IL "REX" DELLA DIPLOMAZIA USA - TRUMP SCEGLIE IL PETROLIERE AMICO DI PUTIN REX TILLERSON, BOSS DI EXXON, COME NUOVO SEGRETARIO DI STATO - IL GRANDE SCONFITTO E’ RUDY GIULIANI: A PENALIZZARLO POTREBBERO ESSERE STATE LE SUE POSIZIONI "DURE E PURE" SU RUSSIA E IRAN (CHE DI MOSCA È UN ALLEATO IMPORTANTE)
Francesco Semprini per la Stampa
Il dado è tratto, almeno sembra. Donald Trump rompe gli indugi e fa trapelare il nome del segretario di Stato. Si tratta di Rex Tillerson numero uno di Exxon Mobile. Non un politico di razza, non un navigato diplomatico, e nemmeno un adepto del cerchio magico. A guidare Foggy Bottom sarà (sebbene a ieri sera non ci fosse stata l' ufficializzazione) un petroliere, un manager e uomo d' affari quindi, certo di comprovata lealtà nei confronti del Presidente eletto, e senza dubbio con una conoscenza del mondo ampia sebbene maturata sulla sponda del business internazionale.
Una scelta anomala secondo molti, ma che conferma il carattere sui generis di una squadra di governo creata da Trump. Il nome del 64enne numero uno del gigante energetico era emerso con forza nella giornata di venerdì dopo che Rudy Giuliani, aveva fatto un passo indietro.
L' ex sindaco di New York era da sempre in pole per la conduzione della diplomazia Usa, guidando la «short list» che vedeva anche i nomi dell' ex numero uno della Cia David Petraeus, l' ex amministratore delegato di Ford Alan Mulally, il senatore Bob Corker, il deputato Dana Rohrabacher e l' ex ambasciatore all' Onu John Bolton. Oltre a Mitt Romney, la cui nomina avrebbe permesso a Trump di recuperare lo strappo con una certa parte dell' establishment del partito. Invece nulla di tutto questo.
Secondo fonti informate, le perplessità sulla rosa dei candidati, in particolari su Giuliani, potrebbero essere state le sue posizioni «dure e pure» su Russia e Iran che di Mosca è un alleato importante specie in Medio Oriente. Pertanto una linea dura nei confronti di Teheran avrebbe potuto guastare il «feeling» tra Trump e Putin.
Tillerson invece non presenterebbe questo tipo di controindicazioni. Originario del Texas, è alla Exxon dal 1975, dal 2006 è presidente e amministratore delegato del gruppo - il suo pensionamento è previsto per il prossimo anno - e negli anni scorsi ha chiuso molti accordi energetici con il leader del Cremlino Vladimir Putin.
E l' ipotesi di un rapporto di «non belligeranza» con l' Iran non gli è del tutto invisa, almeno sul piano delle opportunità di affari energetici, sebbene a fargli da vice, dicono alcuni, potrebbe essere il falco John Bolton. Se sarà lui a prendere il posto di John Kerry sarà praticamente completato il mosaico della squadra di governo di Trump.
Che vede i generali incaricati della Difesa e della Sicurezza nazionale (Michael Flynn e James Mattis), i guru della finanza alla regia economica (Steven Mnuchin, ex Goldman Sachs, al Tesoro e Wilbur Ross, guru di private equity, al Commercio), e icone dell' energia tradizionale alla guida di Esteri e Ambiente (Tillerson e l' ecoscettico Scott Pruitt alla guida dell' Epa).
Mentre fedelissimi di Trump e conservatori di ferro si alternano per tutti gli altri incarichi strategici, come Nikki Haley, l' ambasciatrice Usa all' Onu.