Hannah Smothers per “Daily Dot”
Kevin Douglass è lo studente al secondo anno di filosofia all’Università del Texas di Austin. Un ragazzo normale che, nella pausa dalle lezioni, seleziona foto e video di estranei da aggiungere a “UTUnrated”, account di “Snapchat” zeppo di culi, tette e più o meno tutto ciò che si può fumare e sniffare. Non c’è modo di sapere da dove vengano gli utenti e chi siano, quindi non c’è modo di distinguere 10 secondi di sesso consensuale da 10 secondi di stupro.
Douglass non è preoccupato all’idea di postare immagini senza consenso del soggetto. Non è il primo né l’ultimo a creare queste promiscue zone digitali, ma è uno dei pochi a uscire dall’anonimato. Simili account sono emersi in altri stati, dall’Arizona alla California. Ha tantissimi seguaci, e crede che il merito sia del suo essere sensibile e cosciente dei problemi che quegli scatti potrebbero creare.
Dice di voler dare una corretta rappresentazione della vita studentesca, usando foto e video che gli utenti gli mandano, dal gatto che gioca col dildo alle ragazze in topless fino ai brevi porno amatoriali. Tutti sperano di essere guardati da migliaia di altri. Dichiara Douglass: «Ho sempre e solo postato foto di donne nude mandate al mio indirizzo, non le ho prese a caso da internet. Non posto invece gran parte dei peni che vengono inviati alla mia attenzione». Ha gusti eterosessuali, come i suoi “follower”, evidentemente.
Ha chiuso il suo precedente account quanto gli utenti sono balzati da 10.000 a 40.000 in meno di dieci ore: «Voglio tenerlo su scala locale, perché quello è il suo appeal: sapere che si tratta di gente intorno a te». Il criterio di scelta del materiale si basa sulla buona fede, immagina che gli utenti siano suoi compagni, ma non ne ha la certezza. Per lo stesso motivo non può sapere se le penetrazioni anali che mette on line siano avvenute consensualmente o no.
Perlomeno non sono tollerate immagine esplicite di minori. Qualcuno, sobrio o pentito, gli chiede di rimuovere il contenuto originariamente postato, e sta al suo buon cuore assecondarlo o meno: «Legalmente la colpa è sua, non credo sia mia. Io non voglio rovinare la vita a nessuno, lo faccio per divertimento. La vedo come una forma di esplorazione sessuale, non come una forma di sfruttamento. Ho messo le mie linee guida e conto sul fatto che gli utenti le seguano».
sesso e droga al campus di austin
Intanto, va detto che la pornografia su “Snapchat” è vietata, quindi la colpa è anche sua. Lui cerca di tagliare i volti per non farli riconoscere, ma spesso si vedono eccome, mentre fanno cose illegali. E di frequente accade che gli utenti facciano foto delle foto al computer, quindi vengono acquisite, ripostate e riusate da chissà chi.
Già sa che gli chiuderanno l’account e già ha registrato “UTUnrated6”, 7, 8 e 9, dove eventualmente dirottare la sua fan base.