IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VEDIAMO STASERA IN CHIARO? OCCHIO CHE RAI 1 ALLE 21, 30 HA DECISO DI PRESENTARE UN KOLOSSAL DEL TRASH MA DI GRANDE EFFETTO COME “HOUSE OF GUCCI” STRA-STRA-STRACULTISSIMO, MA NON MI PERDEREI IL BELLISSIMO E COMMOVENTE “SULLY”, IRIS ALLE 21 - SU CANALE 27 ALLE 21, 10 TROVATE IL POTENTE “SHREK” SU CANALE NOVE ALLE 21, 25 “MASCHI CONTRO FEMMINE” - IN SECONDA SERATA LA7 ALLE 23, 15 PUNTA SU“PLATOON”, MA AVETE ANCHE IL THRILLER EROTICHELLO “LA IENA”, SU CIELO ALL’1…- VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

house of gucci house of gucci

 

Che vediamo stasera in chiaro? Occhio che Rai 1 alle 21, 30 ha deciso di presentare in prima serata un kolossal del trash ma di grande effetto come “House of Gucci” di Ridley Scott con Lady Gaga, Adam Driver, Jared Leto, Al Pacino, Jack Huston, Jeremy Irons, Camille Cottin. Stra-stra-stracultissimo. “Il verde non si intona al mio rossetto”, spiega Lady Gucci/Lady Gaga alla maga della tv Signora Pina/Salma Hayek/Lady Pinault rispetto ai colori da mettere. “Non sapevo di aver sposato un mostro”, fa ancora Lady Gaga/Lady Gucci al marito Maurizio/Adam Driver. “No. Hai sposato un Gucci”, fa lui, pronto a passare da Gucci a Ferrari indifferentemente.

lady gaga house of gucci. lady gaga house of gucci.

 

C’è da divertirsi, lo giuro, a vedere questo pur interminabile fumettone camp “House of Gucci”, diretto da Ridley Scott a 80 anni inoltrati che si ostina a ricostruire l’Italia degli anni ’80, anzi qui la Milano da bere degli anni ’80 e il celebre delitto Gucci, come se fossimo a Roma negli anni ’60. Un film, insomma, che avrebbero diretto magnificamente sia Martin Scorsese che Luca Guadagnino, che hanno astutamente declinato l’offerta, per non parlare della buonanima di Carlo Vanzina.

 

jared leto house of gucci. jared leto house of gucci.

Perché c’è da divertirsi, ripeto, e Lady Gaga come Patrizia Gucci è strepitosa in versione mora alla Carmen e Adriana Russo, donnetta avida (“Non mi ritengo una persona particolamente etica…”) e piena di brillocchi, sembra una star della commedia sexy del tempo, e Adam Driver come Maurizio Gucci, così rigido, così poco interessante, è perfetto, ma il problema morale che ha giustamente tirato fuori Tom Ford, che con Maurizio ha lavorato, cioè rendere camp e trash comica una storia così tragica e sanguinosa, esiste. E, a parte i personaggi di Maurizio e Patrizia Gucci, gli altri sono dei pupazzi terrificanti.

 

al pacino house of gucci al pacino house of gucci

 E parlo di star del calibro di Jeremy Irons come il vecchio Rodolfo Gucci, padre di Maurizio e vecchia star dei telefoni bianchi col nome di “Maurizio D’Ancora” (ma come si fa a confondere “Treno popolare” di Matarazzo con “Rotaie” di Camerini, il film che lo lanciò?!). Di Al Pacino che fa di Aldo/Al Gucci, lo zio di Maurizio, una sorta di gangster italo-americano eccessivo e cialtrone. Per non parlare di Jared Leto, in versione calva e truccata, come Paolo, il figlio idiota di Aldo che vorrebbe aprire una sua linea di moda perché si sente artista. Davvero invedibile, anche se l’attore è un volto del marchio Gucci di oggi, cioè targato Alessandro Michele.

 

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Ma non funzionano nemmeno gli altri attori eccellenti usati qui come manichini vanziniani, Camille Collin, la “nasona” (lo ha detto l’Aspesi) di “Chiami il mio agente”, come la modella Paola Franchi, amante di Maurizio, Jack Huston come il fedele Domenico, uomo di Rodolfo, la stessa Salma Hayek come la “sederona” (lo ha detto l’Aspesi) Signora Pina che aiuta Lady Gucci prima nelle macumbe contro il marito e poi nell’assoldare i killer. Scena sì, ha ragione l’Aspesi, clamorosa, perché sembra una citazione delle Brigate Pecorine di “Paolo Roberto Cotechino centravanti di sfondamento” di Nando Cicero, con le due star, che sembrano Totò e Peppino quando sono Lady Gaga e Lady Pinault truccate da donne del popolo un po’ buzzicone (mi sa che non si può dire), che portano la borsa piena di soldi ai due balordi.

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Ovvio che in un film così ricco e con un cast così forte, alcune scene funzionino e facciano ridere. Anche se rimane il problema di fondo del perché rendere una storia vera così tremenda del tutto camp con punte di comicarolo imbarazzanti. Perché sono ricchi e firmati come gli “Yuppies” dei film di Vanzina? Allora chiama Greggio e Boldi e non Pacino e Jared Leto. Non sono certo io a non adorare il camp e il trash, ma qui diventa spesso fuori luogo e perfino noioso. Magari gli americani ci cascano con Jeremy Irons che vede i suoi vecchi film in 16 mm a Villa Necchi, già usata da Guadagnino in “Io sono l’amore”, ma qui tutto sembra solo ridicolo.

 

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 E ci rimane solo la voglia di vedere il documentario autobiografico sulla sua vita che il vecchio Rodolfo mostrò agli amici e parenti pochi anni prima di morire e oggi conservato dal Centro Sperimentale di Roma. Per non parlare di come Ridley Scott abbia usato le canzoni italiane a caso. L’entrata in scena di Patrizia Gucci in versione pin up della Milano cafona del 1978 è sottolineata da “La ragazza del maglione” di Pino Donaggio, boh?, mentre “Sono bugiarda” di Caterina Caselli accompagna Maurizio che lavora nella compagnia di camion del padre di Patrizia, ariboh?

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 Ma il massimo è “Ritornerai” di Bruno Lauzi, che noi italiani abbiamo assorbito da anni come brano morettiano, buttata lì in una scena senza significato con Maurizio e Patrizia in mezzo alle vacche. Certo, i brani di Donna Summer e George Michael funzionano bene. E ci credo! Magari la moglie e co-produttrice di Ridley Scott, Gianina Facio, che ben si ricorda la Milano da bere craxiana e le feste del tempo, già attrice in “Vacanze di Natale 90” di Enrico Oldoini e star dei capolavori cinematografici di Anna Carlucci, poteva dargli una mano.

sully di clint eastwood sully di clint eastwood

Su Iris alle 21 non mi perderei “Sully” di Clint Eastwood con Tom Hanks, Laura Linney, Autumn Reeser, Aaron Eckhart, Jerry Ferrara, Sam Huntington. Bellissimo. E commovente. Oggi, magari, lo spettatore italiano perde nella storia incredibile dell’ammaraggio del comandante Sully sul fiume Hudson, un ammaraggio che costò alla sua compagnia la perdita di un Airbus A320, ma la salvezza di tutte le sue 155 anime a bordo, tra passeggeri e personale, è che il valore dell’impresa, in quel 15 gennaio 2009, assumeva un’altra dimensione se inserita nel suo preciso contesto storico.

 

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Un contesto tutto negativo, tra la grande recessione americana, il caso Madoff, esploso solo pochi giorni prima, e, soprattutto, l’ombra di un’altra tragedia con aerei in volo su New York come l’11 settembre. L’impresa di Sully e con lui di tutta la comunità newyorkese impegnata nel recupero dei 155 passeggeri, assumeva così un significato ancora più importante e metaforico del semplice atto di eroismo o di bravura del comandante. Quel che importa davvero a Clint Eastwood nel metter in scena questo suo magistrale Sully, scritto da Todd Kormanicki e interpretato da un Tom Hanks assolutamente meraviglioso nel ruolo del comandante che, in fondo, pensa solo di aver fatto il suo dovere, il suo lavoro di ogni giorno, sono in fondo poche cose. Ma fondamentali.

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La costruzione dell’atto di eroismo visto appunto come epicità dell’eroismo quotidiano dell’uomo che non pretende altro che far bene il suo lavoro. Il sentimento, assolutamente fordiano (nel senso di John Ford), che nel fare questo atto nessuno è davvero solo, ma è espressione di un mondo che è lì vicino a lui. Lo sceriffo Wyatt Earp di My Darling Clementine di John Ford, per dire, si muove esattamente come il Tom Hanks di Sully. E sta facendo anche lui solo il suo lavoro, ma per una intera comunità e dentro di essa.

sully di clint eastwood sully di clint eastwood

 

 Anche l’ispettore Callaghan di Clint Eastwood e Don Siegel faceva il suo lavoro, ma agiva in un contesto di violenza urbana. Il lavoro di Sully è invece trasportare civili da una parte all’altra dell’America e preoccuparsi della loro vita. Nei 200 e passa secondi di tempo che ha nello scegliere cosa fare del suo aereo in volo su New York con i motori fuori uso per colpa degli uccelli (Canada Geese, leggo), fa la sua scelta in base a un rapido calcolo di possibilità, tornare indietro all’aeroporto La Guardia, atterrare da un’altra parte, o scendere verso l’Hudson, ma senza scordare il fattore umano.

 

caccia al tesoro dei vanzina caccia al tesoro dei vanzina

Su Cine 34 alle 21 passa “Caccia al tesoro”, ultimo film, il 66°, di Carlo Vanzina con Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso, Max Tortora, Christiane Filangieri, Serena Rossi.  Più che un remake regolare una variazione sui temi risiani di “Operazione San Gennaro”, divertente, gradevole, intelligente come sempre. Anche lì l'idea era quella di svaligiare il Tesoro di San Gennaro, ma in un giorno particolare come quello della finale del Festival di Napoli. "Non è un plagio", dice a un certo punto uno dei protagonisti citando app‎unto una trovata del film di Risi, "è una citazione". Infatti non e' neanche un vero e proprio remake, ma solo l'idea da dove partire per far funzionare una serie di buoni attori in gran parte napoletani.

caccia al tesoro dei vanzina caccia al tesoro dei vanzina

Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso, Serena Rossi, e per sviluppare delle battute divertenti sul calcio e sul Napoli di oggi all'epoca di De Laurentiis. Le battute sul traditore Higuain (ma oggi è tutto perdonato…) danno un po' di pepe alla vicenda quando l'azione si sposta da Napoli a Torino, mentre si gioca Juventus-Torino, dove il Tesoro di San Gennaro è stato portato. Magari avendo a portata di mano Salemme e Buccirosso, si sarebbe potuto osare di più, ma anche così il raccontino funziona, gli attori, coadiuvati da un bel prete di Benedetto Casillo, da Max Tortora come ladro romano ("ma non c'e' un limite d'altezza per i ladri?"), da Francesco Di Leva come boss di Gomorra e da Antonio Fiorillo come fratellino del boss, hanno tutti i loro momenti.

 

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 Ovvio che qua e la' affiori un po' di stanchezza, segno dei tempi diciamo, ma quando Salemme e Buccirosso improvvisano, fanno sempre ridere. E, comunque, a parte qualche battuta un po' sprecata, faraoni-faraglioni, qualche citazione troppo antica, quella su Aurelio Fierro e "Guaglione", altre un po' buttate vie, penso al sogno di Salemme di fare il tappeto rosso di Cannes come protagonista di un film di Sorrentino, alla fine di fronte a questo cinema ci troviamo a casa. Divertente, sofisticato quanto basta, la commedia “Copia originale” diretta da Marielle Heller con Melissa McCarthy, Richard E. Grant, Dolly Wells, Jane Curtin, Anna Deavere Smith, Rai Movie alle 21, 10, dove una scrittrice di biografie di personaggi illustri, a corto di lavoro, inizia a pubblicare dei falsi di testi originali di grandi scrittori e c’è chi ci casca.

 

denzel washington man on fire denzel washington man on fire

Su Canale 27 alle 21, 10 trovate il potente “Shrek”, versione a cartoni animati diretta da Andrew Adamson e Vicky Jenson del meraviglioso libro illustrato di William Steig. Sembra che sia terribile, ma ve lo segnalo lo stesso, è raro trovare dei film davvero stupidi e ben sappiamo che fanno parecchia compagnia, “Tentacoli sulla città” diretto da Jason Bourque con Esai Morales, Ona Grauer, Jared Abrahamson, MacKenzie Porter, Martin Cummins, Cielo alle 21, 15. Purtroppo non leggo critiche ma si tratta di una sorta di tempesta micidiale che si abbatte su Seattle. Su Rai4 alle 21, 20 il super solido “Man on Fire” diretto dal maestro Tony Scott con Denzel Washington, Dakota Fanning, Radha Mitchell, Christopher Walken, Mickey Rourke.

 

lettere da iwo jima lettere da iwo jima

Ricordo bruttissimo invece “Hercules. La leggenda ha inizio” diretto da Renny Harlin con Kellan Lutz, Gaia Weiss, Scott Adkins, Roxanne McKee, Liam Garrigan, Liam McIntyre, Italia 1 alle 21, 20. Ricordo che per vederlo in anteprima andai in capo al mondo. Canale Nove alle 21, 25 ci riporta ai tempi del successo di “Maschi contro femmine” di Fausto Brizzi con Paola Cortellesi, Luca Calvani, Alessandro Preziosi, Nicolas Vaporidis, Daniel McVicar, Claudio Bisio, Francesco Pannofino. Su Warner Tv alle 21, 30 avete un altro bellissimo film diretto da Clint Eastwood, “Lettere da Iwo Jima”, con Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Tsuyoshi Ihara, Ryo Kase, Shido Nakamura. E’ la seconda parte del progetto Iwo Jima, quella della battaglia vista dai giapponesi.

cast di platoon nelle filippine cast di platoon nelle filippine

Passiamo alla seconda serata con “Teresa D’Avila – Il castello interiore”, santino diretto da Jorge Dorado con Marian Álvarez, Antonio de la Torre, Aitana Sánchez-Gijón, David Luque, Carla Díaz, Tv2000 alle 22, 30. Su Irios alle 23, 05 avete l’ottimo “La notte brava del soldato Jonathan” diretto da Don Siegel con Clint Eastwood, soldato nordista ferito in mano a un gruppo di pazze sudiste capitanate da Geraldine Pagee  Elizabeth Hartman. Praticamente un horror. La7 alle 23, 15 fa bene a puntare su un celebre film di guerra che lanciò Oliver Stone, cioè “Platoon” con Charlie Sheen, Tom Berenger, Willem Dafoe, Forest Whitaker. Violentissimo.

 

cinzia roccaforte la iena cinzia roccaforte la iena

Canale 5 alle 0, 20 presenta un bel film di Silvio Soldini su un triangolo sentimentale, “Cosa voglio di più” con Pierfrancesco Favino che tradisce la moglie, Teresa Saponangelo, con Alba Rohrwacher. Tutto ambientato a Milano. Non era affatto male. Per i fan del thriller all’italiano occhio a “Solamente nero” diretto nel 1978 da Antonio Bido con Lino Capolicchio, Stefania Casini, Craig Hill, Massimo Serato, Juliette Mayniel. Cielo all’1 ripropone il thriller erotichello diretto da Joe D’Amato “La iena” con Cinzia Roccaforte, David D'Ingeo, Anna Maria Petrova, Jason Saucier.

 

naomi watts diana – la storia segreta di lady d naomi watts diana – la storia segreta di lady d

Solo all’1, 40 su Rai Movie arriva il biopic “Diana – La storia segreta di Lady D” diretto da Oliver Hirschbiegel con Naomi Watts, Naveen Andrews, Douglas Hodge, Charles Edwards, Geraldine James. Così così. Ma è ovvio che a quell’ora è molto più interessante un tuffo in “Febbre di sesso prima di uccidere”, titolo depravato di un misterioso film diretto da Adimaro Sala con Umberto Di Grazia, Pia Giancaro, Patrizia Antinori, Dino Mele, Cine 34 alle 2, 40, dove un ragazzo americano viene mandato in Vietnam, passa una licenza in Europa per incontrare la fidanzata e entra in un curioso triangolo con un fotografo. Mai visto.

da scaramouche or se vuoi l'assoluzione baciar devi sto… cordone 2 da scaramouche or se vuoi l'assoluzione baciar devi sto… cordone 2

Chiuderei con il folle e volgarissimo “Da Scaramouche or se vuoi l’assoluzione baciar devi… sto cordone”, diretto da Gianfranco Baldanello con Stelvio Rosi al tempo noto come Stan Cooper, Mario Brega dilagante, Dada Gallotti, Franca Gonella, Rolando De Santis alias “Er Chiodo”, celebre caratterista felliniano qui in un ruolo vero e proprio. Stelvio Rosi ricordava che in sala a Roma lo riconoscevano (“Ma quello è Stelvio Rosi!”) e che Mario Brega faceva scherzi pesantissimi a tutti sul set. “Si tratta di un film che per nudi ed altro non è secondo a nessuno”, scrive il critico della “Sicilia”, “ma il regista si sofferma troppo su certi rapporti come se lo scopo del film non fosse altro che mostrare queste cose”. Rivisto qualche tempo fa stupisce il peso che hanno Brega e Er Chiodo…

faddija – la legge della vendetta faddija – la legge della vendetta

 

Rete 4 alle 4, 30 presenta in “Faddija – La legge della vendetta” diretto nel 1950 da Roberto Bianchi Montero con Luisa Rossi, Otello Toso, Olga Solbelli, Peppino Spadaro. Una sorta di prequel sardo della serie israeliana “Fauda”. La storia è sempre quella. Io ammazzo te, tuo fratello si vendica e ammazza me. Mio fratello si vendica e…

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