ben accolte le parole del presidente francese Emmanuel Macron, che durante l'intervista televisiva di domenica sera aveva ventilato l'ipotesi di inviare «esperti europei» per aiutare la Tunisia a controllare le frontiere. Ma ad irritare il presidente tunisino sarebbero state anche le notizie arrivate da Bruxelles al termine della riunione tra i 27 rappresentanti permanenti degli Stati membri e la Commissione europea, convocata proprio per fare il punto sull'applicazione del Memorandum.
La decisione di tenere «riunioni regolari» sull'applicazione dell'accordo con Tunisi è stata percepita come una sorta di pressione da parte dei governi europei. Ma non solo: le indiscrezioni sulla volontà di «aiutare» la Tunisia a istituire una propria zona di ricerca e soccorso (Sar) hanno avuto un'eco significativa nel Paese, anche perché a luglio – in occasione della firma – era stato subito precisato che il Memorandum non prevede l'obbligo di istituire una zona Sar.
[…] Al di là degli sgambetti diplomatici del presidente, il segnale che più desta preoccupazione a Bruxelles è arrivato ieri da Mosca. Il ministro Ammar e il suo omologo Lavrov si sono incontrati e al termine del bilaterale hanno ribadito la «convergenza di opinioni» su diverse questioni internazionali come «la causa palestinese, il dossier Libia e il ritorno della Siria nella Lega araba». […]
Lavrov ha ricordato che la Tunisia è uno dei principali partner africani della Russia, con uno scambio commerciale che nei primi sei mesi del 2023 ha toccato quota 1,2 miliardi di dollari. E ha annunciato che Mosca aumenterà gli acquisti di prodotti tunisini, «in particolare agricoli e tessili», e incrementerà i flussi turistici verso il Paese nordafricano per riportarli ai livelli pre-Covid, vale a dire attorno a 600 mila presenze. […]
mark rutte ursula von der leyen kais saied giorgia meloni
Venerdì scorso l'esecutivo europeo aveva annunciato il via libera a 127 milioni di euro per la Tunisia, di cui 60 come assistenza al bilancio. Dei restanti 67 milioni, destinati a sostenere il contrasto all'immigrazione, solo 42 fanno però parte del Memorandum firmato a luglio. L'accordo sancito prima dell'estate prevedeva 105 milioni di euro per il capitolo immigrazione e ulteriori 150 milioni per l'assistenza al bilancio dello Stato, che però non saranno sborsati prima di fine anno.
kais saied giorgia meloni mark rutte - ursula von der leyen - kais saied - giorgia meloni