A MALI ESTREMI, ESTREMI VACCINI - IL DECRETO LORENZIN: SE I GENITORI NON VACCINANO, I FIGLI NON SARANNO AMMESSI A SCUOLA, E RISCHIANO DI PERDERE LA PATRIA POTESTÀ - INIEZIONI GRATUITE PER TUTTI, ESENTATI DALL'OBBLIGO I BIMBI CON SPECIFICHE (E CERTIFICATE) CONDIZIONI CLINICHE - LA FURIA DEL MOIGE: ''DELIRIO SANITARIO, COERCIZIONE INSOPPORTABILE''. MA È COLPA DI CHI NON VACCINA SE ABBIAMO I PICCHI DI MORBILLO
1. QUALI SONO LE MALATTIE - TUTTE LE PROFILASSI SARANNO GRATUITE
Margherita De Bac per il 'Corriere della Sera'
1 Cosa cambia con il decreto approvato ieri?
Dopo diciotto anni i vaccini tornano obbligatori per l' iscrizione a scuola da 0 a 16 anni.
Sono previste due modalità. I bambini di nido e asili, da 0 a 6, non saranno accettati in mancanza del libretto vaccinale. Alle elementari, medie e nei primi due anni di liceo viene applicato lo strumento delle sanzioni ai genitori che non presentano all' atto dell' iscrizione la documentazione richiesta.
L' obiettivo è di aumentare le percentuali di copertura della popolazione pediatrica e tutelare la salute di chi, non potendo ricevere il vaccino per controindicazioni gravi, ora rischia il contagio e conseguenze severe. Grazie all' insufficiente difesa della collettività virus e batteri hanno ripreso a diffondersi. Si è andata perdendo la cosiddetta immunità di gregge, garantita con soglie superiori al 95%.
2 E chi viene iscritto alle elementari o alle medie senza le certificazioni richieste per legge?
I genitori dovranno giustificare il motivo della mancata o incompleta vaccinazione, ad esempio con un eventuale ritardo legato alla lista di attesa.
L' alunno però potrà cominciare a frequentare.
Nel frattempo il dirigente scolastico segnalerà alla Asl entro 5 giorni l' elenco dei non vaccinati e, a loro volta, i servizi pubblici scriveranno e convocheranno i genitori per convincerli, attraverso l' informazione, a mettersi in regola entro un certo periodo di tempo.
Se questo non succede, la Asl deve comunicare il caso al Tribunale dei minori che verificherà se esistono gli estremi per mettere in discussione la patria potestà e far intervenire i servizi sociali.
Esentati dall' obbligo gli alunni con specifiche condizioni cliniche documentate e attestate dal medico di medicina generale.
Il dirigente si preoccuperà di inserire il bimbo in classi composte da compagni vaccinati.
3 Quali vaccinazioni diventano obbligatorie?
Alle quattro già previste (antipolio, tetano, difterite, epatite B) si aggiungono haemophilus influenzae, responsabile di alcune forme di meningite, meningococco B e C, morbillo, rosolia, parotite, pertosse e varicella, finora raccomandate.
La distinzione sparisce in quanto si è rivelata controproducente e ha fatto credere ai cittadini che le non obbligatorie fossero di importanza trascurabile. Si tratta di profilassi da somministrare secondo il calendario pediatrico entro il 5°-6° anno, a cominciare dai primi mesi di vita. Quindi già all' età dell' ingresso alle elementari i bimbi dovrebbero aver completato i cicli delle dosi. Non bisogna dimenticare i richiami: saltarli significa compromettere la difesa immunitaria.
4 Tutti i vaccini dell' elenco incluso nel decreto saranno gratuiti? E per chi?
Sì, con nuovo piano vaccinale approvato pochi mesi fa e incluso nei Lea (i «Livelli essenziali di assistenza», cioè le prestazioni a carico del servizio sanitario pubblico) tutti i vaccini del calendario sono gratuiti per i cittadini che ne hanno diritto in base all' età.
La gratuità resta anche nel caso in cui un bambino abbia saltato qualche appuntamento vaccinale, ad esempio l' anti varicella, e i genitori vogliano mettersi in regola.
5 Si comincia già nel prossimo anno scolastico 2017-18?
Sì, da settembre. I genitori all' atto dell' iscrizione dovranno dunque munirsi del libretto rilasciato e timbrato dalla Asl. Non vale l' autocertificazione.
6 Come ha funzionato finora?
L' obbligo vaccinale, limitato a quattro profilassi, è stato introdotto nel 1967. Nel 1998 è intervenuta la legge Bassanini che ha stabilito come al posto del libretto potesse bastare la presentazione dell' autocertificazione.
Nel 1999 è arrivato il decreto del presidente della Repubblica che all' articolo 1 ha cambiato ancora: «La mancata certificazione non comporta il rifiuto di ammissione dell' alunno alla scuola dell' obbligo o agli esami».
Il diritto allo studio venne giudicato superiore a quello della salute. Il livello di protezione dalle malattie infettive era sopra il 97% e si ritenne opportuno confidare nell' adesione spontanea. Da allora è cominciato un progressivo allentamento dei vincoli. La scuola ha avuto in questi 18 anni la facoltà di inviare l' elenco dei neo iscritti alla Asl competente, ma con il tempo questa pratica è finita nel dimenticatoio.
7 Qual è, in questo momento, la maggiore minaccia epidemica?
Il morbillo è al primo posto con oltre 2.300 casi notificati finora soltanto per l' anno in corso. Siamo al secondo posto in Europa. Spaventa anche la pertosse.
2. IL PIANO DI LORENZIN «VORREI MANDARE I MEDICI NELLE CLASSI DENUNCE AI PRESIDI CHE NON SEGNALANO»
Margherita De Bac per il 'Corriere della Sera'
Ha vinto lei o la ministra dell' Istruzione?
«Ha vinto un maschio».
Un maschio, ma che dice? Gentiloni?
«Ma no, l' unico vincitore è il vaccino», gioca con le parole la ministra Beatrice Lorenzin.
Alla fine l' ha spuntata Fedeli che, su pressione del mondo della scuola, era contraria all' obbligo?
«Macché, mettevo in conto che avrei dovuto modificare l' impostazione iniziale del decreto. Abbiamo trovato la soluzione prevedendo due meccanismi diversi per fare in modo che da 0-16 anni i bambini vengano vaccinati. Ho faticato tanto. Lo ammetto, è stato difficile trovare accorgimenti tecnici per arrivare a un provvedimento armonico e efficace. Ricordiamo da dove siamo partiti. Da zero. E non ci fermiamo qui».
Che altro c' è?
«Stiamo verificando con i nostri uffici se possiamo mandare i nostri medici nelle scuole a vaccinare i bambini per andare incontro alle esigenze dei genitori, ovviamente con la loro autorizzazione. Un tempo era così».
Quanto è contenta da 1 a 10?
«Dieci più. Fino a una settimana fa un decreto del genere era impensabile. Sono partita da un testo base e in sette giorni sono arrivate proposte di mediazione per ottenere una soluzione condivisa».
Fino a 24 ore prima il suo ministero e la comunità scientifica erano contrari alle sanzioni. Cos' è successo poi?
«Sanzioni salate, da 500 a 7.500 euro, oltre alla segnalazione da parte della Asl al Tribunale dei minori che può aprire un procedimento sulla patria potestà. Questi meccanismi circoscrivono un recinto dal quale non si esce facilmente. E poi sono certa che molti genitori collaboreranno quando avranno l' esatta percezione del rischio nel non difendere i figli dalle malattie infettive.
Dietro l' obiezione non c' è solo ideologia, ma soprattutto mancanza di informazione».
E chi non paga la multa?
«Riceverà una cartella esattoriale esattamente come quando non viene pagata una multa autostradale. Se continua a non estinguere il debito rischia ad esempio il pignoramento dei beni. I bambini però restano in classe. Credo saranno situazioni minoritarie».
Chi non può pagare?
«Un motivo di più per accettare la vaccinazione».
Racconta un medico di lunga esperienza, Roberto Ieraci, di non aver mai ricevuto la segnalazione di alunni sfuggiti all' obbligo tranne che dalla scuola tedesca. Possiede la bacchetta magica?
«Il nuovo sistema è stringente. I presidi - tanto per dirne una - potrebbero essere denunciati per omissione d' atti d' ufficio, come previsto nel codice penale. Stiamo mettendo a punto questi dettagli tecnici. È il mio regalo alla ministra Fedeli. Dovrà mettere in campo un sistema di controllo che, se fosse stato organizzato, non avrebbe causato la dispersione vaccinale di cui ora scontiamo le conseguenze. Le percentuali di adesione sono ai minimi storici».
L' obbligo verrà allargato?
«Lo si potrà modificare nel tempo in base alle esigenze epidemiologiche. Invece, non esiterò a esercitare il potere di ordin anza se ci dovessero essere situazioni di allerta.
Quando c' è un pericolo di salute pubblica, un ministro ha il diritto/dovere di agire».
È favorevole all' obbligo per gli operatori sanitari?
«Pienamente favorevole. Mi auguro sia materia di emendamento in sede parlamentare».
I servizi pubblici sono pronti alla rivoluzione?
«Le Regioni hanno tutti gli strumenti per organizzarsi meglio. Alcune l' hanno già fatto autonomamente. Una grande risorsa sono i medici e i pediatri di famiglia da coinvolgere in questa forte azione di contrasto al ritorno di malattie infettive ritenute erroneamente non più temibili».
3. DECRETO VACCINI, MOIGE SU SOSPENSIONE DELLA PATRIA POTESTÀ: “DELIRIO SANITARIO, SI METTONO CONTRO 16 MILIONI DI FAMIGLIE”
Thomas Mackinson per www.ilfattoquotidiano.it
“Siamo ormai al delirio sanitario: il Parlamento intervenga”. A sentir parlare di Tribunale dei minori quasi trasecola il direttore generale del Moige, l’organizzazione che da 19 anni si occupa di protezione e sicurezza dei bambini all’interno della famiglia, con quasi 50mila genitori aderenti. Parla del decreto approvato venerdì in Consiglio dei Ministri che introduce da settembre l’obbligatorietà di 12 vaccini per l’età scolare (0-16 anni) che oltre a sanzioni salatissime contempla la più estrema: la sospensione della patria potestà.
Il decreto prevede che il genitore inottemperante venga segnalato dall’ASL al Tribunale, laddove richiami e multe fino a 7.500 euro non bastassero. Pugno fermo e mano pesante è la linea, anche se il premier Gentiloni in persona ha più volte ribadito che “non c’è uno stato di emergenza ma una preoccupazione alla quale il governo intende rispondere”. La risposta però non piace affatto all’associazione dei genitori già critica sull’obbligatorietà dei vaccini.
E’ ormai sera quando Ilfattoquotidiano.it raggiunge il segretario generale Antonio Affinita e davanti alla notizia della patria potestà minacciata sbotta così: “La misura è colma, siamo al delirio sanitario. Il governo si mette contro 16 milioni di famiglie e la ministra Lorenzin, che mai le ha coinvolte a un tavolo per parlare di queste cose, agita lo spettro di multe superiori a quelle riservate a chi vende alcolici o tabacchi ai minori. E adesso perfino la patria potestà sui figli. Incredibile”.
La rabbia parte da lontano. “Tutto questo per coprire anni di campagne di profilassi inefficaci e fallimentari perché non hanno voluto coinvolgere le famiglie che sono i grandi assenti delle politiche vaccinali intraprese dal Ministero della salute.
Basti pensare all’ultimo tema e a come sono arrivati a certi provvedimenti, utilizzando il picco sanitario del morbillo per arrivare – in controtendenza al sistema europeo – a una misura senza precedenti e proporzioni“. Un fiume in piena: “Siamo al dirigismo statalista, arrivare a togliere i figli significa aver superato i limiti di ogni rispetto istituzionale. Come famiglie siamo a dir poco sconvolti dalle modalità di agire del governo. Lo dico senza mezzi termini: è crollato il rapporto fiduciario con le istituzioni e mi auguro che il Parlamento rimedi”.
Insiste sul fatto che “le famiglie italiane possono essere trattate con questa coercizione”. Ricorda che l’Italia è nella topten dei Paesi dove la mortalità infantile è più bassa. “I genitori italiani trattano i loro figli nel migliore dei modi. Non c’è nessuna dinamica di emergenza in termini di salute per i nostri figli, lo dice perfino Gentiloni. E allora proprio non riusciamo a capire cosa si sta facendo ma ci auguriamo che subito le forze politiche in Parlamento blocchino questo delirio”.
E torna sul ministro Lorenzin. “Lo abbiamo sempre detto: sul tema delle vaccinazioni serve una grande conferenza nazionale di approfondimento che coinvolga tutte le forze in campo e si allinei su livelli europei. Per rispondere alle problematiche sui rischi da vaccinazione abbiamo chiesto di fare un’azione di sorveglianza attiva pin modo tale da rispondere in modo scientifico ai dubbi. Ma stiamo parlando di cose troppo raffinate per chi pensa di togliere i figli a quell’esigua minoranza di genitori che per motivi di principio o di libertà terapeutica decidono diversamente”.