UN F35 NEL SEDERINO DI RENZI - DUELLO TRA IL GRUPPO PD DELLA CAMERA (TUTTI IN MANO A BERSANI) E IL MINISTERO DELLA DIFESA SUGLI AEREI MILITARI - E I BERSANIANI STRAPPANO UN IMPEGNO PER DIMEZZARE LA SPESA. PREVISTE INCAZZATURE DEGLI USA

Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"

Un duro braccio di ferro sugli F-35. Uno scontro interno al Pd, ma soprattutto un duello tra il gruppo dem della Camera e il ministero della Difesa. Alla fine, dopo lungo combattere, l'ala "pacifista" segna un punto a proprio favore. E mette agli atti un documento molto critico stilato al termine dell'indagine conoscitiva sui contestati aerei militari - che prevede «una moratoria» sul programma degli F-35. Con un «obiettivo finale: dimezzare il budget finanziario originariamente previsto».

L'effetto è potenzialmente deflagrante. Se davvero un voto parlamentare dovesse assumere questo impegno, infatti, l'esecutivo dovrebbe sospendere ogni contratto fino a ridurre della metà l'acquisto degli aerei.

Si tratta per un'intera giornata. A sera è convocata l'assemblea del gruppo del Pd di Montecitorio. E all'ordine del giorno c'è un testo molto duro elaborato dal deputato Gian Piero Scanu - che si scaglia senza tanti complimenti contro il contestato programma. Il documento è un dettagliato elenco di critiche agli F-35. «Ci sono molti dubbi», sintetizzano i dem. Nel Pd scatta l'allarme.

Il ministro della Difesa Roberta Pinotti incontra Scanu, partecipano al summit anche il capogruppo Roberto Speranza e Lorenzo Guerini, vicesegretario dem. Al deputato chiedono di smussare alcuni passaggi - a partire dal dimezzamento del budget - e pure le conclusioni del testo, che prevedono un «parere vincolante del Parlamento » sulle risorse da destinare al programma militare.

Il gruppo parlamentare del Pd, dal canto suo, è attestato su una posizione molto dura. E Guerini non si mostra ostile. Scanu, allora, può tenere il punto. Il documento, se si escludono un paio di correzioni di poco conto, resta intatto.

A sera si riunisce il gruppo. Speranza, che cerca fino all'ultimo una mediazione, anche in considerazione degli impegni internazionali e della posizione del Quirinale - propone di non votare il documento. «Abbiamo deciso - spiega - di assumere all'unanimità il testo come il punto di vista del Pd nella discussione che si svolgerà nelle prossime settimane assieme alle altre forze della maggioranza». Nulla è deciso, insomma.

Di certo, però, il documento rappresenta un colpo ben assestato al programma degli F-35. Pinotti, però, fa sapere che non esiste contrapposizione con il gruppo del Pd. E mette nero su bianco: «Il governo ha avviato un lavoro finalizzato alla definizione delle esigenze di sicurezza per i nostri cittadini individuando il ruolo della Difesa attraverso lo strumento del Libro Bianco». Poi aggiunge: «Ci sarà anche la rimodulazione del programma F-35, dopo che si è già deciso di risparmiare 153 milioni sui lotti non contrattualizzati. Sarà importante ogni contributo del Parlamento».

Il gruppo del Pd, però, esulta. Per Giuditta Pini «hanno perso tutti quelli che hanno cercato di sovrastare il Parlamento». Scanu, poi, è raggiante: «La Difesa o il Colle contrariati? Non credo. E comunque tutti i livelli istituzionali praticano il rispetto delle altrui competenze. Noi esercitiamo la nostra». A partire da oggi, visto che in commissione Difesa è previsto il voto su una relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva. Ma il progetto dell'ala "pacifista" è utilizzare il documento targato dem come base per una risoluzione da far votare in Parlamento.

Tutti osservano la partita interna al Pd. Giulio Marcon, deputato "pacifista" di Sel, giudica il testo Scanu un «passo avanti significativo». «La Pinotti ne esce male - sottolinea - Sel, in ogni caso, è per la cancellazione del programma, anche se mi rendo conto che quella del Pd è una mediazione con il Colle e le Forze armate». La strada per dimezzare il contestato programma, in ogni caso, resta ancora molto lunga.

 

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