RENZIE MON AMOUR – CON L’ULTIMA FINANZIARIA ANCHE AL TESORO È ANDATA IN SCENA LA CORSA A SALIRE SUL CARRO DI PITTIBIMBO – IL LETTIANO GAROFOLI LASCIATO SOLO

Fabrizio Ravoni per “il Giornale

 

Matteo Renzi si lamenta dei burocrati europei ed italiani. Rei, a suo dire, di rendere difficile l'attuazione del Piano dei Mille giorni. In realtà, gli equilibri sono diversi.

matteo renzi leopoldamatteo renzi leopolda

A Bruxelles il presidente del Consiglio se la prende con due uomini in particolare: Marco Buti e Stefano Sannino. Il primo è direttore della Commissione Affari economici. Insomma, è quello che ha materialmente scritto la lettera Ue.

Il secondo è il Rappresentante italiano presso le istituzioni Ue; ma, finito il semestre, tornerà a fare il funzionario della Commissione. Piccola coincidenza. I due superburocrati (apprezzati per la loro preparazione) hanno simpatie prodiane.

 

Ben diverso il rapporto di Renzi con la tecnostruttura del ministero dell'Economia. Il 41% di voti presi alle Europee ha innescato un fenomeno a catena nelle stanze di Via Venti Settembre. La corsa a diventare renziani.

 

E pur di tentarlo, da quelle parti, volano colpi bassi. Chi ne sta facendo le spese è soprattutto Roberto Garofoli, capo di gabinetto del ministero dell'Economia. È stato regolarmente bypassato dagli uffici che hanno inviato idee e misure direttamente al ministro o allo staff di esperti economici di Renzi a Palazzo Chigi.

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

 

A costoro il premier ha dato una missione precisa: andate negli uffici del Mef e fatevi raccontare quel che succede e come si potrebbe fare la manovra. E così è stato. Sempre in coppia («come i Carabinieri», malignano al Mef) gli esperti della Presidenza del Consiglio hanno fatto visita agli uffici dell'Economia ed hanno raccolto idee e misure. I funzionari che li ricevevano erano ben lieti di farlo, proprio per accreditarsi con l'entourage di Renzi.

 

enrico letta x enrico letta x

In questo gioco del cavallo, è rimasto fuori Garofoli. Da qui, le difficoltà del gabinetto del ministro ad assemblare la Legge di Stabilità: le carte preparatorie della manovra le avevano tutti (Palazzo Chigi e segreteria del ministro), tranne chi doveva averle. Cioè, Garofoli. Nei suoi confronti, i renziani avevano (e conservano) preconcetti. Il primo fra tutti è che Garofoli è stato segretario generale della Presidenza del Consiglio con Enrico Letta. Anche Fabrizio Pagani, oggi consigliere economico di Padoan, è stato a Palazzo Chigi con lo stesso incarico con Letta. Ma ora è proprio Pagani l'ufficiale di collegamento fra Palazzo Chigi e ministero dell'Economia.

 

Quindi, l'unico che è rimasto spiazzato dal renzismo dilagante al Mef è stato proprio Garofoli. Financo Daniele Franco, Ragioniere generale dello Stato, per non essere costretto alle dimissioni ha bollinato la Legge di Stabilità. L'ha tenuta ferma per qualche giorno di troppo, per fare un dispetto ad Alessandra Dal Verme (renziana ante-marcia). Ma alla fine, o si dimetteva o la bollinava. E l'ha bollinata.

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICOMINISTERO SVILUPPO ECONOMICO

 

I burocrati hanno una rara sensibilità al nuovo corso (qualunque esso sia). Si adattano come camaleonti all'inquilino di Palazzo Chigi di turno. E visto che l'attuale ha preso il 41% alle Europee e sembra voglia restare dalle parti di Piazza Colonna almeno per due mandati, sono molti i mandarini che stanno cercando appigli e agganci con il premier ed il suo entourage.

Che ci riescano realmente è tutto da vedere. Per il momento, i renziani fanno loro credere di avercela fatta. Pochi quelli che - citando il cantautore preferito da Renzi, Francesco Guccini - sono pronti a dire: «non mi unisco a questa schiera, morrò pecora nera».

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…