SI SALVINI CHI PUÒ – IL MINISTRO DELL’INTERNO ORMAI CI PROVA GUSTO A UMILIARE LUIGI DI MAIO, E INFATTI ALZA L'ASTICELLA E VUOLE TRASFORMARE LA MOZIONE SULLA TAV IN UNA GIGANTESCA GOGNA PUBBLICA DEL LEADER GRILLINO – LE CONFIDENZE SADICHE AI SUOI: “VEDIAMO FINO A CHE PUNTO È DISPOSTO A FARSI MORTIFICARE…”
Adalberto Signore per www.ilgiornale.it
LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI INVECCHIATI CON FACEAPP
Infierisce. Senza remore e senza esitazione alcuna. Anzi, chi conosce bene Matteo Salvini riesce a cogliere nelle pieghe delle sue espressioni e nel tono della sua voce un misto di compiacimento e perfidia. Più Luigi Di Maio è prostrato, schiacciato da quella che oggi sarà l'ennesima Caporetto identitaria del Movimento, più il ministro dell'Interno affonda i colpi. L'obiettivo è chiaro: trasformare il voto delle sei mozioni sulla Tav in programma al Senato in una sorta di gigantesca gogna pubblica del leader grillino.
Umiliarlo per poi sottometterlo e quindi schiacciarlo politicamente. Ufficializzare ciò che è ormai nei fatti da molti mesi: la Lega comanda, il M5s asseconda. Fino a quando Di Maio non sarà più in grado di reggere una tensione che pesa ogni giorno di più, alimentata dal bombardamento continuo di Salvini. «Vediamo fino a che punto è disposto a farsi mortificare», confidava in privato qualche giorno fa - e con termini decisamente più coloriti - il vicepremier leghista, convinto che arriverà il momento in cui il suo collega vicepremier non sarà più in grado di sopportare la tensione e gli servirà su un piatto d'argento il presto giusto per aprire la crisi. «Vedrete, alla fine esploderà...».
matteo salvini incontra le parti sociali al viminale
Così, anche ieri è stata una vera e propria raffica di provocazioni. Sulla Tav, ovviamente. Con Salvini che pur di mettere un dito nell'occhio a Di Maio è disposto a «votare tutte le mozioni a sostegno della crescita». Traduzione: oggi la Lega è pronta a sostenere non solo le risoluzioni di Forza Italia e Fratelli d'Italia, ma pure quelle di +Europa e perfino del Pd (che potrebbe infatti chiedere il voto per parti separate così che il Carroccio possa approvare solo il dispositivo della mozione e non la premessa che è fortemente antigovernativa).
LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI
Insomma, l'ennesimo schiaffo al M5s. Con Salvini che, dicono dal suo entourage, nel pomeriggio potrebbe chiedere formalmente a Giuseppe Conte la testa del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Ma il titolare del Viminale ieri non si è limitato alla questione Tav. Dopo aver agitato lo spauracchio delle elezioni anticipate («vedremo a breve, anche prima di settembre», l'ha buttata lì quasi per caso), ha messo in discussione il reddito di cittadinanza, il salario minimo e pure il decreto Dignità, tutte misure care al M5s.
salvini toninelliMASSIMO GARAVAGLIA LAURA CASTELLI
Per poi disegnare la prossima legge di Bilancio in chiave anti-Tria. A differenza di quanto sostiene il ministro dell'Economia, infatti, «la manovra non può essere il gioco delle tre carte» e va fatta andando «oltre la spesa corrente», cioè in deficit. «Pensiamo a 10-15 miliardi di riduzione tasse e al superamento del bonus Renzi», spiega il viceministro all'Economia Massimo Garavaglia durante l'incontro con le parti sociali al Viminale.
matteo salvini e armando siri incontrano le parti sociali al viminale 2
Un tavolo cui era presente anche Armando Siri, l'ex sottosegretario leghista dimissionato da Conte perché indagato per corruzione. L'ennesima provocazione a Di Maio, che la testa di Siri l'aveva pretesa con forza. Ma che ieri sul punto si è ben guardato di fare polemica.
D'altra parte, lo stato di prostrazione del leader grillino è totale. Basti pensare che ieri persino il leader storico del movimento No Tav, Alberto Perino, non ha esitato a definire la mozione del M5s «una presa per i fondelli». E se davvero oggi Salvini dovesse pretendere la testa di Toninelli, Di Maio gliela consegnerebbe senza troppe storie. Nel gioco del cerino di una crisi che prima o poi arriverà, infatti, l'obiettivo dei due vicepremier è quello di non scottarsi.
Mai come in questi giorni, però, Salvini ha alzato i toni sopra il limite di guardia. Forse perché, si sussurra nei Palazzi della politica, il via libera della Camera al taglio del numero dei parlamentari (da 945 a 600) previsto per la metà di settembre potrebbe diventare una sorta di spartiacque della legislatura. Soprattutto se fossero veri i rumors secondo cui non solo l'opposizione ma anche il M5s a quel punto non escluderebbe di rimettere mano alla legge elettorale. Uno scenario che allontanerebbe - e di molto - eventuali elezioni anticipate.
giancarlo giorgetti massimo garavagliaMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO matteo salvini giovanni triamatteo salvini luigi di maiosalvini di maioGIUSEPPE CONTE PINOCCHIO IN MEZZO AL GATTO (LUIGI DI MAIO) E LA VOLPE (MATTEO SALVINI) MURALE BY TVBOYTONINELLI DI MAIO SALVINI 19MATTEO SALVINI VLADIMIR PUTIN GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO