1. PERDE L'ASSE MERKEL/HOLLANDE/CAMERON CHE SOSTENEVA LETTAGONIA. VINCE LA CORDATA STATUNITENSE E ISRAELIANA CHE SOSTIENE RENZI, A COMINCIARE DA GOLDMAN SACHS NELLE CUI FILA OGGI MILITA PER L'ITALIA GIANNI LETTA, DOPO PRODI E DRAGO DRAGHI 2. VINCE VERDINI, CHE AVEVA PUNTATO SUBITO SUL CONCITTADINO. E ANCHE BERLUSCONI TROVERÀ IL MODO DI AIUTARE SOTTOBANCO IL NUOVO PREMIER IN CAMBIO DI "AMICIZIA ISTITUZIONALE" 3. PIERFURBY CASINI E SUDARIO MONTI PERDONO DI BRUTTO. QUEL CHE RESTA DI SCIOLTA CIVICA (IN PRIMIS ROMANO, LANZILLOTTA E MERLONI) ENTRERÀ DIRETTAMENTE NEL PD, MARIO MAURO NON HA DECISO, MENTRE ALBERTINI VELEGGIA VERSO IL NUOVO CENTRO DESTRA 4, ALFANO PAREGGIA FUORI CASA: GUADAGNA TEMPO PER ORGANIZZARSI CON QUALCHE CHANCE ALLE FUTURE ELEZIONI, SPERANDO NELLA PROGRESSIVA DISGREGAZIONE DI FORZA ITALIA 5. SEL ALLE PRESE CON MIGLIORE E I SUOI CHE VOGLIONO ESSERE DELLA PARTITA GOVERNATIVA
DAGOREPORT
Il pomeriggio più lungo del Pd, o per usare la solita metafora cinematografica, il pomeriggio di un giorno da cani per Letta Enrico, a ben vedere sarà archiviato in fretta: entrambi i duellanti vogliono un voto, Renzi Matteo per misurare il grado di controllo raggiunto da se stesso e dai suoi nel partito, il premier scaduto per nascondere la sua uscita forzata dietro un pronunciamento formale del partito.
Poi, rapidissimo giro di consultazioni sul Colle, domani sera l'incarico al segretario del Pd, sabato e domenica programma e lista ministri. Deputati e senatori intanto restano quasi tutti a Roma il fine settimana per provare a strappare qualche posto da sottosegretario, anche se i giochi sono pressoché fatti.
E già si può fare l'elenco dei vincitori e dei vinti del blitz renziano. Il sindaho (che lascerà l'incarico provando a insediare il fido Patatina Nardella, e andra' a vedere le partite della Fiorentina da premier) tira un calcio di rigore quasi a porta vuota ma deve combattere proprio contro il rigore senza sviluppo che sta uccidendo il Paese.
Il suo predecessore Letta nipote potra' scegliere tra fare l'oppositore nel Pd o, se Renzi dovesse offrirgliela, accettare una poltrona nel nuovo governo. Con tutta probabilità , resterà invece in stand by sino alle elezioni europee per poi essere indicato da Re Giorgio, e anche dal suo generoso successore a Palazzo Chigi, come commissario europeo nel nuovo esecutivo comunitario che nascerà in estate dopo le elezioni europee.
Ecco gli altri vincenti e gli altri perdenti:
Perde l'asse Merkel/Hollande/Cameron che sosteneva Letta nipote. Vince la cordata statunitense e israeliana che sostiene Renzi, a cominciare da Goldman Sachs nelle cui fila oggi milita per l'Italia Letta Gianni, dopo Prodi Romano e Draghi Mario.
Vince Verdini Denis, che aveva puntato subito sul concittadino. E anche Berlusconi Silvio troverà il modo di aiutare sottobanco il nuovo premier in cambio di "amicizia istituzionale".
Pierfurby Casini e Monti Mario perdono di brutto. Quel che resta di Sciolta Civica (in primis Romano Andrea, Lanzillotta Linda e Merloni Paola) entrerà direttamente nel Pd, Mauro Mario non ha deciso, mentre l'ex sindaco di Milano Albertini Gabriele veleggia verso il nuovo centro destra.
Alfano Angelino pareggia fuori casa: guadagna tempo per organizzarsi e partecipare con qualche chance alle future elezioni, sperando nella progressiva disgregazione di Forza Italia.
Sel deve prima fare la conta interna. Migliore Gennaro e i suoi vogliono a tutti i costi essere della partita governativa.
Grillo e Casaleggio restano contro, e si vedrà se vinceranno o perderanno come conseguenza delle cose che farà o non farà il nuovo governo: e' svanita infatti in queste ore l'ipotesi che una quindicina di senatori pentastellati votassero con la maggioranza a guida Pd, al massimo voteranno singoli provvedimenti se condivisi. Voteranno invece per Renzi i tre o quattro grillini che sono gia' usciti dal Movimento e sono iscritti al gruppo misto del Senato, a cominciare da Gambaro, De Pin e Mastrangeli.
Ps. Intanto il senatore Naccarato difende con puntiglio la storia e la memoria di Francesco Cossiga. oggi in una lettera al Corriere della Sera ricostruisce anch'egli le vicende che portarono D'Alema Massino a sostituire Prodi a Palazzo Chigi, ricorda che anche John Major aveva sostituito la Thatcher senza passare per le elezioni e chiede all'ex premier: "E dunque perché fare ammenda dopo 15 anni e non esserne invece fiero?"





