Francesca D'angelo per “Libero quotidiano”
Ci siamo. Stasera inizia l'Eurovision Song Contest ovvero l'ex festival degli sfigati. Perché, diciamolo, prima nessuno si filava l'evento, almeno in Italia. In fatto di musica siamo sempre stati un popolo monoteista: per noi esisteva solo Sanremo. Qui, e solo qui, i cantanti conquistavano la vita eterna. Poi, grazie ai Maneskin e a tutto quello che ne è conseguito (non ultimo il fatto che questa edizione si svolge in Italia), l'Eurovision è diventato un appuntamento figo, di quelli che guarda-che-mica-puoi-perdertelo.
Almeno, così si spera visto che tutto il baraccone non costa certo due lire (si parla di un preventivo di 14 milioni di euro circa) e occupa ben tre prime serate di Rai Uno
Di certo, a guadagnarci, sarà Torino che in questo momento si sente un po' la Los Angeles della musica europea: il capoluogo ha fatto il pieno di turisti, è tappezzato di maxischermi e ha addirittura aperto un Eurovision Village, al Parco del Valentino. L'ingresso al villaggio è gratuito perché tanto i piemontesi hanno già fatto un sacco di soldi con gli alloggi: chi vuole dormire a Torino deve spendere almeno 270 euro a notte. A meno, non c'è nulla: manco un B&B. L'altra opzione è guardarsi l'Eurovision in tv, su Rai Uno.
Le serate sono tre: stasera, con la prima semifinale; giovedì sera, con la seconda semifinale e poi sabato sera con la finalona.
ORARI UMANI La diretta inizia alle 20.30 ma finisce in orari più umani rispetto alle notti sanremesi: alle 23.15 la linea passa già a Bruno Vespa. E dire che le canzoni in gara sono tantissime: a sfidarsi sono ben 40 artisti. Di questi, cinque hanno il posto già garantito per la finale: sono i Big Five ossia Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito. Le altre nazioni vengono invece scaglionate nelle due semifinali: 17 Paesi stasera, altri 18 giovedì. I posti per la finale sono solo 20, quindi la metà torna a casa venerdì. Quanto al meccanismo di voto, il giudizio della giuria pesa per il 50% mentre l'altro 50% è in mano al televoto. Particolare non trascurabile: il telespettatore non può votare per il proprio Paese di appartenenza.
alessandro cattelan, laura pausini, mika 1
Quindi, per capirci: non potremo votare Blanco & Mahmood ma potremo dare la nostra preferenza ad Achille Lauro perché, tecnicamente, lui milita per San Marino (furbo, il ragazzo...). A proposito di Lauro: secondo indiscrezioni, il nostro canterà in sella a un toro meccanico. Per quanto riguarda gli ospiti, stasera si esibirà Diodato: la sua presenza è una sorta di premio di consolazione postumo, perché nel 2020 il nostro aveva vinto Sanremo ma l'Eurovision non si era svolto causa pandemia. Sempre stasera saliranno sul palco anche i dj italiani Dardust e Benny Benassi.
...PURE IL VOLO Giovedì invece sarà la volta del trio Il Volo, che nel 2015 arrivarono terzi all'Eurovision, mentre sabato ci saranno gli unici e soli Maneskin, con l'inedito Supermodel. Per quanto riguarda i favoriti, c'è chi teme una competizione falsata dalla guerra: come gesto di solidarietà, il pubblico potrebbe votare in massa la Kalush Orchestra, ossia la band che rappresenta l'Ucraina. «È molto importante per la cultura dell'Ucraina farsi vedere, mostrare quanto è unica», dicono i membri della band, che ammettono di percepire nei loro confronti «una grande attesa: questo aumenta la responsabilità sudi noi, stiamo facendo il massimo per rappresentare il nostro Paese al meglio». Tuttavia c'è chi punta su Blanco & Mahmood: vincere due volte di seguito sarebbe un colpaccio.
alessandro cattelan, laura pausini, mika 2
Passiamo infine al capitolo conduttori, che è poi quello al momento più foriero di gossip. I Ben informati assicurano che Laura Pausini e Alessandro Cattelan siano ai ferri corti. I diretti interessati ovviamente smentiscono (che altro dovrebbero fare?). L'unico sereno pare essere Mika che peraltro, come la Pausini, si esibirà. Il trio comunque non sarà solo: il format dell'Eurovision prevede che ogni nazione commenti lo show. Quindi, come l'anno scorso, ci saranno le voci fuori campo di Cristiano Malgioglio e Gabriele Corsi: chissà che non ci portino (ancora) fortuna...
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