1. “LA GRECIA, DICIAMOLO CHIARO, È FALLITA DAL 2010. NON C’È NESSUNA RIPRESA, CHI VUOLE FARLO INTENDERE DICE IL FALSO. PROPRIO PER QUESTO NON SERVE A NESSUNO AFFONDARCI. IL PROBLEMA NON È LA GRECIA MA LA GESTIONE DELL’EUROZONA CHE È CONCEPITA MALE” 2. ZAINETTO IN SPALLA, TOTAL LOOK NERO, CAMICIA FUORI DAI PANTALONI, ECCOLO, YANIS VAROUFAKIS, L’UOMO CHE TERRORIZZA IL MONDO
1. VAROUFAKIS: LA GRECIA È FALLITA DAL 2010 E OGGI NON C’È ALCUNA RIPRESA
Ettore Livini e Eugenio Occorsio per “la Repubblica”
VAROUFAKIS SCAMICIATO E SENZA CRAVATTA VA A INCONTRARE OSBORNE A DOWNING STREET
Eccolo, Yanis Varoufakis, l’uomo che terrorizza la Germania, l’Europa, addirittura il mondo a sentire il cancelliere dello Scacchiere George Osborne. Sorridente, meno scarmigliato del solito, il ministro delle Finanze di Tsipras si siede in una saletta dell’ambasciata greca ed espone con calma il piano per liberare Atene dal giogo del debito. Non senza una premessa: «Ragazzi, non vi dimenticate che siamo al governo da dieci giorni, non abbiamo neanche ancora giurato. Volete darci un po’ di tempo per prendere le misure? Io, poi, sono in politica da tre settimane, finora ho fatto il professore».
VAROUFAKIS SCAMICIATO E SENZA CRAVATTA CON OSBORNE
Ministro, cosa chiedete all’Europa?
«Prima di tutto, non abbiamo intrapreso questo tour di capitali (Varofuakis incontra oggi Draghi e domani Schauble, ndr) per chiedere favori a nessuno, ma per stabilire un programma di lavoro comune sereno e razionale, in cui le esigenze di tutti i protagonisti sono correttamente sul tavolo. Dobbiamo tutti sedere dallo stesso lato del tavolo, non schierati uno contro un altro. Lo dirò anche a Schauble, che non conosco personalmente ma di cui ho apprezzato molte pubblicazioni, pervase di spirito costruttivo e genuinamente europeista ».
Chiederete la cancellazione del debito, anche parziale?
«No. Dividiamo il debito, 300 miliardi, in tre parti. Quella verso la Bce sarà saldata per intero e nei termini, ma la prima scadenza di 3,5 miliardi è il 20 luglio. Per le altre tranche, Fmi e Paesi, proponiamo la sostituzione con nuovi bond a interessi di mercato, oggi molto bassi, con una clausola: cominceremo la restituzione per intero quando si sarà riavviata in Grecia una solida crescita. Possiamo farlo senza mancare il pareggio di bilancio e finanziando al contempo iniziative di sviluppo purché ci si liberi dall’onere degli interessi.
Anche con l’Fmi abbiamo avviato il negoziato: non vedo perché non debba accettare una dilazione come fa sempre in casi del genere, almeno a fine anno (i primi prestiti scadono il 15 marzo per 1,9 miliardi e il 15 giugno per altrettanti, ndr). Guardate che il link restituzione-crescita era previsto già negli accordi del 2010, solo che si basava su presupposti sballati. È vero che la congiuntura è andata in modo imprevisto: come diceva Galbraith “le previsioni economiche servono per rivalutare gli astrologi”».
Qual è la vostra roadmap?
«Quattro capitoli: 1. Profonde riforme interne per rendere la nostra economia sostenibile; 2. Ristrutturazione del debito come dicevo nel presupposto che oggi l’indebitamento è insostenibile malgrado ci sia chi mette in giro voci contrarie; 3. Fissazione di una serie di obiettivi realistici da non mancare assolutamente; 4. Riforma del metodo di governo dell’Europa perché il problema non è la Grecia ma la gestione complessiva dell’eurozona, che è concepita male e non potrà mai funzionare. Si è visto come tutto è franato di fronte alla crisi finanziaria importata dall’America nel 2008.
Il governo Tsipras è stato eletto con un mandato semplice: sollevate in Europa il problema della sostenibilità delle attuali politiche dell’euro. Cosa fa una banca quando un cliente va in difficoltà? Si siede al tavolo, discute e il più delle volte gli assegna qualche ulteriore fondo, con raziocinio, perché questo completi i suoi progetti e torni in bonis. Si chiama incentive compatibility . Un fallimento totale non è nell’interesse di nessuno».
Da questo viaggio per capitali, al momento ha riportato sensazioni che autorizzano all’ottimismo?
«Sì, io sono ottimista che il problema sarà risolto. Anche l’altro giorno nella comunità finanziaria britannica ho trovato riscontri favorevoli, a parte che hanno capito benissimo quali erano i nostri problemi pur essendo così distanti. Erano stupiti che un radicale di sinistra avesse stilato un piano degno di un bankrupt lawyer. Ma la Grecia, diciamolo chiaro, è fallita dal 2010. Non c’è nessuna ripresa, chi vuole farlo intendere dice il falso. Proprio per questo c’è bisogno di misure eccezionali».
Fra pochi giorni sarebbe in calendario l’ultima tranche di finanziamenti della vituperata Troika. Li accetterete?
RENZI REGALA LA CRAVATTA A TSIPRAS
«No, sui 7 miliardi previsti ne prenderemo solo 1,9 perché sono soldi nostri, i profitti che la Bce ha incassato da certi bond acquistati nel soccorso del 2010. Per favore, le diciamo, restituiteli. Per il resto la nostra richiesta è: sospendiamo qualsiasi operazione fino a giugno. Chiamiamolo periodo ponte. Intanto riflettiamo sulle misure da prendere per una soluzione stabile. È interesse non solo nostro ma di Italia, Francia, l’Olanda che ha un problema di debito privato, e così via».
Per elaborare le strategie con un nuovo spirito è sempre valida la vostra proposta per una conferenza sul debiti?
«Certo, ma mi sembra che abbia poco seguito. Eppure ci vorrebbe una nuova Bretton Woods: del resto i disastri che quella conferenza affrontò non sono diversi dalla crisi attuale».
2. IL MINISTRO CHE PIACE ALLA RETE E TEMPOREGGIA CON L’UE
Antonella Baccaro per il “Corriere della Sera”
Troppo intelligente per non capire che il suo crescente mito personale, alimentato da un aspetto insolitamente freak per un ministro delle Finanze, è una buona chiave comunicativa, Yanis Varoufakis è approdato ieri a Fiumicino con quella che è ormai la sua divisa: zainetto in spalla, total look nero, camicia fuori dai pantaloni.
tsipras vive in un quartiere operaio di atene
Preceduto da un tam tam sui social network che hanno diffuso a un ritmo impressionante una foto che lo ritraeva sul volo Londra-Roma, rigorosamente in classe economica, il suo nome è diventato trendy su Twitter prima ancora che il suo aereo toccasse terra.
Il ministro ha pianificato attentamente gli incontri con la stampa: ammessa solo quella italiana all’ambasciata greca, con grande delusione (e qualche arrabbiatura) di quella straniera.
Poi di corsa al ministero dell’Economia dove lo attendeva il suo omologo Pier Carlo Padoan per quello che lo staff di via XX settembre ha tenuto a definire un «pranzo leggero», specificando che si è trattato di «un tortino vegetale alle alici marinate e di una calamarata alle vongole», seguiti da un’inevitabile macedonia.
Impossibile sapere se il marxista Varoufakis e l’ex marxista Padoan siano andati oltre il mero colloquio formale.
Più probabile che nell’oretta di colloquio il ministro greco abbia rappresentato a Padoan il piano così sintetizzato poi alla stampa: «Possiamo vedere la fine della crisi greca a partire da giugno. Si può fare: a patto che in Europa ci calmiamo tutti». Ed ecco come: «Occorre un accordo ponte che ci dia il tempo, tipo un mese, o sei settimane a partire da fine febbraio per mettere a punto un’intesa, che poi attueremo a partire dal primo giugno». All’Italia viene chiesto di appoggiare questa richiesta di maggiore tempo, tanto per cominciare.
Varoufakis non si è tirato indietro quando Padoan, a sorpresa, gli ha presentato l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, ora direttore esecutivo del Fmi (Fondo monetario internazionale) per l’Italia, ma anche la Grecia, in visita (si direbbe non casuale) al ministero. «Si sono salutati cordialmente dopo aver scambiato qualche opinione» ha fatto sapere lo staff. Ma in serata Cottarelli ha potuto annunciare che il ministro greco ha aggiunto una tappa al suo tour: Washington, sede del Fmi.
Pressato dai giornalisti fuori dal ministero, Varoufakis è uscito dalla macchina sotto la pioggia, prima che gli fosse offerto riparo nell’androne di via XX Settembre. A chi gli chiedeva il senso della visita in Italia, Varoufakis ha detto senza giri di parole: «L’Italia è un Paese dove è naturale venire per presentarci. Non abbiamo il monopolio delle buone idee, ma qualcuno deve iniziare a parlare, e alle volte sono i più disperati a farlo».
Disperata l’Italia? «La vostra economia è seria, è produttiva, dal punto di vista culturale, della manifattura, fate quasi tutto e quel che producete lo fate molto bene. Avete amministrato bene l’economia, avete raggiunto quasi un equilibrio di bilancio corrente, il vostro governo vi ha tenuto nei parametri di Maastricht, e avete anche un surplus primario. Eppure, nonostante questo, avete un debito insostenibile. Quando succede questo, vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato nell’architettura dell’Eurozona. Se voi state così, allora la Grecia non ha chance ».
Di come cambiare la governance europea ha brevemente parlato in un colloquio con il sottosegretario con delega agli Affari europei, Sandro Gozi. Poi è sparito nella notte romana, lasciando Tsipras ad incontrare i sostenitori italiani. Sui social per tutto il giorno sono fioccati gli inviti.