Marco Giusti per Dagospia
Film di apertura all’ultimo festival di Cannes, “Cut! Zombi contro zombi” di Michel Hazanavicius, che in originale si intitola “Coupez” e poco prima dell’esordio al festival si chiamava “Z (comme Z)”, titolo che metteva non poco in imbarazzo il governo ucraino col richiamo alla Z dei tank russi, e il collegamento in diretta con Zelensky proprio poco prima di iniziare, è un horror comedy ma, soprattutto, un remake di un film giapponese identico, ma più divertente, dal titolo “Zombie contro zombie - One Cut of the Dead” girato nel 2017 da Shin'ichiro Ueda.
Magari, quello che accetti da un piccolo film giapponese stravagante, girato in 8 giorni con 25 mila dollari e un incasso di 25 milioni di dollari, lo accetti meno da un regista considerato da festival come Hazanavicius. La trovata dei due film è la stessa. L’apertura con un film nel film. Trentadue minuti di girato con la camera a mano senza tagli (ma un taglio c’è), contro i trentasette del film giapponese, dove una scalcinata troupe di cinematografari che hanno idea di fare un film sugli zombi, capitanata da un regista presuntuoso, il Remi di Romain Duris, l’attrice Ava di Matilda Lutz, la truccatrice Nadia di Berenice Bejo, ecc., vengono assaliti da un gruppo di veri zombi.
Proprio Gnam! Gnam! E vediamo i nostri protagonisti morire sotto i nostri occhi e risorgere come zombi. L’effetto è sorprendente, soprattutto se non lo sai. E non capisci cosa stai vedendo e dove il film ti voglia portare. Dopo il film nel film parte un flash-back che spiega un po’ la produzione del film. E cerchi di capire i personaggi. Ma l’effetto che conta è tutto nello scatenato inizio. Non c’è molto da dire. Il film giapponese funziona meglio, ma se non l’hai visto funziona anche questo. In sala da oggi
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