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Giorgia Meloni ha già molte gatte da pelare e si ritrova una squadra di ministri e dirigenti di Fratelli d’Italia capricciosa. Non amano, i suoi meloncini, essere irregimentati e controllati su ogni singola dichiarazione. E non appena la Ducetta s’allontana, i topolini ballano. È accaduto per l’ennesima volta durante il suo viaggio in Sud America: la premier s’aspettava che ministri e parlamentari concordassero con il sottosegretario Fazzolari ogni uscita pubblica, con l’obiettivo di accentrare il controllo sulla comunicazione ufficiale della maggioranza.
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E invece i Crosetto, i Rampelli, i La Russa non ci pensano proprio a farsi vidimare le dichiarazioni dal braccio destro (e teso) della Meloni, e parlano a ruota libera su guerra, migranti, violenza sulle donne, questioni interne di partito. Peggio fa Salvini che apre bocca e spara quel che gli viene, come l’improvvida dichiarazione a favore di Netanyahu dopo il mandato di cattura della Corte Penale internazionale (“Lo aspettiamo in Italia, sarà il benvenuto”).
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MATTEO SALVINI IGNAZIO LA RUSSA