CI VOLEVA RENZI PER CHIUDERE ANCHE “EUROPA” (DOPO ‘’L’UNITA’’’) -TERREMOTO NEL QUOTIDIANO CHE FA CAPO AL PD, IL DIRETTORE MENICHINI LASCIA E ACCUSA RENZI: “AFFIDA IL GIORNALE AL SUO UFFICIO STAMPA”
Alessandra Arachi per il “Corriere della Sera”
matteo renzi foto mezzelani gmt296
Stefano Menichini, direttore di Europa, non ha esitato: ieri ha lasciato la guida del quotidiano del Pd. «Non potevo fare altrimenti», dice, la voce provata. E poi spiega: «La Fondazione Eyu ha rilevato la testata ma non ha trovato finanziatori.
Il giornale quindi verrà fatto per lo più da colleghi in forza all’ufficio stampa del Nazareno (già pagati dal partito) e da pochissimi di noi, forse tre su 14. Non era quello che ci aspettavamo, nell’anno del Pd di Renzi. Io poi non potevo essere uno dei tre che rimaneva in sella della vecchia Europa, non sarebbe stato etico».
La storia di Europa è anomala: il 16 novembre il Pd, attraverso la sua fondazione Eyu, decide di acquistare la testata del quotidiano che fu della Margherita per 200 mila euro. «E noi eravamo ben contenti, convinti che tutta la redazione sarebbe potuta traghettare con la nuova proprietà», dicono i membri del comitato di redazione. E aggiungono: «La cosa assurda è che Europa è l’unico quotidiano italiano che chiuderà in pareggio i suoi bilanci. Non ci aspettavamo una simile gestione dal Pd».
Non è stato certo così per l’altro quotidiano che fa capo ai dem, l’Unità. Con 30 milioni di debiti, il quotidiano che fu di Antonio Gramsci ha chiuso le sue pubblicazioni in agosto ed aspetta, a ore, la decisione del Tribunale per essere rilevata dalla Veneziani editore e tornare in edicola.
Anche qui si pone il problema della sorte dei 60 giornalisti della testata. «Per noi tutti e 60 devono fare parte dell’Unità che riaprirà i battenti», sostengono i membri del Cdr . E spiegano: «Chi prende la testata deve prendere anche i giornalisti che sono parte integrante della testata, come ha stabilito una sentenza della Corte di cassazione».