MOLTA SPESA, POCA RESA - COTTARELLI: ''IL NEGOZIATO PER IL RECOVERY È ANDATO BENE, MA L'ITALIA DEVE IMPARARE COME SPENDERE I SUOI FONDI. IL MES ORA CHE I TASSI SONO SCESI ANCORA NON È PIÙ COSÌ CONVENIENTE, MA HA UN VANTAGGIO: I SOLDI ARRIVEREBBERO SUBITO. MENTRE QUELLI DELLA COMMSSIONE ARRIVERANNO L'ANNO PROSSIMO. CONDIZIONALITÀ SU DEFICIT E DEBITO? IN REALTÀ NON SI SA SE CI SARANNO''. QUINDI POTRANNO ESSERCI…

cottarelli

Maria Elena Capitanio per www.huffingtonpost.it

 

“Dal negoziato per il Recovery fund ne siamo usciti bene, i finanziamenti sono addirittura più alti di quanto si pensava un mese fa”. Il giudizio di Carlo Cottarelli raccolto da HuffPost sull’accordo trovato all’alba dall’Ue, dopo 92 ore e quattro notti di trattative, è decisamente positivo. Nel nuovo piano, 209 miliardi all’Italia. Per lui la svolta dell’intesa è direttamente collegata al mutamento di condotta di Germania e Francia, che definisce “un cambiamento fondamentale” che è andato a vantaggio dello Stivale. Quanto ai nodi, che secondo lui non mancano, primo fra tutti quello su come verranno erogati i fondi, che ancora non è chiaro, “dobbiamo muoverci subito con le riforme, dobbiamo farle, perché siamo ancora troppo lenti e non possiamo pensare di farci sempre salvare dall’Europa”.

 

 

Giuseppe Conte ha espresso soddisfazione parlando di un piano di aiuti “consistente e ambizioso”: è d’accordo?

carlo cottarelli imen boulahrajane

Rispetto alle intenzioni iniziali, la quota erogata con trasferimenti è più o meno invariata, ma aumentano i prestiti e così direi che va bene, anche perché le scadenze sono molto lunghe e i tassi di interesse molto bassi.

Il premier come ha gestito il negoziato?

Il risultato è favorevole quindi penso si sia comportato bene, che ci abbia anche messo del suo.

Sono rimasti favorevolmente stupiti anche parecchi dei suoi critici…

Io guardo solo il risultato, che è favorevole per l’Europa e per il nostro Paese. Fin dall’inizio c’è stato un ruolo importante della Germania e della Francia, si è capito che le cose erano diverse da dieci anni fa, quando questi due Stati non hanno fatto niente se non in extremis, se non poco prima del “Whatever it takes” di Draghi per dare sostegno all’Italia che comunque stava facendo grossi sforzi.

 

 

Possiamo cantar vittoria o ha ragione chi frena gli entusiasmi, come Zingaretti, che peraltro chiede il Mes?

Ora non è che tutti i problemi sono risolti.

Quali sono i nodi?

Riguardano la necessità di presentare un programma che sia valido, cosa che per ora non siamo ancora stati in grado di fare. Siamo l’ultimo Paese, non abbiamo ancora presentato un piano nazionale delle riforme, che è sì un atto formale, ma dimostra che ci muoviamo ancora troppo lentamente. Adesso ci sarà di nuovo una task force per creare un progetto da presentare all’Europa e che ci delinei.

E poi?

L’implementazione, che ci riguarderà in futuro, e quanto invasiva sarà la condizionalità perché i soldi verranno erogati solo se si fanno alcune cose. Saremo in grado di farle? Quanto sarà difficile convincere gli altri che le abbiamo fatte? Nei prossimi due anni ci troveremo a fare i conti con questo scenario. Il meccanismo attivato è innovativo: i soldi ci saranno se faremo alcune cose.

carlo cottarelli foto di bacco (2)

 

In una parola, in passato com’era?

Il meccanismo non c’era perché i soldi non venivano erogati, in pratica non c’erano. C’erano i fondi strutturali però venivano dati senza sostanziali controlli. Qui invece i controlli ci saranno.

C’è anche un altro aspetto che rimane incerto, come questi soldi verranno erogati.

Bisognerà guardare il regolamento che verrà approvato, se ci sarà una condizionalità di tipo macroeconomico, cioè sul deficit pubblico e sul debito pubblico. Al momento le regole europee sono state sospese, non ci sono tetti, non ci sono piani di rientro, non c’è la possibilità che inizi una procedura di deficit eccessivo, però a un certo punto saranno reintrodotte queste regole e bisognerà capire in che misura un Paese continuerà a ricevere questi soldi, anche se non è in linea con le raccomandazioni europee sul deficit pubblico.

 

Di questo non si è discusso anche se nella bozza di regolamento presentato un mese fa dalla Commissione europea sembrava proprio che ci fosse anche questo tipo di condizionalità.

Sì. Bisognerà vedere in che misura questo c’è, come vengono prese le decisioni e così via. Questo aspetto è sparito e non se ne è discusso, ma bisognerà vedere il regolamento.

Ci si lamentava del Mes, che adesso, almeno nelle intenzioni di Conte sembra accantonato, ma anche per il Recovery le abbiamo…

Abbiamo un po’ le stesse condizionalità, l’idea è la stessa: ti diamo i soldi se tu fai certe cose. Ma sono condizionalità utili all’Italia, non è l’austerità, salvo questa incertezza di possibili condizionalità sul deficit e sul debito, ma ciò non è chiaro se ci sarà o meno. Si sa che il diavolo sta nei dettagli.

 

Chi deve approvare il regolamento del Recovery?

Il Consiglio europeo e poi il Parlamento europeo.

CARLO COTTARELLI

Il Mes lo dobbiamo prendere o no?

Cerchiamo di prendere la cosa razionalmente: i tassi di interesse sono scesi, stamattina erano poco più dell’1 per cento, quindi il Mes non ci fa più risparmiare tanto quanto ci faceva risparmiare due mesi fa, quindi sopravviviamo lo stesso. C’è però ancora un risparmio, io lo prenderei, ma è chiaro che più scendono i tassi, meno conveniente è il Mes, però il vantaggio rispetto al Recovery Fund è che i soldi arriverebbero già quest’anno”.

 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…