Maria Berlinguer per ''La Stampa''
«Abbiamo avuto una media di 5,5 di share, un punto più dell'anno scorso ma non sono una fissata con gli ascolti e poi in questa stagione drammatica gli ascolti della politica sono andati bene tutti, la gente aveva bisogno di capire, è cresciuta Raidue ma anche La7. In più banalmente non ci sono state le partite alle 20,30, e lo dico come appassionata di calcio e della Roma, una fede che non si discute, se vendono pure Zaniolo mi sparo però resto qui».
barbara palombelli stasera italia
Barbara Palombelli ha da poche ore rinnovato il contratto con Mediaset per altre due stagioni di Forum, programma che conduce da otto anni, e per Stasera Italia, striscia preserale di informazione politica in concorrenza con Otto e mezzo, programma di punta de La7 guidato da Lilli Gruber. Una sfida tutta al femminile.
Come vive la concorrenza?
«Con Lilli ci conosciamo da una vita, sono stata anche un suo autore. Era il periodo dell'euforia per Mario Segni, il '92, con Massimo Franco abbiamo firmato, "Al voto, al voto". Poi lei è stata a lungo all'estero, ma abbiamo sempre avuto un buon rapporto. "Otto e mezzo" l'ho persino condotto con Giuliano Ferrara. Tra noi non c'è rivalità, ci incontriamo dal parrucchiere, Roberto D'Antonio, condividiamo l'interesse per la politica e probabilmente anche dell'altro. La nostra sfida non è con lei che va in onda da tanto e può contare sul formidabile traino del Tg di Mentana, secondo me uno dei migliori. Ma con il pubblico. L'anno scorso Piersilvio ci ha chiesto di cambiare la natura di Retequattro, mi sembra che ci siamo riusciti».
barbara palombelli e l'annuncio della fine della guerra 1
Un passaggio difficile?
«Sì. La rete ha un ascolto molto trasversale, noi, e penso soprattutto al capo progetto, Alessandro Usai, senza risse, senza comici e senza trucchi abbiamo cercato di spiegare quello che succedeva andando sempre in diretta. Siamo stati critici con il governo giallo verde e altrettanto lo siamo stati con quello Zingaretti-Di Maio. Certo quest' anno è stato tutto molto più difficile. Con il virus. Quando riscriveremo la storia di questi mesi il calendario sarà importante per capire cosa è successo».
In che senso?
«Ci hanno preso in giro tutti a febbraio quando ho cominciato a chiedere di stare a casa e indossare le mascherine. Era il 23, il 27 Sala e Zingaretti hanno organizzato gli aperitivi con lo slogan Milano non si ferma. E le stesse cose dicevano Salvini e Renzi. Un messaggio devastante per il Nord che infatti è partito in massa per la settimana bianca. Era il periodo in cui si postavano foto mangiando gli involtini primavera per dimostrare di essere amici dei cinesi, per carità non è che ce l'ho con i cinesi, ma diciamo che mi sono sembrate cose fuori luogo. Sono stata preveggente?
No, ma sono una fifona e per fortuna ho capito la tragedia che stava capitando grazie a Melania Rizzoli che mi inviava gli algoritmi dove si vedevano i centomila contagiati in prospettiva e all'oncologo milanese Garbagnati che ci ha accompagnato per tutta la stagione. All'inizio tutti facevano ironia sul virus. Bisognerà ricostruire giornalisticamente quelle due settimane, per vendicare e risarcire tutte quelle persone che sono morte da sole. Noi la mascherina l'abbiamo cominciata a usare il 20 febbraio, lo rivendico».
C'era chi allora diceva che la mascherina non andava usata, anche nel governo e tra gli esperti. Persino l'Oms lo sosteneva.
«Per questo penso che sarà importante capire le responsabilità di ciascuno. Le Regioni dovranno fare un censimento per tutelare le persone a rischio. Vaccinandole. Soprattutto se ci sarà una seconda ondata. Non credo molto alla app immuni. Ho appena letto uno studio dell'Accademia dei Lincei sui tedeschi. Certo hanno tante terapie intensive ma lì la popolazione sopra i 65 anni è tutta doppiamente vaccinata per l'influenza e lo pneumococco».
C'è qualcuno che ha rifiutato un suo invito?
francesco rutelli barbara palombelli
«Mi sarebbe piaciuto avere Conte. Ma va poco ospite, preferisce le conferenze stampa. Per il resto direi di no, sono venuti tutti quelli che abbiamo invitato».
Quattro figli, dei quali tre adottati, due nipoti di 2 e 8 anni, un marito, Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma e ora presidente dell'Anica con il quale sta da 41 anni. "Abbiamo messo su un circo" ha detto suo marito della sua famiglia. Come ha fatto a sopravvivere e a lavorare?
«Sono molto organizzata e ho sempre usato le tecnologie. Desideravo una famiglia numerosa e dopo la prima adozione di Francisco che è andata da subito molto bene ho convinto Francesco. È stata dura certo. Ma anche divertente e ce l'abbiamo fatta. Con mio marito sono andata a convivere dopo appena una settimana, stiamo insieme da quarant' anni. Forse perché non mi sono chiesta quanto sarebbe durata o perché ci siamo lasciati in pace. Però questo tempo è volato».