luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

DAGOREPORT

giorgia meloni e giancarlo giorgetti foto lapresse 1

A raccontarlo non ci si crede. Risultato del primo giorno di OPS ostile del Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca: se il Mef di Giorgetti, che ha in tasca l’11,7% di MPS, lo prende in quel posto (perdendo, sulla carta, 71 milioni), il duplex Calta-Milleri fa bingo: 154 milioni in un giorno!

 

Breve riepilogo. Venerdì scorso, Monte dei Paschi di Siena lancia un’OPS (Offerta Pubblica di Scambio) su Mediobanca, la banca d’affari che da oltre mezzo secolo ha il 13% di Generali, obiettivo esplicito delle mosse congiunte di Milleri (66anni) e Caltagirone (81).

 

MPS MEDIOBANCA

 

(Se Milleri-Calta, che nel capitale Generali possiedono rispettivamente il 9,77% e il 6,23%, conquistassero Mediobanca, avrebbero il controllo del Leone alato).

 

Purtroppo i due imprenditori sono privi dei requisiti bancari per possedere un istituto di credito, e hanno bisogno di una banca per ottenere il via libera dalla BCE per lanciare l’assalto a Mediobanca e poi al cosidetto ''forziere d’Italia'' (Generali ha in gestione 850 miliardi di risparmi e custodisce nei propri portafogli l’1,25% del totale del debito pubblico italico, 37 miliardi su 3mila).

 

E venerdì la Borsa - il cosiddetto Mercato (cioè i fondi italiani e internazionali presenti in maggioranza nelle banche italiche) - stronca di brutto l’operazione Calta-Milleri, in combutta con l’Ad dell’istituto senese Lovaglio, con una perdita del titolo MPS del 6,91% depauperando (sulla carta) le casse di Stato di 71 milioni. Stessa brutta sorte è toccata agli azionisti dell’istituto di Siena.

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI

Ma non a tutti: se Caltagirone e Delfin detengono insieme il 14,9%, quindi perdono sul titolo MPS circa 90 milioni, contemporaneamente hanno – sempre insieme e sempre in accordo (Consob e Banca d’Italia dove siete?) - anche il 25,3% di Mediobanca (è dato credere la percentuale sia più alta). E venerdì il titolo di piazzetta Cuccia guadagna il 7,72% e i due amiconi, il Gatto e la Volpe, si portano a casa circa 244 milioni. Una volta coperte le perdite su MPS, il risultato è: + 154 MILIONI in 24 ore.

 

Il rapporto Meloni-Caltagirone sta diventando peggio di quello Craxi-Berlusconi. Per trovare una via per la conquista di Generai, l’editore del “Messaggero” chiede alla Ducetta la Legge Capitali che cambia le carte sul rinnovo dei CdA (ma si aspetta ancora il regolamento della Consob) e tra mille polemiche, anche internazionali (Financial Times in prima linea), il governo Meloni la fa. Quando c’è l’Opa di UniCredit su BMP, stroncando l’operazione terzo polo bancario BPM-MPS, chiede di esercitare la Golden Power considerando Unicredit una “banca straniera” (sic!) e il Mef di Giorgetti istruisce una inutile e ridicola pratica.

 

ALBERTO NAGEL

Chiusa la via BPM dall’Opa Unicredit di Orcel (la regola vieta a chi e oggetto di un’offerta pubblica di mercato di fare qualsiasi operazione di natura straordinaria), i nostri eroi non si perdono d’anima e cambiano cavallo: l’OPS su Mediobanca si fa con MPS convincendo la Fiamma Magica di Palazzo Chigi a supportare la scalata ostile con l’11,7% del Mef (Giorgetti pur essendo ben a conoscenza dell’operazione non informa nessuno).

 

LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE

Cose mai viste in un paese occidentale che un governo affianchi due imprenditori per una scalata bancaria trasformandosi in un Governo-Banca.

 

E che banca! La più scalcagnata e fallita d’Italia, l’unica della storia della Repubblica ad essere stata nazionalizzata per via degli scandali e delle molte crisi degli ultimi 20 anni; un disastro costato a noi contribuenti circa 30 miliardi tra aumenti di capitale e contributi pubblici; e il risanamento patrimoniale dell’Ad Lovaglio non è fondato sui crediti reali ma sul DTA (Deferred Tax Assets), sostanzialmente risparmi su debiti fiscali futuri.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

Mediobanca al contrario è un esempio di solidità patrimoniale, al punto che non è stato necessario ricapitalizzarla nemmeno all’indomani dello scandalo Lehman del 2008.

 

E dopo il “vaffa” di venerdì del mercato, che succederà?  Tecnicamente, l’operazione Calta-Milleri è ancora possibile.

 

La differente capitalizzazione delle due banche (ad oggi, Mediobanca 13,5 miliardi contro gli 8 di MPS) potrà essere colmata con un aumento di capitale della banca senese di 4 miliardi (si sussurra che, una volta che l’OPS diventerà esecutiva, sia previsto per aprile).

 

GLI AZIONISTI DI GENERALI

Un aumento al quale non parteciperà il Mef e la sua quota dell’11,7% automaticamente si diluirà (l’intesa di Giorgetti con l’Unione Europea prevede una graduale uscita dello stato dalla banca senese).

 

A quel punto, per difendere Mediobanca dall’assalto, Nagel dovrà chiedere un intervento del boss di Generali, Philippe Donnet, che ha  imbastito in fretta e furia la creazione di una nuova società comune con il gruppo francese Natixis che avrà 1.900 miliardi di risparmio da gestire, facendo imbestialire Calta-Milleri, supportati da Meloni in modalità Trump: First Italia!

 

FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO

Donnet è ben introdotto nel mondo della finanza internazionale, e tocca a lui, secondo scalpo dopo Nagel, il compito di chiamare alle armi i grandi fondi internazionali, soci di maggioranza in Mediobanca e Generali, per respingere l’assalto del Carariccone alla Fiamma.

 

POST SCRIPTUM

Milleri ha nei confronti di Mediobanca e dei due dioscuri, l’Ad Nagel e il presidente Pagliaro, un’avversione che risale ad una vicenda di molti anni fa legata allo IEO, l’Istituto Europeo di Oncologia di Veronesi, da cui fu estromesso come fornitore; IEO che cercò, senza successo, di far acquistare dal suo datore di lavoro Leonardo Del Vecchio scatenando poi la battaglia su Generali e direttamente in Mediobanca.

GENERALI Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024

MPS - MEDIOBANCA - UNICREDIT - BANCO BPM - GLI INTRECCIieo milano 1IL RISIKO BANCARIO - L OFFERTA DI MPS SU MEDIOBANCA E QUELLA DI UNICREDIT SU BANCO BPM

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…