VAFFANCULTURA - DA QUANDO C’È LA BANDA DEL LODEN SALE ANCHE LO SPREAD TRA LA CULTURA ITALIANA E IL CONTESTO INTERNAZIONALE - DOPO LA SCELTA SUICIDA DI COMMISSARIARE IL MAXXI, IL MINISTRO ORNAGHI ANCORA NON HA NOMINATO IL SUCCESSORE DI SGARBI ALLA BIENNALE DI VENEZIA - TECNICO DE CHE? ORNAGHI DEL MIBAC NON SI È MAI OCCUPATO, CI PENSA NASTASI? (IL CHIERICHETTO DEL CARDINAL BAGNASCO MIRAVA AL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE)…

Rocco Moliterni per "la Stampa"

Dal 27 dicembre David Chipperfield è il curatore della Biennale di Architettura di Venezia 2012 che si apre a fine agosto. Il ministro Ornaghi a quattro mesi dalla kermesse non ha ancora nominato il curatore del padiglione italiano. Dal 31 gennaio Massimiliano Gioni è il curatore della Biennale di Arti visive di Venezia 2013. Anche in questo caso il ministro Ornaghi non ha ancora nominato il curatore del padiglione italiano (nelle precedenti edizioni il Mibac aveva anticipato la Biennale nella scelta di sua competenza).

Queste nomine, a differenza ad esempio dei problemi di Pompei o di Brera, non implicano da parte del ministero alcuna spesa, quindi Ornaghi non può nascondere la propria latitanza (ma sarebbe più giusto chiamarla inefficienza) dietro le questioni economiche che travagliano il Paese.

Peraltro la nomina del successore di Sgarbi è particolarmente attesa perché si tratta di riacquistare una credibilità internazionale dopo la pacchianata (a scegliere gli artisti gli amici di famiglia) messa in piedi l'anno scorso in Laguna dal critico ferrarese. Si tratta in altri termini di ridurre lo spread tra l'arte contemporanea italiana e il contesto internazionale.

Ma il ministro contribuisce a far salire alle stelle questo spread con la scelta singolare di commissariare il Maxxi, il museo delle arti del XXI secolo, che da lui dipende. I musei d'arte contemporanea in Italia sono in seria difficoltà, dal Madre al Riso, da Rivoli a Casoria, e lui, invece di lanciare un piano per evitare il collasso del sistema, fa colare a picco l'immagine del museo che di questo sistema doveva essere il fiore all'occhiello.

Il governo Monti è stato presentato come un governo di tecnici. Ci si sarebbe aspettati quindi al vertice di un settore strategico come quello della cultura la nomina di un manager dei beni culturali (in Italia non mancano: da Paolo Baratta ad Alberto Vanelli). Scorrendo il curriculum di Ornaghi sul sito del ministero si scopre che è un valente politologo ma che non si è mai occupato di musei, mostre o biblioteche. Ma allora che tipo di tecnico è il ministro della Cultura? Di sicuro, a giudicare da quanto ha fatto finora, un tecnico senz'arte.

 

LORENZO ORNAGHI VITTORIO SGARBI Il Maxxi di Roma Paolo Baratta

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