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Ogni anno a Chicago si tiene la “Midwest FurFest”, convention che celebra la passione per il travestimento da peluche, animaletti e creature pelose. Improvvisamente però non sono solo riuniti in un albergo per l’occasione, non sono più solo un trafiletto di giornale. Stanno dappertutto. Prendi il treno per New York City e ti ritrovi seduto accanto a un passeggero con pelliccia e testa di cane.
Nel Wisconsin c’è chi porta a spasso la barboncina vestito da abominevole uomo delle nevi. In Canada, un uomo ama girare con un abito da zebra. Un episodio di “CSI: Las Vegas” nel 2003 fu dedicato all’omicidio di un uomo vestito da procione all’interno di una riunione “furry”. L’aspetto più intrigante per milioni di persone che guardavano la tv, fu quello che caratterizza parte di questa sottocultura: il sesso.
Scrive Jesse Bering, autrice del libro “Perv: The Sexual Deviant in All of Us”:«Il “furry” è una forma di espressione sessuale innocua. Ci disturba perché non la conosciamo, appartiene per lo più alla scena feticista, ma ha radici nella nostra infanzia. Per alcuni, trasformarsi un orsacchiotto o in creatura pelosa è un modo per esplorare l’identità sessuale, specialmente se si tratta di individui emarginati, disabili e a disagio nel proprio corpo». Si parla infatti di “fursona” come di un alter-ego che sfida le norme sociali che determinano quali siano le conformazioni accettabili di corpo, genere e sesso.
Nel ventunesimo secolo il mondo “furry” è cresciuto in modo velocissimo. Negli anni ’80 nacque da una costola del “cosplay al “Comic-Con”, si sviluppò grazie ai “kigurumi” giapponesi, una specie di gioco delle bambole viventi, dove i pigiami e i costumi trasformavano chi li indossava in creature magiche tipo unicorni. Presto si cominciò a inserire animali antropomorfi anche in storie a sfondo esplicitamente erotico (“yiffy”), sia parodiando i personaggi dei cartoni animati sia creandone di originali.
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Altre volte gli amanti del “furry” cercano semplicemente rifugio nell’innocenza rappresentata dagli emblemi infantili. Data la quantità di avatar animali su internet, di giochi di ruolo, di meme bestiali, è così strano che sempre più uomini pensino che la loro vera anima sia quella di un gatto guerriero e che la forma ominide sia solo una maschera?
Queste identità animali azzerano razza, età, peso, genere, e cancellano temporaneamente le strutture sociali che ci feriscono, riportandoci a uno stato di innocenza.