proteste a washington lincoln memorial

WASHINGTON NERA DI RABBIA: LA GRANDE MARCIA IN RICORDO DI GEORGE FLOYD, CON MANIFESTAZIONI IN TUTTO IL MONDO (IN ITALIA POCA ROBA) - LA PROTESTA IN AMERICA È STATA PACIFICA, MENO RISSE E SACCHEGGI, E COME NUOVO OBIETTIVO VUOLE TOGLIERE I SOLDI AI POLIZIOTTI, PER COLPIRLI DOVE FA MALE. IN REALTÀ COLPISCE I SINDACI, MOLTI DI SINISTRA, CHE SE NON SI ALLINEANO FINISCONO CONTESTATI. E OVVIAMENTE NON È UNA MOSSA MOLTO POPOLARE NELLA ''MAGGIORANZA SILENZIOSA'' CHE TRUMP VUOLE CONQUISTARE

 

Paolo Mastrolilli per ''La Stampa''

 

proteste a washington per george floyd

«Questo è un momento storico, cruciale, in preparazione da cent' anni. Non ho mai visto nulla del genere in vita mia. È come quando pensavamo che Barack Obama non sarebbe mai diventato presidente, finché è accaduto».

 

La sfida è tutta qui, come l' ha descritta Lesley Edmond, marciando ieri con i figli su Lafayette Square a Washington, l' ex mercato degli schiavi a due passi dalla Casa Bianca, dove ieri hanno manifestato decine di migliaia di persone.

 

La morte di George Floyd, che ha spinto milioni di persone a protestare in tutto il mondo, da New York a Tokyo, dall' Australia e l' Africa all' Europa, riuscirà a trasformarsi in un movimento politico, capace di cambiare alla radice le cause del malessere globale a cui ha dato voce? Verrà dirottata dai violenti, dando a Trump la scusa per ottenere la conferma a novembre come presidente della legge e dell' ordine? Oppure sparirà nel nulla, come in fondo era accaduto con la rabbia seguita agli abusi di Ferguson, Baltimora, New York, e tutta la stagione che aveva fatto nascere Black Lives Matter?

 

Ieri, forse, è stato il giorno della svolta. Subito dopo l' omicidio di Floyd, le reazioni emotive e gli interessi in malafede di estremisti, antifa, surprematisti boogaloo e criminali comuni, avevano preso il sopravvento. Il commissariato 3rd Pricint di Minneapolis dato alle fiamme faceva più notizia dei manifestanti pacifici, che si inginocchiavano in strada per chiedere sinceramente un cambiamento.

proteste a washington

 

Il caos aveva dato a Trump la scusa per minacciare l' invio dei militari nelle strade, e scattare la foto con la Bibbia in mano, usata come messaggio in codice per la sua base.

Ieri, con un ritardo di quasi due settimane, la scena è cambiata. La stessa prima cittadina di Washington, Muriel Bowser, ha rinominato l' incrocio della 16th Street davanti alla Casa Bianca «Black Lives Matter Plaza», lasciando che questa scritta fosse dipinta sulla strada a caratteri cubitali gialli. La Guardia Nazionale c' era, anche se Bowser aveva inviato una lettera al presidente chiedendo di ritirare tutti i militari dalla città, ma non si vedeva.

 

Ad Atlanta i soldati hanno persino ballato la «Macarena» con i manifestanti, prima di accompagnarli in corteo. A Buffalo invece sono stati incriminati Robort McCabe e Aaron Torgalski, per l' assalto contro il settantacinquenne Martin Gugino, finito all' ospedale con la testa rotta per i loro spintoni. Però 57 colleghi dei due poliziotti si sono dimessi in solidarietà con loro, a dimostrazione di quanta strada resti ancora da fare, per cambiare la mentalità con cui si mantiene l' ordine in America.

 

proteste a washington lincoln memorial

Così si capisce anche il senso del movimento «Defund the Police», che magari darà a Trump argomenti per accusare i democratici di favorire il crimine, ma in realtà punta a usare l' arma dei soldi per riformare la galassia delle forze dell' ordine comunali, statali e federali, ormai evidentemente fuori controllo. In North Carolina, invece, si è svolto l' ultimo saluto a George Floyd nel luogo dove era nato, in attesa del funerale di martedì a Houston.

 

Trump ha osservato dalla Casa Bianca assediata, trasformata in bunker dalle barriere metalliche alzate per proteggerla. E come al solito ha attaccato, stavolta la prima cittadina della capitale: «La sindaco Bowser è esageratamente incompetente, in alcun modo qualificata a guidare una città importante come Washington. Se non fosse stato per la Guardia Nazionale, avrebbe fatto la stessa figura del suo collega di Minneapolis». Donald è diventato presidente cavalcando la spaccatura ideologica e culturale dell' America, e punta a ripetere questa strategia a novembre.

 

I violenti fanno il suo gioco, perché gli consentono di presentarsi come il protettore della legge e dell' ordine, convincendo a votarlo non solo la sua incrollabile base, ma magari anche i moderati della maggioranza silenziosa impauriti dai saccheggi. Ha esaltato il calo della disoccupazione, anche se secondo lo stesso dipartimento al Lavoro le statistiche pubblicate venerdì erano sbagliate al ribasso almeno del 3%, perché così spera di far dimenticare i ritardi nella gestione coronavirus e convincere gli elettori a confermarlo. Anche i neri, che per lui sono beneficiati dalla crescita come tutti.

 

proteste a washington

Le manifestazioni di ieri però hanno dimostrato che la protesta sta diventando un movimento globale, che va ben oltre le violenze della polizia contro Floyd e gli altri. Esprime un malessere dalle radici profonde, nelle tensioni razziali, ma anche nelle disuguaglianze sociali. E ormai si riassume nelle dure critiche del generale Mattis, non esattamente un estremista scalmanato, che ha accusato Trump di essere «il primo presidente nella mia vita che non cerca di unificare il Paese, e nemmeno fa finta di provarci. Quello che vediamo in questi giorni è il risultato di tre anni senza una leadership matura».

 

La leadership però è un problema anche per la protesta, perché finora non si è manifestata. Le stesse marce di ieri sono state pacifiche, almeno fino al tramonto, ma scoordinate. L' incognita è se il candidato presidenziale democratico Biden, magari aiutato da una vice nera, abbia la capacità di impersonarla, unificarla, e indirizzarla al voto il 3 novembre.

omicidio di george floydnegozi distrutti a seattle 1proteste per la morte di george floyd

Ultimi Dagoreport

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…