This sealed the deal for President Trump.
Thank you, @HulkHogan pic.twitter.com/q2MpekktXo
— PWP Nation (@PWPNation) November 6, 2024
1. GLI "ININFLUENCER"
Estratto dell’articolo di Paolo Giordano per “Il Giornale"
taylor swift annuncia l'endorsement a kamala harris con una foto del suo gatto
Dunque tanti endorsement per nulla. Tra i tanti perdenti di questa campagna presidenziale ci sono i divi, spesso super divi, altre volte mini divi, comunque a decine, persino centinaia, che si sono spesi per Kamala Harris in ogni modo, con video, post, apparizioni, risatine, interviste. Da Lady Gaga a LeBron James.
Da Bruce Springsteen a Eminem e George Clooney. Solo a metterli in fila ci sono valanghe di Oscar e di Grammy, milioni di copie vendute, tour mondiali e primi posti al box office. Tutto lecito per carità, sia mai che uno non possa esprimere la propria preferenza politica.
Ma se si dà uno sguardo alle squadre degli endorsement, da una parte una valanga di celebrità strainfluenti e dall'altra, cioè quella per Trump, «soltanto» Kanye West, Kid Rock, Billie Ray Cyrus, padre di Miley, Jim Caviezel e pochi altri, è chiaro che il peso specifico elettorale del vippame è molto relativo. Tanto per capirci, si pensava che l'uscita pubblica di Taylor Swift «gattara senza figli» a favore di Kamala Harris avrebbe implacabilmente spostato l'equilibrio a favore dei Dem. Invece zero.
GEORGE CLOONEY - JOE BIDEN - JULIA ROBERTS - BARACK OBAMA
Anzi, per alcuni analisti e sondaggisti, lo spiegamento di stelle ha aumentato la distanza tra gli elettori e la candidata, quasi che lei fosse la «prescelta» della casta e non l'eletta del popolo. Un gioco perverso nonostante nel pallottoliere della candidata Harris siano entrati pure Leonardo Di Caprio, Meryl Strep, Spike Lee e Beyoncé.
Dopotutto l'uscita «quando penso ai miei figli e a come cresceranno, la scelta mi è chiara, vota Kamala Harris» fissata sui social dalla star dell'Nba da LeBron James ha un tono apocalittico che mal si sposa non solo con la realtà dei suoi figli (che cresceranno nel lusso e nei diritti) ma pure con la realtà in generale.
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taylor swift con la gatta olivia 6
Se si volesse buttare tutto in caciara, basterebbe dire che la canottiera rossa dell'ex wrestler settantenne Hulk Hogan, storico supporter di Trump, «pesa» di più di tutta
Hollywood. In realtà non è così. È successo che (anche) l'estenuante presenza social ha tolto ai divi, a tutti i divi, l'ultima patina di autorevolezza che avevano e da influncer sono diventati tristemente ininfluencer qualsiasi.
2. DA TAYLOR SWIFT A JULIA ROBERTS LA CAMPAGNA DELLE STELLE NON RIESCE A RIEMPIRE LE URNE
Estratto dell'articolo di Massimo Basile per “La Repubblica”
Prima l’endorsement di Taylor Swift. Poi quelli di Beyoncé, Billie Eilish, Eminem, Bruce Springsteen, Cardi B., Lady Gaga e Ricky Martin. E a Hollywood George Clooney, Spike Lee, Jennifer Aniston, Julia Roberts, Harrison Ford, Arnold Schwarzenegger. La grande parata di stelle per illuminare il percorso della vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris verso la Casa Bianca si è rivelata un flop, non ha cambiato le sorti della sfida elettorale. Forse ha prodotto l’effetto contrario.
LO SPOT ELETTORALE PRO KAMALA HARRIS CON LA VOCE DI JULIA ROBERTS
Il pop riempie gli stadi, ma non le urne. Il rock scalda i fan ma non gli elettori. Artisti strapagati non vengono considerati credibili, se in gioco c’è la vita di tutti i giorni.
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Il Boss aveva accusato Trump di voler diventare un «tiranno americano ». Parole come pietre, o come palline di carta. Trump ha conquistato la Georgia. E l’appello “da madre” di Beyoncé, in Texas? Trump ha vinto anche lì. Eminem in Michigan? Stesso risultato. Domenica De Niro a Philadelphia ha incontrato i tifosi degli Eagles e ricordato l’importanza del voto. La Pennsylvania ha scelto Trump. L’endorsement di una star in genere funziona più di un messaggio sponsorizzato. Dopo la notte elettorale qualche dubbio viene.
3. BELLI, FAMOSI E ININFLUENTI LO STAR SYSTEM SI SCHIERA IL PAESE REALE SCEGLIE DA SÉ
Estratto dell'articolo di Andrea Scarpa per “il Messaggero”
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hulk hogan per trump madison square garden new york
Da Taylor Swift a Bruce Springsteen, da George Clooney a Lady Gaga, Beyoncé, Arnold Schwarzenegger, Jennifer Lopez, Harrison Ford, Cher, Robert De Niro, Billie Eilish, Eminem, Barbra Streisand, Bon Jovi, Charli Xcx (quella di "Kamala is brat", una ragazzaccia) e tanti altri - comprese superstar dello sport come LeBron James - mai come quest'anno le star americane si sono schierate in maniera così compatta per cercare di influenzare l'esito delle Presidenziali, ovviamente in favore di Kamala Harris. Mai come stavolta, però, la distanza fra loro e gli elettori è sembrata siderale. Problema numero uno: la credibilità.
(…) Per intendersi meglio e capire quello che è successo, o non è successo, come non citare allora il geniale comico inglese Ricky Gervais, che all'inizio della cerimonia di premiazione dei Golden Globe 2020, davanti a tutta Hollywood - da Al Pacino a Tom Hanks - fece un discorso semplice e chiaro: «Se vincete un premio stanotte, non fate discorsi politici. Non siete nella posizione di fare lezioncine al pubblico su nulla.
Non sapete nulla del mondo reale. La maggior parte di voi ha passato meno tempo dietro i banchi di scuola di Greta Thunberg. Quindi, se vincete, venite qui, accettate il vostro piccolo premio, ringraziate il vostro agente e il vostro dio e andate tutti...».
jennifer lopez con kamala harris a las vegas jennifer lopez a las vegas per kamala harris
hulk hogan alla convention repubblicana di milwaukee
harlequin lady gaga harlequin lady gaga
amal e george clooney bruce springsteen al convegno per kamala harris 1 JULIA ROBERTS