Marco Giusti per Dagospia
In una Festa di Roma un po’ in sottotono, se ne sono andati anche Paolo Mereghetti e il porchettaro, non so in quale ordine, magari per colpa delle partite della Roma e del Napoli, di un Halloween che il direttore Antonio Monda non ha saputo intercettare, brilla questo piccolo capolavoro diretto da Steven Sodenbergh, Logan Lucky, sorta di sotto Ocean’s Eleven, ambientato tra il West Virginia e il North Carolina, scritto, sembra, dalla moglie del regista, Jules Asner, sotto lo pseudonimo di Rebecca Blunt, e fotografato sempre da lui, come la serie The Knick, col nome di Peter Andrews.
Il titolo stesso, Logan Lucky, allude ironicamente alla maledizione dei fratelli Logan, Jimmy e Clyde, interpretati da Channing Tatum e da Adam Driver, che li colpisce quando sembra che tutto stia andando bene. Così Jimmy si è rotto una gamba mentre stava al massimo da giocatore professionista di rugby, mentre Clyde ha perso un braccio, anzi una mano, proprio quando stava rientrando dalla sua seconda missione in Iraq.
C’è pure una terza sorella Logan, Mellie, interpretata da Riley Keough, che non è però stata toccata dalla cattiva sorta. Sfidando appunto la sfiga di famiglia, Jimmy organizza un megacolpo al caveau dove vanno a finire i soldi delle scommesse delle corse automobilistiche della Nascar, che coinvolge il fratello Jimmy, barista, e certo Joe Bang, un Daniel Craig coi capelli biondi cortissimi, e i suoi due fratelli. Joe Bang, che sta però in carcere, è l’unico che possa fare esplodere il muro del caveau con facilità.
Tutto il film, come i tre Ocean’s Eleven, è dedicato alla costruzione del colpo, alla sua esecuzione, ai tanti colpi di scena successivi, mentre vengono alla luce i caratteri dei personaggi coinvolti. Sodenbergh offre anche al più piccolo dei personaggi che racconta uno sguardo o una angolazione particolare, forte non solo di una scrittura molto ben congegnata, ma anche della presenza di caratteristi di extra lusso, come Hillary Swank, nei panni della poliziotta, Dwight Yoakam come guardiano del carcere, Katie Holmes e Katherine Waterstone, cioè la prima moglie di Jimmy e il suo nuovo amore.
Infarcito di musica country con un occhio particolare a John Denver (“Take Me Home, Country Roads”) ma anche a John Fahey, il film è un grande divertimento per tutti, una macchina di grande intelligenza, forse troppa per il mercato americano, che non ha goduto in patria del successo possibile forse perché autodistribuito da Sodenbergh stesso per avere il pieno controllo della sua opera.
Da noi uscirà con la (ovviamente) Lucky Red, tra qualche settimana. I tre protagonisti, da un Daniel Craig particolarmente buffo a un Adam Sandler che recita tutto in sottotono, sono magnifici, ma anche tutto il resto del cast non scherza. Il film è niente di più che una macchina perfetta di puro cinema.