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“SE OGGI POSSIAMO DEFINIRCI GAY, NON BINARI, QUEER, TRANSGENDER O ASESSUALI LO DOBBIAMO CERTAMENTE AI MILITANTI DEL F.U.O.R.I.!” - STORIA DELLA RIVISTA MANIFESTO DEL PRIMO MOVIMENTO DI LIBERAZIONE OMOSESSUALE IN ITALIA - IN OCCASIONE DEI 50 ANNI DALLA FONDAZIONE ARRIVA IL LIBRERIA UN GRANDIOSO MAXI LIBRO PER RIPERCORRERNE LE TAPPE - I CURATORI: “A FURIA DI RIPETERLA, LA PAROLA OMOSESSUALE È USCITA DALLA CRONACA NERA E DAL TORBIDO E SI È IMPOSTA ALL'OPINIONE PUBBLICA”

Riccardo Conti per www.harpersbazaar.com

 

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Per tutti coloro che si sono avvicinati anche solo occasionalmente alla storia della queer culture italiana, la rivista FUORI! rappresenta uno dei nuclei pulsanti di quella stagione militante e rivoluzionaria cominciata simbolicamente nel 1971 come risposta alla pubblicazione di un infelice articolo sul quotidiano La Stampa nel quale lo psicologo Andrea Romeo, allora primario di neurologia dell’ospedale Mauriziani di Torino, dissertava sulla cronica infelicità dell’omosessuale, e sui rimedi che la psicanalisi poteva offrire per curare quella che evidentemente ancora per molti era da considerarsi una malattia.

 

foto di carlo antonelli

La reazione da parte della comunità omosessuale di Torino non tardò a manifestarsi e fu così che nacque la prima associazione di liberazione omosessuale italiana: il collettivo F.U.O.R.I. acronimo di Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano.

 

angelo pezzana 6

La Torino degli anni di Piombo ma anche dell'Arte Povera fu quindi il centro delle prime vere proteste, di un movimento gay organizzato con manifesti, striscioni e cortei, capitanate dal libraio Angelo Pezzana, proprietario dichiaratamente omosessuale della storica libreria Luxemburg.

 

Parallelamente nacque l’esigenza di ordinare le idee e comunicare attraverso il formato della rivista, ed è così che venne alla luce il numero zero di Fuori! – mensile di liberazione sessuale, che proprio nel 2021 compie cinquant’anni.

 

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Per questa occasione il giornalista e art director Carlo Antonelli e la coppia curatoriale Francesco Urbano Ragazzi hanno messo insieme per la casa editrice NERO un grande volume dove, oltre a ripubblicare tutte le rare pagine della rivista, hanno messo in prospettiva i temi e il lascito culturale del magazine, amplificandone se possibile il culto: FUORI!!! 1971-1974 appunto, ma questa volta con tre punti esclamativi.

 

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Il duo di curatori così racconta l’idea di portare nuovamente alle stampe il magazine insieme ad Antonelli e in partnership con Levi's: "Carlo con il suo eclettismo è un messia assoluto della ‘fuoranza’ contemporanea. FUORI!!! è a tutti gli effetti frutto del nostro incontro con lui. Insieme avevamo già lavorato sull'archivio del FUORI! tra il 2011 e il 2012 in occasione di una mostra che si intitolava Io Tu Lui Lei e che rifletteva sull'eredità artistica dei movimenti di liberazione omosessuale.

 

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Per qualche strana congiuntura astrale e grazie all'Osservatorio Queer del Comune di Venezia, la mostra si tenne alla Fondazione Bevilacqua La Masa con il sostegno del Ministero delle Pari Opportunità, allora capitanato da una Mara Carfagna ormai redenta dopo una serie di dichiarazioni infelici. In una parte della mostra esponemmo tutti i numeri del FUORI! che catturarono immediatamente l'attenzione del pubblico.

 

Carlo conosceva molto bene quella storia e vedendo il catalogo di Io Tu Lui Lei, che riprendeva il formato del FUORI!, si accese immediatamente. Il suo genio editoriale lo portò a pensare subito che il FUORI! andava riportato alla luce.

 

Tra il 2015 e il 2019 ci siamo trovati a parlarne più volte, incontrando i fondatori della rivista a Torino, fino a quando, due estati fa, non abbiamo deciso di chiamare Valerio Mannucci di NERO e di iniziare questa avventura".

 

il giornalista e art director carlo antonelli

Risfogliare oppure scoprire oggi FUORI!, che i curatori del nuovo volume descrivono convintamente come “patrimonio dell'umanità” significa anche confrontarsi con mezzo secolo di storia, di cultura queer, di lotte e di vite: "Sfogliando le pagine del libro ci si renderà immediatamente conto che il lessico a disposizione all'inizio degli anni Settanta era limitato e che la parola omosessuale riuniva in sé tutta una serie di spettri identitari che nella società del tempo restavano inespressi e indicibili.

 

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Ma a furia di ripeterla, quella parola, è uscita dalla cronaca nera e dal torbido, e si è lentamente imposta all'opinione pubblica per poi iniziare ad articolarsi in numerose altre parole e specificazioni. Se oggi possiamo definirci gay, non binari, queer, transgender, asessuali o in qualsiasi altro modo lo dobbiamo certamente ai militanti del FUORI! che ci hanno permesso di accedere ad un ordine del discorso altrimenti negato.

 

Al contempo, vedremo come la mancanza di terminologie e modelli a cui il Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano doveva far fronte rende quella stagione di lotta estremamente generativa. Da questo punto di vista FUORI!!! diventa come un'esortazione al disorientamento permanente".

 

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Il libro, anche per il suo generoso formato appare oggi come un sorta di monumentale archivio che circoscrive e rende accessibile un intero giacimento di idee, uno spazio in cui stabilire nessi comparativi tra il nostro modo di vivere e quello testimoniato dalle pagine raccolte.

 

Il volume non è dedicato soltanto a chi si riconosce a vario titolo nella galassia sessuale alternativa, ma è anche un documento che evidenza il solco profondo che i membri di questa comunità hanno lasciato e continuano ad imprimere nelle varie produzioni culturali, così come fanno notare i Francesco Urbano Ragazzi: "Negli ultimi vent'anni è emerso in maniera incontrovertibile quanto il consumo culturale sia una prerogativa LGBTQI+.

 

carlo antonelli

Parliamo non solo dei consumatori, ma anche dei trend-setter. Questo ha reso improvvisamente desiderabile lo stile di vita di coloro che socialmente erano stati relegati a una condizione minoritaria, se non deficitaria o anormale.

 

Non c'è dubbio alcuno che si tratti di un'enorme conquista: una vittoria estetica che è anche politica, sebbene il legame con la politica ufficiale si sia forse allentato. Dall'altro lato la forza scardinante della nostra comunità sta nel non aderire alle dinamiche del mercato, rifiutando categoricamente la categorizzazione e delegittimando la norma. Insomma, non vogliamo il queernorm!".

 

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Ed è assai evidente quanto le tematiche di genere siano centrali nel dibattito e nei linguaggi del contemporaneo finanche e sfiorare l’exploitation in operazioni artistiche o di vero e proprio rainbow washing funzionale al marketing e alla comunicazione: "Per molte ragioni," spiegano i curatori, "quella stagione di lotta sta riecheggiando in vari canali di comunicazione e questo ci sembra il segno di uno zeitgeist retroattivo che va abbracciato e compreso.

 

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Dal nostro punto di vista però FUORI! non può diventare un pretesto, come spesso avviene quando l'industria creativa -o presunta tale- cerca profondità in una sigla o in una citazione. Certo i nostri tempi non si prestano all'esegesi, ma parassitare o sublimare questo tipo di storie vuol dire partecipare colpevolmente al loro fraintendimento.

 

É per questo che FUORI!!! 1971-1974 è un readymade che ricalca alla lettera il testo originale, e lascia ai lettori la possibilità e la libertà di studiare e disegnare nuove associazioni con il presente".

 

Ma FUORI! è stato soprattutto ed è, anche in questa nuova reincarnazione XXL un oggetto straordinario, capace di esprimere e inventare linguaggi. Carlo Antonelli, a sua volta geniale inventore di progetti editoriali così ne restituisce le peculiarità: "è inutile dire che l’importanza di FUORI! sta nel fatto di essere una rivista seriamente incredibile per l’epoca e non solo per l’Italia; se uno va all’archivio di Torino trova forse la più bella collezione di magazine gay che esiste in Europa perché il collettivo studiò attentamente tutto ciò che veniva pubblicato, guardando anche alla cultura sociale americana dell’epoca, sia in formati ufficiali che nell’ambito dell’underground e tutto questo viene riassunto in FUORI! con un linguaggio che in parte è mutuato dalle riviste politiche della sinistra extra-parlamentare del tempo, unite però a un senso dello humor che era unico e all’ora completamente inedito, esprimendo anche una capacità di prendendosi in giro che nella sinistra emergerà solo successivamente, nel ‘77 ad esempio, con esperienze come Falce e Mirtillo, lo humor che emerge attraverso le vignette di FUORI! è straordinario, capovolgendo ad esempio il luogo comune dell’insulto in quello che abbiamo definito come ‘Marxismo scheccante’".

 

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Dove scovare oggi la stessa intensità rivoluzionaria erotica e ironica? Sempre per Carlo Antonelli lo spirito di FUORI! non è da ritrovarsi più in un oggetto editoriale ma "in tutta quella straordinaria emersione che sta venendo fuori dalla stand-up comedy di trentenni italiani e di performer che stanno letteralmente cambiando le arti performative in senso largo, anche nel pop nostrano e che hanno in comune quell’intelligenza tagliente che distingueva la rivista" e inaspettatamente sotto forme completamente nuove; "in quell’enorme universo della nuova idea di bellezza che da tempo si è attivata attraverso le innumerevoli possibilità offerte dai filtri digitali fatti di trucchi, metamorfosi, mutazioni e ‘fuoranza’ in genere che si racconta dal punto di vista estetico in una sorta di iridescenza e impossibilità di appartenenza a un unico genere sessuale che fortunatamente la cosmetica avanzata sa esprimere".

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