Raffaella Silipo per “la Stampa”
Ho guardato Ama, l' ho visto calmo e rilassato, gli ho chiesto: "Come fai a stare così tranquillo?". Sai cosa mi ha risposto? "Perché ci sei tu, Fiore"».
Il Festival dei record è una consacrazione dell' amicizia maschile. Amadeus e Fiorello sul palco insieme funzionano perchè sono autentici: davvero si capiscono al volo, bella forza, si conoscono da trent' anni. Davvero ridono come bambini l' uno alle battute dell' altro. Davvero, soprattutto, ognuno sente che l' altro all' occorrenza gli coprirà le spalle. Specularmente, la grande tragedia del festival 2020 è la rottura di un' amicizia maschile, quella tra Morgan e Bugo.
Il divo maledetto e la spalla fedele che a un certo punto non ce la fa più a venire bistrattata. Alla vigilia Morgan prometteva: «Porto a Sanremo il sentimento di gratitudine, perché Bugo mi è stato vicino in un momento buio, voglio che possa sfruttare la mia popolarità che è quello che io posso fare per dirgli: "grazie amico"». E, dopo la fuga dal palco, Bugo sbotterà: «Per me era il festival dell' amicizia, roba forte, e ci credevo..»
Achille e Patroclo, il legame con il proprio simile, il fratello in cui ci rispecchiamo, è il grande protagonista di questo inizio 2020. Non solo al Festival: tra i film favoriti per l' Oscar che si assegna questa notte, il tema vincente è proprio quello dell' amicizia tra uomini. Oltre alla ricostruzione maniacale della mecca del cinema all' epoca dell' omicidio di Sharon Tate, C' era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino (dieci nomination) è un «buddy movie» costruito intorno al rapporto tra il divo del western al tramonto Leonardo DiCaprio e la sua controfigura Brad Pitt:
«Una bellissima storia di amicizia - l' ha definito DiCaprio - ed è stato incredibilmente facile metterla in scena insieme». E Pitt ha rincarato: «È bella la consapevolezza di avere dall' altra parte del tavolo un alleato, il migliore di tutti che tiene in piedi la scena».
E The Irishman? Altra generazione, altro contesto per il «gangster movie» di Martin Scorsese (dieci nomination), ma anche qui il viaggio dei tre personaggi interpretati da Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci attraverso la storia degli Stati Uniti è prima di tutto un' indagine profonda nei chiaroscuri dell' amicizia virile, tra affetto e calcolo, carisma e devozione. Il legame tra Frank Sheeran, veterano della II Guerra Mondiale, e Russell Bufalino, boss della mafia a Filadelfia; e il rapporto di Frank con Jimmy Hoffa, leggendario capo del sindacato, di cui lui diventa guardaspalle, consigliere e, forse, amico.
Per muoversi tra presente e passato, Scorsese ha ringiovanito digitalmente gli attori. «Potevo scritturare un cast corrispettivo di attori più giovani - ha ammesso - ma io volevo lavorare con i miei amici. Io e Bob non abbiamo bisogno di parlarci troppo. Lui è l' unico che conosce le mie origini, il mondo come lo conosco io».
Anche il regista inglese Sam Mendes definisce il suo 1917 (dieci nomination) «una storia di amicizia» tra i due caporali ragazzini Tom Blake e William Schofield - simbolo di tutta la gioventù senza nome sacrificata nella Prima Guerra Mondiale - che corrono tra le trincee del fronte occidentale con la missione impossibile di salvare migliaia di vite, tra cui il fratello di Blake. Sono amici fin dalle prime battaglie: «Non ti ricordi la Somme?». Sono usciti vivi dall' inferno di sangue e fango. Insieme. «Senza troppi dialoghi» dice Mendes, come Scorsese. Non ne hanno bisogno, l' uno vede se stesso negli occhi dell' altro.
Se l' amicizia domina nell' immaginario attuale, l' amore romantico è il grande assente.
Spesso sopravvalutato, normalmente infelice.
Pensate a Marriage story di Noah Baumbach (sei candidature), storia della dissoluzione di un rapporto. E dire che Adam Driver e Scarlett Johannson all' inizio si amano davvero e mettono su famiglia, ma finiscono a distruggersi a vicenda tra avvocati e aule di tribunali. Non a caso Baumbach dice di essersi ispirato alla sua esperienza. Non parliamo poi della seduzione. Registi e conduttori di show evidentemente temono di sbagliare registro, pensano che, in tempi di #metoo, sia peggio di una guerra.
Fiorello l' ha detto sorridendo sul palco dell' Ariston: «Ti ho guardato, Ama, sei migliorato, ma Rula, Diletta, le prendevi per mano: è manismo, non si fa più. Ricevere i fiori mi è piaciuto: parità, altrimenti c' è fiorismo, perché alle femmine sì e ai maschi no?». Insomma, che sia sul palco o in trincea, mai come in questo scorcio di millennio c' è bisogno di un amico che ti guardi le spalle.
1917 LA FACCIA DI AMADEUS DOPO LO SCAZZO TRA MORGAN E BUGO fiorello amadeus amadeus fiorello ferro LO SCAZZO TRA BUGO E MORGAN SUL PALCO DI SANREMO bugo morgan dietro il palco AMADEUS INSEGUE MORGAN DOPO LO SCAZZO CON BUGO SUL PALCO DI SANREMO