1. TENETEVI SARKOZY AGLI ARRESTI, NOI SIAMO PIU’ FURBI. IMMUNITÀ/IMPUNITÀ PER TUTTI 2. L’EX PRESIDENTE FRANCESE, CHE DA NOI SAREBBE SENATORE A VITA, È NEI GUAI PER I FINANZIAMENTI ILLECITI DI GHEDDAFI E PER LE SUE INTROMISSIONI NEI CASI L’ORÈAL E TAPIE. DA NOI, INVECE, UN VOTO RAPIDO E PLURI-PARTISAN INTRODUCE ANCHE PER IL PROSSIMO MINI SENATO L’IMMUNITÀ PARLAMENTARE CHE VALE PER LE CAMERE ATTUALI 3. POCO VALE CHE IN SERATA RENZIE APRA PER LETTERA AI GRILLINI ALL’IPOTESI DI UN RIPENSAMENTO SULLA FACCENDA. L’EMENDAMENTO CALDEROLI-FINOCCHIARO È PASSATO CON L’APPOGGIO DEL GOVERNO TUTTO, COL VOTO ENTUSIASTA DI LEGHISTI E FORZISTI. VANNO TUTTI D’ACCORDO, QUANDO C’È DA PARARSI RECIPROCAMENTE IL CULETTO 4. AVREMO SINDACI CHE TRAFFICANO CON MUNICIPALIZZATE E PIANI REGOLATORI CHE SI PROTEGGONO CON L’IMMUNITÀ DA SENATORE. AVREMO PRESIDENTI DI REGIONE CHE FARANNO LO STESSO PER CONTINUARE A SMAZZARE APPALTI NELLA SANITÀ E NOMINE DI PRIMARI
A cura di Minimo Riserbo (Special Guest: Pippo il Patriota)
1. TENETEVI SARKOZY AGLI ARRESTI, NOI SIAMO PIU’ FURBI
L’ex presidente francese, che da noi sarebbe senatore a vita, viene fermato per una brutta storia di spionaggio giudiziario, teso a scoprire quanto è nei guai per i finanziamenti illeciti di Gheddafi (un personaggio che abbiamo conosciuto bene anche in Italia) e per le sue intromissioni nei casi L’Orèal e Tapie. Da noi, invece, un voto rapido e pluri-partisan introduce anche per il prossimo mini Senato delle autonomie l’immunità parlamentare che vale per le Camere attuali.
Poco vale che in serata Renzie apra per lettera ai grillini all’ipotesi di un ripensamento sulla faccenda. L’emendamento Calderoli-Finocchiaro è passato con l’appoggio della Madonnona Boschi e del governo tutto, pigliandosi il voto entusiasta anche di leghisti e forzisti. Vanno tutti d’accordo, quando c’è da pararsi reciprocamente il culetto. Avremo sindaci che trafficano con municipalizzate e piani regolatori che si proteggono con l’immunità da senatore. Avremo presidenti di Regione che faranno lo stesso per continuare a smazzare appalti nella sanità e nomine di primari.
L’Italia non cambia verso, come predica Renzie. L’Italia, al massimo fa il verso alle altre democrazie europee. Una buona notizia però oggi c’è: il premier ha rifiutato di andare a farsi leccare al Meeting di Rimini. I ciellini si tengano i Letta, i Bersani, i Lupi e gli Alfani.
NICOLAS SARKOZY FOTOGRAFATO DA PHILIPPE WARRIN jpeg
2. IMMUNO-EFFICIENTI
Il Fatto azzecca la prima e mette le facce di Sarkozy e Pittibimbo che si guardano, separate dalla scritta: “Liberté, Egalité, Immunité”. Libero titola: “Immunità in Senato, passa il pasticcio voluto dai partiti” (p. 6).
Il Corriere si guarda bene dal commentare la vicenda e redige una specie di verbale: “Immunità ai senatori. Pd, Forza Italia e Lega votano compatti. Avranno la stessa tutela dei deputati” (p.2). La Repubblica dei Renziani si affanna a spiegare ai suoi lettori che le cose cambieranno perché il Rottam’attore “ha scritto una lettera” a Grillo: “Al Senato l’immunità resta. Il M5S accusa e Renzi rilancia: ‘Troviamo un’altra strada” (p. 2).
Lodevole l’intervista del governatore toscano Enrico Rossi che dice: “Io governatore dico no: la tutela è giusta solo per i reati d’opinione” (Repubblica, p. 3). La Stampa relega l’infortunio a pagina 9 e poi paraculeggia con due interviste: una a favore e una contro. Vero esempio di giornalismo bi-partisan. Com’è imbarazzante, per i giornaloni di lorsignori, quando i garanti dei fondi pubblici per l’editoria prendono simili cantonate.
3. SARKOZY, STIA FERMO LI’
Istruttiva la lettura della Stampa: “Tentò di corrompere i giudici’. La corsa di Sarkò finisce in caserma. Davanti agli inquirenti dopo 15 ore di fermo. Sfuma il grande ritorno alla politica”. Plenel, ex direttore di Le Monde e fondatore di Mediapart: “Anche lui come Berlusconi usava lo Stato per tutelarsi: quante amicizie imbarazzanti” (pp. 2-3). Il Fatto ironizza così: “Nome in codice Bismouth, la spy story dell’Eliseo. Supersarkò aveva una indentità fittizia per non essere intercettato” (p. 3).
Repubblica riporta: “Gheddafi, la miliardaria e la talpa in procura. La rete di affari che ha rovinato Nicolas. L’intesa con il raìs è suggellata da una visita ufficiale nella capitale francese. L’accusa dell’interprete del dittatore: ‘Ha preso dalla Libia venti milioni di euro” (p. 10).
Chissà se anche in Italia fischiano le orecchie a qualcuno.
4. NANO AVVISATO MEZZO SALVATO
Cartellino giallo per il Berlusca che ha osato parlar male dei giudici: “Berlusconi ammonito: basta offese alle toghe o perde i servizi sociali. La giudice lo convoca per le frasi di Napoli. L’ex Cavaliere assicura: non si ripeterà. Il leader di Forza Italia rilegge le prescrizioni insieme al magistrato, poi concorda e si scusa” (Corriere, p. 6). Si ride anche sul Messaggero: “Attacchi ai pm, altolà dei giudici. Berlusconi: le mie solo battute. Crosti, il magistrato di sorveglianza: ‘Non è un gioco’. L’ex Cavaliere si scusa” (p. 7). La fa tragica Libero: “Le toghe avvisano Silvio: ti arrestiamo” (p. 7). Non siamo mica in Francia, qui.
5. DELL’UTRI CONDANNATO, NANO SALVATO
Arrivano le motivazioni della Cassazione per la condanna di Dell’Utri e sono pesantissime (anche per il Cavaliere). Repubblica: “Dell’Utri pericoloso: rafforzò Cosa Nostra’. Le motivazioni della condanna a 7 anni: ‘Fu il garante dell’accordo tra Berlusconi e boss mafiosi’. La difesa valuta un ricorso alla Corte europea” (p. 21). Se ne ricava che Berlusconi stava con la mafia, alla nascita di Forza Italia, ma pare che la cosa non sia una notizia e ormai interessi poco.
SILVIO BERLUSCONI AI SERVIZI SOCIALI A CESANO BOSCONE
6: SFIG-MECCANICA: PARLA ORSI!
Al processo per le tangenti sugli elicotteri, a Busto Arsizio, ieri è stata la volta di Giuseppe Orsi, che ha detto parole importanti: “Quando sono approdato al vertice del gruppo ho rimosso sacche di malaffare e rapporti clientelari. Chi voleva lo status quo non me l’ha perdonata. Subito è partita un’inchiesta occulta interna contro di me, una vera caccia alla mia vita, un’attività di dossieraggio fatta da un ex generale dei carabinieri amico del mio predecessore (Francesco Guarguaglini, ndr)” (Corriere, p. 21). Vicenda inquietante. Passerà sotto silenzio anche questa? E chi sarà il generalone?
7. NON C’E’ PACE NEL TORRIONE DEI DOBLONI
SILVIO BERLUSCONI AI SERVIZI SOCIALI A CESANO BOSCONE
Lo Ior, la banca vaticana con sede nel Torrione di Niccolò V, si prepara a un’altra rivoluzione. “Lo Ior dimagrisce e prepara il ribaltone. Von Freyberg in bilico. Avanza la riforma di Francesco, più poteri al cardinale Pell. Il presidente potrebbe dimettersi a giorni. Verranno ridotte le funzioni dell’istituto bancario” (Repubblica, p. 22). Per il Sole 24 Ore, lo Ior del futuro avrà un presidente operativo e, soprattutto, che faccia quel lavoro a tempo pieno (p. 23).
8. EREDITA’ ESSECORTA
Il tribunale dà ragione al Vecio nella disputa familiare dei Caprotti: “Proprietà Esselunga, ha ragione Caprotti’. La Corte d’Appello rigetta il ricorso dei figli Violetta e Giuseppe. Accolto il lodo arbitrale sulle azioni che spettano al fondatore Bernardo. Le scritture private” (Corriere, p. 27). Va avanti questa splendida saga familiare, che ormai è un romanzo fatto e finito.
9. PRIVATIZZAZIONI ALL’AMATRICIANA
Devono salvare le chiappe alla finanza pubblica, ma le privatizzazioni sono un problema per chi le fa, o le deve fare. Come testimonia questo pezzo della Stampa: “Poste chiede garanzie su Alitalia e più tempo per la privatizzazione. L’azienda non ha ancora deciso se separare parte delle attività prima della quotazione. Sulla compagnia aerea: “Nuovi investimenti solo dopo un’analisi attenta dei ritorni” (p. 24).
Più secco il Messaggero: “Poste, il cda blocca la quotazione. Stop per le variabili Cai, Cdp, Agcom. Boston prepara il piano. Decisione sulla scia del flop Fincantieri con il sostegno di Rothschild, dei legali e del parere Consob. L’ad Caio informa il governo” (p. 16).
GIULIANA ALBERA CON IL MARITO BERNARDO CAPROTTI E LA FIGLIA MARINA SYLVIA
10. IL FUTURO E’ GIA’ QUI, NELLA TASCA DEI JEANS
Perfino in Italia, matricoletta di internet, è avvenuto il sorpasso. “Internet è mobile, telefonini battono pc. A marzo 7,5 milioni di italiani hanno navigato da smartphone e tablet contro i 5 fedeli al computer. Lo storico sorpasso certificato da Audiweb: tra i ragazzi, la maggioranza va in Rete solo senza fili” (Repubblica, p. 25).