CAFONALINO! - IL REGIO DI TORINO RIAPRE LE PORTE AL PUBBLICO DELLA LIRICA DOPO DUE ANNI DI ASTINENZA CON UN ALLESTIMENTO DELLA "BOHÈME" DI PUCCINI MESSO IN SCENA DA PAOLO GAVAZZENI E PIERO MARANGHI, DUE REGISTI "REAZIONARI" MA CAPACI DI PORTARE IL PASSATO NEL FUTURO - SPETTACOLO APPLAUDITISSIMO CHE SI E' TRASFORMATO IN EVENTO CON LA PRESENZA DEL SINDACO DI TORINO LORUSSO, STEFANO LUCCHINI, PALENZONA, GIULIO SAPELLI, FLAVIO VALERI, MONSIGNOR NOSIGLIA, ETC. - VIDEO

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LA BOHEME

 

 

Giangiorgio Satragni per lastampa.it

 

ingresso pubblico ingresso pubblico

Quando ormai i teatri d'opera italiani funzionano pressoché a regime, seppur con qualche slalom fra artisti contagiati, il Regio di Torino ha riaperto le porte al pubblico della lirica dopo due anni di astinenza. In mezzo ci sono stati non soltanto la pandemia, ma anche il commissariamento con tagli draconiani e l'aggiornamento tecnologico del palcoscenico con fondi ad hoc.

 

IV atto 2 IV atto 2

Da grande malato, che pur dava segni di vita recando alcune proposte sul territorio cittadino, si spera che il Regio torni ad essere il faro che era, corroborato dall'apertura simbolica con "La bohème" di Puccini, opera battezzata a Torino nel 1896. Lo ha fatto offrendo alla sala una produzione a lungo rimandata, la cui idea risaliva addirittura al 2019 sotto la breve e controversa sovrintendenza di William Graziosi: la ricostruzione delle scenografie e dei costumi originali concepiti da Adolf Hohenstein che ci portano dentro la Parigi di Luigi Filippo in cui l'azione è ambientata.

paolo gavazzeni, piero maranghi, nicoletta ceccolini paolo gavazzeni, piero maranghi, nicoletta ceccolini

 

Il procedimento è senza dubbio antiquario e forse anche reazionario, ma consente di dar corpo tridimensionale a disegni noti attraverso la carta, ai figurini eleganti dei personaggi, ricreati da Nicoletta Ceccolini, ai fondali prospettici ridipinti per l'occasione da Rinaldo Rinaldi con la cura di Leila Fteita. Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi inseriscono in questo contesto una regia sì didascalica, ma chiara e fedele, con l'unica licenza di Mimì che, invece che nel letto, spira come una Pietà tra le braccia di Rodolfo, il quale è talmente perso in una dimensione onirica da non accorgersene. Il risultato, però, non è molto lontano da noti allestimenti di Zeffirelli o Gregoretti, che ai quei bozzetti pur s'ispirarono, e sembra più un film storico in costume, tanto che la produzione era andata, durante il secondo lockdown, in streaming e su una pay tv.

sindaco lo russo e artisti sindaco lo russo e artisti

 

Se ciò ha permesso di vedere lo spettacolo con gli occhi dei torinesi di quell'anno in cui il giovane Puccini, dopo "Manon Lescaut", diede nella sala del Regio di allora la seconda opera che gli avrebbe arrecato fama, non si potevano tuttavia avere le stesse orecchie, se non altro perché l'autore rivide la partitura due anni dopo.

 

stefano lucchini, piero maranghi stefano lucchini, piero maranghi

Sul podio del Regio Pier Giorgio Morandi ha guidato l'orchestra in buona forma scegliendo tempi sì comodi, ma pervenendo in tal modo alla chiarezza, specie nell'intreccio di canto, coro e banda nella scena del Quartiere latino. La musica della reminiscenza, che dà corpo alla triste scena ultima riprendendo gli spunti dell'innamoramento iniziale, gli ha fornito belle occasioni d'introspezione.

 

steano lucchini, fabrizio palenzona, piero maranghi, massimo lapucci steano lucchini, fabrizio palenzona, piero maranghi, massimo lapucci

Il Regio punta sui nuovi talenti e ha arruolato una compagnia giovane, e dunque assai in parte con i personaggi, tra cui spiccava l'importante voce di Maritina Tampakopouls quale Mimì, affiancata dal Rodolfo forse ancora un po' acerbo ma generoso di Valentin Dytiuk.

 

Molto appropriati gli altri bohémiens, Vincenzo Nizzardo (Schaunard), Riccardo Fassi (Colline) e specie il Marcello di Ilya Kutyukhin tra cinico disincanto e passione amorosa, accanto alla Musetta di Valentina Mastrangelo, non solo civettuola, a suo volta contornata dall'immancabile caratterista Matteo Peirone quale Alcindoro. In scena fino al 27 febbraio.

giulio sapelli fabrizio palenzona 2022boheme giulio sapelli fabrizio palenzona 2022boheme

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