CI TENGONO PER I MARÒ! - I CONTENTINI DELL’INDIA ALL’ITALIA: AMMETTE CHE LA PETROLIERA ITALIANA ERA IN ACQUE INTERNAZIONALI (TANTO LA LEGGE INDIANA SI APPLICA ANCHE ALLE ACQUE NON TERRITORIALI), NON INCARCERA I DUE MILITARI E ‘INVITA’ I TECNICI ITALIANI ALLA PROVA BALISTICA - L’ALTA CORTE DECIDERA’ SULLA GIURISDIZIONE DEI DUE MARÒ: MA SE DAVVERO NON HANNO UCCISO NESSUNO, PERCHÉ L’ITALIA PUNTA A COLLOCARE L’INCIDENTE NELL’AMBITO DEL PROPRIO CODICE PENALE?...
1- LA PETROLIERA ITALIANA ERA IN ACQUE INTERNAZIONALI
Roberto Romagnoli per "Il Messaggero"
Smascherata, apparentemente senza grossa fatica, la prima bugia. Ora anche l'India ammette che la petroliera Enrica Lexie, al momento dell'incidente (ma quale?) si trovava in acque internazionali.
«I due Paesi - ha detto ieri il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura dopo l'incontro con il suo omologo indiano Preneet Kaur - convengono sul fatto che l'incidente è avvenuto in acque internazionali».
Ma l'aver «riportato» la Lexie in acque non territoriali sembra aver spostato ben poco i termini della contesa. Questo perché il codice penale indiano prevede l'applicazione delle sue norme anche se le navi si trovano fuori dalle acque territoriali. «Loro (gli italiani) hanno la loro interpretazione noi abbiamo la nostra. Per quello che ci riguarda qui in India noi ci muoveremo in base alle nostre leggi» ha precisato Kaur.
Ma se la Lexie si trovava in acque internazionali, come ha fatto a incontrare il peschereccio S.Anthony sul quale hanno perduto la vita, a causa di colpi di arma da fuoco, i due pescatori indiani? Finora, in base alle testimonianze degli altri pescatori del S.Anthony e della Guardia costiera indiana, il peschereccio, al momento dell'incidente era in acque territoriali.
Intanto a Kochi, la località costiera dove si trova ancorata la Lexie e dove vivevano i due pescatori morti, i legali dei due militari italiani hanno presentato un ricorso all'Alta Corte del Kerala in cui si chiede la sospensione del procedimento giudiziario in attesa di una decisione sulla giurisdizione territoriale. Sospensione che, in base alle dichiarazioni delle autorità indiane, evidentemente non avrà motivo di essere concessa.
Quello che comunque appare strano è che De Mistura non abbia respinto totalmente le accuse dello scontro a fuoco con il peschereccio indiano. Cautela diplomatica? Se davvero i due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che si trovano da quattro giorni in custodia cautelare a Kochi, non hanno, come dicono, colpito nessuno durante il presunto tentativo di pirateria, perché l'Italia punta a collocare l'incidente nell'ambito del proprio codice penale? Di quale responsabilità bisogna occuparsi?
Della vicenda ieri il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha parlato durante un'audizione della Commissione Esteri di Camera e Senato. Terzi ha detto di «voler riportare a casa al più presto i due marò», di auspicare che «le nostre relazioni con l'India non vengano in alcun modo intaccate da questa dolorosa vicenda» e che «rimane in me la volontà ferma di lavorare con i colleghi indiani per l'accertamento della verità ».
Forse non gioverà a rasserenare il dialogo l'iniziativa proposta dall'ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha invitato i comuni italiani a esporre le foto di Latorre e Girone. Invito al quale hanno subito aderito il comune di Roma e quello di Catania.
2- PESCATORI INDIANI: DE MISTURA, OTTENUTE 3 COSE IMPORTANTI
(ANSA) - La giornata "ha portato tre cose importanti" nella prospettiva di una soluzione della vicenda dei marò, anche se si deve sottolineare che "siamo coinvolti in un processo giuridico" che "richiede tempo". Lo ha detto all'ANSA il sottosegretario agli esteri, Staffan de Mistura.
I tre elementi sono: il fatto che Latorre e Girone non andranno in carcere; l'accettazione della presenza di esperti e tecnici italiani alla prova balistica e la sentenza dell'Alta Corte sulla giurisdizione dei nostri due militari.
Era importante ha spiegato poi De Mistura, che "i nostri marò restassero nella guest-house e non andassero in prigione" "Era inoltre cruciale per noi - ha aggiunto - il poter partecipare alla perizia balistica, ed è stato accettata la presenza di esperti e tecnici italiani".
Infine, altro elemento positivo è che "l'Alta Corte ha mostrato interesse ad un approfondimento sulla giurisdizione dei due come militari di leva in servizio attivo che facevano il loro dovere". Ora, ha concluso sottosegretario, deve essere chiaro che "ci vuole tempo e pazienza e che non si devono affrettare giudizi positivi o negativi su quanto sta avvenendo".
3- PESCATORI INDIANI: DE MISTURA, GRANDE DIGNITA' MILITARI
(ANSA) - Il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistur,a dopo aver incontrato i due militari italiani a Kochi ha parlato "a lungo" con i loro familiari in Italia. "Mi sono permesso di ricordare alle famiglie - racconta all'ANSA - che debbono essere fiere perché il maresciallo Latorre e il sergente Girone stanno affrontando questo difficile periodo con gran dignità e professionalità ".
"Ho rassicurato i familiari - ha aggiunto de Mistura - che non li lasceremo mai soli e che stiamo facendo tutto il possibile per la soluzione della vicenda, ma che ci vorrà pazienza". "Ho trovato Latorre e Girone in buona forma - ha detto ancora il sottosegretario - e mi hanno confermato che le autorità indiane li stanno trattando bene e di essere su di morale". "Sono rimasto molto positivamente colpito - conclude de Mistura - dall'atteggiamento calmo e dignitosamente fiducioso delle famiglie dei militari".
4- PESCATORI INDIANI:PROVA BALISTICA CON ESPERTI ITALIANI
(ANSA) - La prova balistica necessaria per determinare la verità nell'incidente in cui sono morti due pescatori indiani "avverrà con la partecipazione di esperti e tecnici italiani". Lo ha dichiarato all'ANSA il sottosegrtario agli Esteri, Staffan de Mistura.
5- PESCATORI INDIANI: CORTE SUPREMA KERALA RINVIA SENTENZA
(ANSA) - L'Alta Corte del Kerala ha deciso oggi a Kochi rinviare a martedì la sentenza sul ricorso dell'Italia contro la denuncia per l'omicidio di due pescatori, ma ha chiesto al governo indiano e a quello locale di precisare le loro posizioni in una contro-memoria. La Corte ha inoltre chiesto delucidazioni sulla mancanza di cooperazione fra le parti.
Nella sentenza, i giudici ingiungono il governo centrale e quello del Kerala a presentare "una contro-memoria in merito alla petizione dei due militari italiani in cui chiedono di ritirare la denuncia per omicidio presentata dai pescatori" ha detto all'ANSA l'avvocato B.Raman Pillai, il legale dei due marò. Il ricorso era stato presentato ieri a nome dei due fucilieri e del governo italiano e solleva una "eccezione di giurisdizione" sostenendo che la giustizia indiana non è competente per reati che avvengono al di fuori del limite delle acque territoriali fissato a 12 miglia nautiche secondo il diritto internazionale.
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