BUONGIORNO AUDITEL! – DA IERI È PARTITO IL NUOVO SISTEMA DI RILEVAZIONE DELL’AUDIENCE TELEVISIVA, CHE TIENE CONTO ANCHE DEI DATI DEI SITI INTERNET DELLE TV – ALDO GRASSO: "NEL TEMPO CAMBIERÀ ANCHE IL MODO DI CONCEPIRE I PROGRAMMI, E LA TV ENTRERÀ IN UN'ETÀ NUOVA" – GLI ITALIANI PASSANO PIÙ DI 5 MILIONI E MEZZO DI ORE A SETTIMANA GUARDANDO CONTENUTI TV ONLINE – CHI CI GUADAGNA? FRA TUTTI SKY, CHE OGNI SETTIMANA FA 74 MILIONI DI STREAM, CIOÈ IL 70% DEL TOTALE. L'ANALISI DI COMSCORE

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1 – IL PICCOLO SCHERMO CAMBIERÀ LE REGOLE

Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

 

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Con la «Total Audience», si apre veramente una nuova «età della tv». Ogni epoca televisiva è fortemente legata - potremmo dire «forgiata» - dal modo in cui il pubblico viene pensato, mappato e perfino immaginato. Nell' età dei servizi pubblici monopolisti, come la Rai fino agli Settanta, c' erano gli indici di gradimento e il «Servizio Opinioni». Con gli anni Ottanta è iniziata la rivoluzione della concorrenza e delle reti commerciali.

 

Una trasformazione avvenuta in pochi anni, che non sarebbe stata concepibile se non accompagnata da una nuova «misurazione», e un' inedita modalità di concepire il pubblico. Nel 1984 nasceva Auditel e con essa il concetto di audience con i suoi «ascolti quantificati», la share, il rituale delle dieci del mattino a scrutare, fra i dati, vincitori e vinti, morti e feriti.

 

selvaggia lucarelli vs aldo grasso 6 selvaggia lucarelli vs aldo grasso 6

Con la «total audience» il quadro cambia ancora, e si adegua finalmente alle trasformazioni cui siamo ormai abituati da un po' di tempo: la tv ha lasciato, almeno in parte, il televisore e si è trasferita anche sugli apparecchi digitali come pc, tablet e, sempre di più, smartphone. Il numero delle smart-tv è in crescita. Non si tratta affatto di una mutazione soltanto tecnologica, ma di un cambiamento che, progressivamente, toccherà le regole del gioco, le logiche degli investimenti, le politiche editoriali.

 

Fino a ieri abbiamo attinto esclusivamente ai dati di ascolto «campionari»: dagli anni Ottanta il «panel Auditel» (oggi un «super-panel» fra i più grandi al mondo, composto da 16.100 famiglie) fotografa i consumi televisivi di una popolazione di quasi sessanta milioni di persone (gli individui con più di 4 anni che posseggono un televisore).

 

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Si tratta di una misurazione «a campione», basata sulle leggi di espansione della statistica, con margini d' errore molto limitati e prevedibili. Da oggi in poi, a questo «ascolto a campione», si affianca una nuova misurazione «censuaria» che rileva, ogni giorno, i dati di ascolto televisivi su tutti i device, fra contenuti editoriali (programmi, sia nella versione «live», in diretta, sia «on-demand», anche quando re-impacchettati in forme brevi e adatte al web) e pubblicità, nelle sue varie forme. Quali sono le conseguenze di questa rivoluzione? Come spesso accade per i media, i cambiamenti saranno graduali.

 

Gli ascolti che passano attraverso apparecchi digitali connessi rappresentano ancora pochi punti percentuali rispetto a quelli più tradizionali. Per questa ragione, ancora per diversi anni, dovremo affiancare «ascolti campionari» (la «vecchia Auditel») e «ascolti censuari» (la «nuova Auditel»). Ma con la diffusione delle reti veloci (5G) e le trasformazioni culturali e generazionali, il peso degli ascolti connessi crescerà. Concretamente, come i primi dati confermano, gli effetti sui programmi si iniziano a vedere.

 

Anche per il mercato si apre una pagina nuova: decine di migliaia di ascoltatori, misurati in modo condiviso e certificato, si affiancano a quelli tradizionalmente rilevati. Nel tempo, cambierà il modo di concepire i programmi, perché nel nuovo mondo digitale e connesso il non-lineare (il contenuto on-demand) e la brevità (tutto quello che può diventare clip) saranno premiati. E la tv entrerà, pian piano, in un' età nuova.

 

andrea imperiali di francavilla andrea imperiali di francavilla

2 – AL VIA LA MISURAZIONE DIGITALE DI AUDITEL: IL PRIMO PASSO DI UNA RIVOLUZIONE NEL SISTEMA DEI MEDIA.

DAGONEWS

 

Dalle sei di ieri pomeriggio sono disponibili i primi dati Auditel relativi al consumo dei contenuti televisivi sui Device Digitali.

 

In una conferenza stampa tenutasi ieri mattina a Milano, Andrea Imperiali di Francavilla (Presidente di Auditel) e Lorenzo Sassoli de Bianchi (Presidente di UPA) hanno presentato le caratteristiche del nuovo sistema di misurazione e spiegato come interpretare i dati che sono stati pubblicati già nel pomeriggio.

 

Lorenzo Sassoli de Bianchi Lorenzo Sassoli de Bianchi

Si tratta del primo passo di una vera e propria rivoluzione copernicana e ci vorrà un po’ di tempo per comprenderne la portata, ma gli effetti sul sistema dei media saranno sicuramente molto importanti.

 

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La prima differenza rispetto alle rilevazioni televisive tradizionali basate su campioni ed elaborazioni statistiche è che, in questo caso, i dati rappresentano il consumo effettivo e non quello stimato. Ciò è reso possibile dal fatto che tutti gli operatori televisivi hanno installato un tag (ovvero un vero e proprio contatore) sui propri siti che rileva ogni singolo video visto dagli utenti.

 

Queste quantità certe (ad oggi riferite solo al consumo in Browsing - ma prestissimo arriveranno anche le App) nei prossimi mesi saranno attribuite alle rispettive audience televisive integrando, questa volta si grazie al Superpanel, le misurazioni della TV tradizionale e quelle digitali.

 

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Per questo motivo Imperiali è stato chiarissimo nello specificare che le audience televisive e quelle digitali non si possono ancora sommare ma sono parallele e che, quindi, non si può ancora ragionare in termini di “vincitori e vinti” come si è abituati a fare sulla tv tradizionale. Data la solidità dei numeri e la portata dell’innovazione (Auditel è il primo certificatore a livello mondiale non solo dei contenuti editoriali ma anche di quelli pubblicitari) c’è però da scommettere che prestissimo usciranno confronti e analisi comparative sui dati digitali.

 

La sfida è quella di riuscire a definire sistema di rilevazione tanto forte da imporsi sul mercato superando l’autoreferenzialità delle misurazioni degli OTT che mirano alla conquista conquistare i budget televisivi. E’ per questo che una grande attenzione è stata posta sul tema del rispetto della Privacy e della tutela dei dati.

 

 

3 – NUOVA AUDITEL. LA FRUIZIONE DEI CONTENUTI VIDEO SUI DEVICE DIGITALI: I PRIMI DATI UFFICIALI

Massimo Scaglioni per il “Corriere della Sera”

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È cominciata ieri la rivoluzione della Total Audience, e per capirne la portata basta snocciolare qualche semplice dato. In Italia ci sono, già oggi, 112 milioni di schermi. Di questi solo poco più di 42 milioni sono televisori. Gli altri 70 milioni sono desktop e laptop, tablet e soprattutto smartphone. Tutto quanto sempre più connesso a reti dalla velocità crescente.

 

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Entro meno di cinque anni il 75% del traffico Internet sarà composto da video. Ecco perché misurare anche in Italia il consumo televisivo online non è più rinviabile, ecco perché la tv e la rete sono mezzi sempre più sovrapposti.

 

Il mondo della Total Audience rappresenta dunque uno sguardo sulla tv di domani, ancor più che di oggi: la «nuova tv» del prossimo decennio e oltre sarà sempre più connessa, on demand (oltre il 90% del traffico è «non lineare», ovvero successivo alla messa in onda live), potenzialmente in mobilità. Fatta in misura crescente di contenuti «short form», brevi, piuttosto che delle infinite serate cui la tv tradizionale ci ha abituato.

 

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Sono queste le prime evidenze che emergono dall' analisi che Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell' Università Cattolica) ha potuto elaborare a partire dai numeri che rilevano anche i device digitali, pubblicati da ieri (elaborazione iPort Nielsen e MCS su dati Auditel).

 

Numeri che dimostrano una cosa chiara: la televisione tradizionale non è certo destinata a estinguersi, e continuerà a essere misurata con le tecniche e le metriche consuete (gli ascolti medi, la share, le curve). Ma sarà sempre più affiancata dalla «nuova tv» connessa, con l' una che alimenterà l' altra e viceversa. Le abitudini di visione, però, stanno già mutando, e così dovrà fare il mercato (soprattutto quello degli investimenti pubblicitari).

 

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Ora finalmente conosciamo quel che è sfuggito alla tradizionale analisi degli ascolti televisivi, un fenomeno - la fruizione digitale attraverso device connessi a Internet (tramite protocollo IP) - già ora rilevante e destinato a diventare sempre più centrale: si tratta di oltre 119 milioni di «legitimate streams» alla settimana (il campione è analizzato dal 16 al 22 giugno), ovvero di contenuti video, di natura «televisiva», che sono consumati «fuori» dal televisore tradizionale (il dato sarà integrato da quello delle app a settembre). Si tratta, ancora, di oltre 17 milioni di stream al giorno.

 

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Sempre in una settimana gli italiani «connessi» spendono 5.653.000 ore guardando contenuti televisivi online, lungo una curva oraria che sembra riprodurre quella dell' ascolto televisivo tradizionale, coi consueti picchi agli orari di pranzo e nella prima serata (anche nel nuovo mondo il prime time è fra le 21 e le 22).

 

Come interpretare questi dati, al di là dei crudi numeri? Si sa che i contenuti in rete - quelli video in particolare - dipendono strettamente e sempre più dagli investimenti pubblicitari. La filosofia di fondo resta immutata nel nuovo mondo della «Total Audience», ma le regole del gioco cambieranno.

 

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Si possono individuare, in questa prima manche, alcuni vincitori e i vinti. Fra gli editori rilevati da Auditel (che rappresentano l' 86,5% del mercato) per ora non c' è storia: a vincere la prima battaglia della tv digitale in streaming è soprattutto Sky, che incassa come editore oltre 74 milioni di stream (ovvero di contenuti visti) alla settimana, ovvero oltre il 60% del totale.

 

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Lo fa sia per via dei suoi contenuti dal forte appeal (il calcio e gli altri sport) sia perché ha avviato da tempo una politica digitale attenta, che porta le clip a viaggiare e a «spalmarsi» sulla rete, grazie a una serie di accordi con piattaforme, editori e social.

Insomma, paradossalmente, è il «giardino protetto» della pay tv a realizzare la politica di maggiore «apertura» dei propri contenuti pregiati (anche in funzione promozionale e di marketing). In particolare i canali sportivi Sky totalizzano oltre 35 milioni di stream a settimana.

 

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Fra le reti generaliste e gratuite, spicca il ruolo di La7, soprattutto per quanto concerne l' approfondimento (con quasi 3 milioni di stream ). Va molto bene Canale 5 (quasi 20 milioni), mentre Rai1 (3 milioni 918mila), Rai2 (1 milione 742mila) e Rai3 (1 milione 850 mila) hanno maggiori difficoltà nel mondo connesso. Per Discovery Real Time (1 milione 397mila) batte Nove (792mila). Questi dati devono tenere in considerazione che la stagione tv si è appena conclusa, e che la spinta dei contenuti riprenderà a settembre.

 

MENTANA SI INCAZZA CON LA REGIA MENTANA SI INCAZZA CON LA REGIA

Siccome però la produzione dei dati della total audience è iniziata il 16 dicembre dello scorso anno, è possibile ricostruire alcuni dei «vincitori e vinti» dell' ultima stagione.

maria de filippi 1 maria de filippi 1

Durante l' ultima maratona elettorale per le Europee (26 e 27 maggio), il boom degli ascolti digitali premia decisamente La7, che è l' editore che con i suoi Speciali (in particolare TgLa7) catalizza il maggior tempo di fruizione per i suoi contenuti (con oltre 37mila ore di visione). In termini di ascolti (AMR-D), le elezioni online sono seguite soprattutto su Sky (la somma degli ascolti medi supera 700mila visioni) e su La7 (più di 97mila), cui seguono Mediaset (quasi 50mila) e Rai (poco più di 26mila). Non c' è storia nel duello digitale fra Soliti ignoti e Striscia la notizia . In una settimana (26/5- 1/6) quest' ultima si porta a casa fino a 232.000 «visioni aggiuntive» on demand (più di 46mila per puntata media).

Anche Maria De Filippi è regina della tv connessa: la finale di Amici raggiunge 662.000 visioni complessive VOD, mentre Uomini e donne ne cumula nella settimana fino a 390.000 a puntata, e in una settimana raggiunge i due milioni di visioni. Dati per nulla marginali.

 

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