Marco Giusti per Dagospia
Cannes. Settimo giorno. A un certo punto, mentre la bella dottoressa Jenny, Adèle Haenel, visita i suoi vecchi catarrosi, in sala buona parte dei vecchi critici malconci russava e tutto, sala e schermo, sembrava un enorme ospedale. Non e' che i gloriosi fratelli Dardenne in questo "La fille inconnue", presentato stamane in concorso e accolto non benissimo, si siano dimostrati proprio a loro agio con questo giallo ambientato in un quartiere popolare di Liegi e girato col digitale (ahi!).
Anche perche', forse, non ci aspettiamo dai Dardenne un episodio del Doctor House, ma almeno uno spaccato sociale piu' approfondito dei problemi del loro paese. Con tutto quello che succede in Belgio, poi... Magari non si puo' essere sempre fedeli alle grandi missioni sociali. La ragazza sconosciuta del titolo e' una giovane nera che ha suonato al pronto soccorso della dottoressa, ma lei, indaffarata, non le ha aperto.
E, poco dopo, la ragazza e' stata trovata morta vicino al fiume, la Meuse. Ma non si sa chi sia. Piena di sensi di colpa la dottoressa Jenny, con un impeccabile golfino rosso o blu e un broncio totalmente dardenniano, cerca di capire chi e' e come e' morta. Cosi' si improvvisa detective, sbandando su situazioni non chiare e personaggi ambigui, ritrova anche vecchi attori dei Dardenne come Jeremie Renier.
Jenny, che non si capisce da dove venga e che vita faccia, ci crede al suo lavoro, e sceglie di rimanere coi malati dell'ambulatorio di un vecchio medico colpito da ictus che far carriera all'ospedale, dove aveva appena vinto un posto niente male. Cerca pure di ricucire col suo assistente, un ragazzo che ha trattato malissimo perche' non sapeva far niente e che ha deciso di tornare al paesello.
In tutto questo, finisce per dormire su una branda all'ambulatorio mentre rompe i coglioni a tutti per scoprire la verita' sulla ragazza. Alla fine sapremo tutto, certo, come in qualsiasi giallo. Il pubblico, dai Dardenne, pero', si aspettava altro. Detto questo, in sala dovrebbe funzionare bene, la Haenel e' bellissima, la storia si segue, il pubblico vecchiotto dell'Eden a Roma imparera' qualcosa sui propri malanni.
A chi non piacerebbe farsi curare da una ragazza cosi' bella? E' dai tempi della Fenech che aspettiamo una nuova dottoressa... La scena che preferisco e' un dialogo sul panino che viene offerto a Jenny, "salsiccia o formaggio?". Detta e inquadrata col metodo Dardenne questa battuta acquista una profondita' autoriale un po' assurda assolutamente irresistibile. Stavolta i Dardenne non vincono nulla, fidatevi.