Mario Ajello per ‘Il Messaggero’
Oggi al settimo piano di Viale Mazzini arriva puntale alle nove, come un cappuccino dolce per i consiglieri di amministrazione convocati di primo mattino, la lettera di dimissioni di Antonio Campo Dall'Orto. Il dg già ex formalizza la fine della sua esperienza alla guida della tivvù. Ormai il problema non è più lui ma è il dopo, ossia le gestione della Rai nella fase delicatissima della campagna elettorale.
FRANCESCANO
La presidente Monica Maggioni darà lettura della missiva in Cda. E il contenuto della lettera dovrebbe contenere un passaggio fondamentale. Quello in cui Campo Dall'Orto, come ha detto a qualche suo collaboratore, specifica a chiare lettere che intende percepire il compenso soltanto fino all'ultimo giorno di lavoro - entro 15 giorni dovrebbe essere fuori o al massimo ci sarà qualche supplemento breve se non si trova in tempo il successore - dopo chi che niente più.
La morale della fuoriuscita del dg è sintetizzabile così: vado via e in cambio non voglio né soldi né posti. Né compensazioni di poltrone (c'è chi dice che gli sia stato offerto di tutto, comprese RaiCom e RaiCinema attualmente a guida Del Brocco, che sarebbe in pole per sostituirlo come dg) né buonuscita o altri bonus e indennizzi. Ecco, un addio da francescano, visto che il Poverello di Assisi va tanto di monda ultimamente. «Antonio non chiede nulla, e il suo è un addio sobrio e privo di polemiche, come è nel suo stile», dicono gli amici.
Il Cda prenderà atto delle dimissioni e nella lettera sarebbero motivate in questa maniera: d'accordo con il ministero dell'Economia, abbiamo riscontrato che non esistono più le condizioni per proseguire il lavoro in Rai. Campo Dall'Orto avrebbe potuto chiedere lo stipendio fino al prossimo anno, quando scadrà il suo contratto, ma ha preferito la strada del né posti né stipendio.
Che gli permetterà, dopo aver elaborato il lutto (ma non è un tipo drammatizzante) della sconfitta, di prendere altre strade professionali, anche all'estero. Il problema forse sarà, invece, risolvere i contratti (senza perderci troppi soldi) con alcuni degli uomini dello staff di Campo Dall'Orto assunti a tempo determinato in Rai.
E il sostituto del dg? Diversi membri del Cda parlano all'unisono: «Il nome dipende da Renzi e Gentiloni, sentito Letta per conto di Berlusconi, e dal gradimento del Quirinale». Potrebbe arrivare già la prossima settimana Mister X, perché martedì si riunisce l'assemblea totalitaria alla Rai e il rappresentante del Mef potrebbe annunciare il nome del prescelto. Oppure ci vorrà ancora un po' di tempo. L'Uomo Equilibrato è l'identikit di chi dovrà prendere il posto di Campo Dall'Orto. Ma in questa categoria rientrano vari personaggi. In pole position resta Paolo Del Brocco.
Considerato l'usato sicuro, nel senso che conosce perfettamente non solo l'azienda ma sa muoversi da tempo al suo interno senza aver suscitato nessun tipo di antipatia politica. A Berlusconi non sarebbe sgradito. A Renzi neppure e comunque Matteo - che lo conosce poco e solo perché quando era sindaco di Firenze ospitò iniziative di RaiCinema - ancora non lo ha contattato. E' figura trasversale per antonomasia, e dunque potrebbe essere lui. O anche, ma con minori probabilità, Mario Orfeo o Luciano Flussi.
A SAXA RUBRA
Claudio Cappon, che già è stato dg e dunque usato sicuro a sua volta, viene dato in crescita. Gradito al mondo mattarelliano come lo fu a quello prodiano. Avrebbe con sé l'appoggio della Maggioni. Ma ai renziani il profilo prediletto risulta quello di Nicola Claudio, molto tecnico, poco conosciuto, dirigente interno che ha vari compiti con la Maggioni, ma per ora si è sfilato. Renzi non lo conosce personalmente, ma un pressing vero su di lui magari potrebbe spingerlo a cambiare idea.
Intanto, ieri, Campo Dall'Orto è andato a salutare, uno per uno, i direttori dei tiggì a Saxa Rubra. E la cittadella dell'informazione Rai, così come tutto il resto dell'azienda, dei suoi intrighi, delle sue difficoltà rivelatesi per lui insormontabili, difficilmente in futuro gli mancheranno.