“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
Rula Jebreal, che si definisce «giornalista di colore con varie nazionalità, che è nata musulmana, con una figlia cattolica e un marito ebreo», firma sulla Stampa un vibrante editoriale in cui scrive fra l’altro: «Lo slogan di Trump “America first” è ripreso anche in Italia con “Prima gli italiani”».
il pugno chiuso di donald trump
Duole deluderla, ma lo slogan non è di Donald Trump, che lo ha semplicemente adattato in modo quasi impercettibile. Esso ebbe origine negli Stati Uniti contro la politica interventista del presidente Franklin Delano Roosevelt.
Se ne trova traccia per la prima volta sul Corriere della Sera in una corrispondenza da New York, datata 24 aprile 1941: «La più grande manifestazione antibellicista si svolgerà in serata in uno dei maggiori teatri di Nuova York sotto gli auspici della nota associazione “American First”».
Per la cronaca, l’American first committee nacque alla Yale University nel 1940 per opporsi all’ingresso degli Usa nella Seconda guerra mondiale. Ne era portavoce il colonnello Charles Lindbergh, padre del piccolo Charles August, 2 anni, rapito e ucciso nel 1932. Quel 24 aprile 1941 il colonnello Lindbergh tenne il discorso nel raduno annunciato dal Corriere.
massimo giletti sirenetto per lo spot di non e' l'arena 3
Stefano Balassone, critico televisivo di Repubblica, nella rubrica “Onda su onda” scrive: «Qual’è il ghost di Giletti?». Consiglierei meno tv e più grammatica.
Avvenire riporta in un titolo questa frase del vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada: «Non lasciamo più indietro nessuno». Prima invece sì?
Titolo dell’editoriale di Vittorio Feltri su Libero: «Il fisco genera l’evasione, non i contanti». Trattasi di anfibologia: il fisco non riesce a generare i contanti oppure i contanti non generano l’evasione? Nel dubbio, ti tocca leggere il testo. Diavolo di un direttore!
Quotidiani che nella giornata di mercoledì hanno scritto «plexiglass» anziché «plexiglas»: 10 (in netto miglioramento rispetto ai 39 di martedì). Incluse le edizioni locali: 17. Record di citazioni: La Stampa con 6. La Verità titola: «La Azzolina insiste con il plexiglas ma non è portata per la materia». In realtà il ministro dell’Istruzione insiste con «plexiglass». E comunque, impartita da un quotidiano che dal 1° aprile e fino a domenica scorsa ha usato la stessa forma sbagliata per ben 25 volte, la reprimenda fa un po’ sorridere.
«Bracconi non è un credente, è un cattolico come tutti noi italiani (ha ancora ragione Croce, riconosce) e a lui non hanno tanto colpito le parole o le preghiere del Papa ma il fatto in sé: quest’uomo si è mosso, ha camminato per la città svuotata e ha posto al centro dell’attenzione del mondo la sua persona, il suo corpo, nel momento in cui il corpo era stato bandito dalla società, dalla convivenza civile», scrive Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano.
Un esempio perfetto dell’espressione «a ruota libera», tacendo della sintassi (che, soprattutto per quel «a lui non hanno tanto colpito», non sembrerebbe all’altezza di chi conduce il programma “Buongiorno professore” su Tv2000 e si vanta d’essere nipote di un ex ministro della Pubblica Istruzione).
Pubblicità sul Foglio: «Scommettere sul futuro del Foglio si può: abbonati per i prossimi 10 anni». Il problema non è l’abbonamento, ma la polizza vita.
claudio cerasa andrea monda foto di bacco