Marco Giusti per Dagospia
In chiaro cosa possiamo vedere stasera? Non perdetevi su Warner tv alle 21 il vecchio “Bullit” di Peter Yates con Steve McQueen, Jacqueline Bisset, Robert Vaughn, Robert Duvall, che Quentin Tarantino, nel suo ultimo libro, ancora inedito in italia, ha ricostruito così bene dando a Steve McQueen tutta la sua giusta importanza nella sua costruzione.
E’ McQueen, qui in veste per la prima volta anche di produttore, a spostare l’azione da Los Angeles a San Francisco, al tempo poco battuta, a imporre come regista l’inglese Peter Yates che aveva da poco girato “La rapina al treno postale”, a volere fare in prima persona le grandi scene di inseguimento, con lui alla guida della Ford Mustang 390 GT 2 del 1968, a girare il film a San Francisco, a chiamare come antagonista Robert Vaughn, a vestirsi con la giacca di tweed, i desert boots, il trench.
Yates chiese subito alla Warner una Arriflex per le scene da riprendere a spalla. Il film cambiò completamente il genere. Sembra che durante una festa si veda anche Mimi Farina, la sorella di Joan Baez in un cameo.
Propongo una commedia tenera anni ’60, prima dell’arrivo della Jane Fonda sexy e poi di quella politica e prima del Robert Redford da New Hollywood , “A piedi nudi nel parco” diretto da Gene Saks, tratto dalla strepitosa commedia di Neil Simon con Fonda e Redford e due grandi vecchi come Mildred Natwick e Charles Boyer, Tv2000 alle 22, 55. Redford riprese il ruolo che aveva a teatro in coppia con Elizabeth Ashley diretti da Mike Nichols quattro anni prima.
robert redford jane fonda a piedi nudi nel parco
Questo fu il suo primo successo. Jane Fonda prese il posto che la Paramount aveva offerto a Natalie Wood, ma adorò il film e il suo personaggio. Avrebbe tanto voluto farne un sequel. Il film è pieno di battute e trovate grandiose. “Guardo la tv solo di notte”, dice a un certo punto Boyer, “perché solo di notte passano i vecchi film di Hollywood”. Mi rimase impressa perché allora nella nostra tv passava solo il monoscopio. Oggi mi sento come lui sessant’anni fa. Vidi il film al cinema Ristori di Ferrara. Dubito che esista ancora.
Ritroviamo Redford su Iris alle 21 protagonista di un prison-movie militare poco noto, “Il castello”, diretto da Rod Lurie, un ex-critico, con Clifton Collins jr., Delroy Lindo, Mark Ruffalo, James Gandolfini. Su Cine 34 alle 21 il film dei Vanzina della sera è “In questo mondo di ladri” con Valeria Marini, Carlo Buccirosso, Max Pisu, Biagio Izzo, Leo Gullotta, Ricky Tognazzi. Lo produsse Mario Cecchi Gori quando era ancora fidanzato con la Marini. Ricordo di averlo visto in anteprima a Palazzo Borghese, proprio a casa di Cecchi Gori, dove allora abitava con la Marina, oggi ci abita Valsecchi. Del resto anche tutta la library di Cecchi Gori è finita a Mediaset, ahimé.
Il film, a parte la storiella di truffati e truffatori, è storicamente interessante. Come spiega all'inizio del film Ricky Tognazzi camuffato da antennista milanese allo scrittore Nicola Pistoia che se lo vede arrivare a casa in quel di piazza Duomo, di questi tempi è meglio che la parabola si metta verso destra, visto che eravamo nel pieno del governo Berlusconi. Poco più in là un chirurgo estetico interpretato da Enzo Iacchetti, se la prende addirittura con Bruno Vespa che lo ha rovinato facendo parlare a Porta a porta un'attrice che si era ritrovata il seno scoppiato in aereo dopo un suo intervento (la cosa accadde davvero a Renée Simonsen, attrice vanziniana...).
Perfino un simpatico esercente napoletano, tal Nicola interpretato dal napoletano Biagio Izzo, prima di trasformarsi nel fintissimo miliardario russo Igor Rabbinovitch che traffica in calciatori, rivela che si è rovinato perché ha osato lottare contro il dominio delle multisale nella sua zona. Ma la sala che ci mostra è il romanissimo e vecchio cinema dei ferrovieri Universal, zona piazza Bologna, oggi diventato teatro. Ahimé. La cosa più divertente di In questo mondo di ladri è il continuo rimando alla realtà che i navigatissimi Vanzina cercano di farci intravedere o di nascondere troppo al punto da rendere il tutto ancora più evidente.
Alla Marini protagonista, i Vanzina cuciono addosso il ruolo della «gnoccona», della «donna facile», la sarda Monica Puddu, che dopo essere stata mollata dal suo ricco amante sposato si fingerà tal Maria Rossi, fidanzata del finto riccone russo Biagio Izzo, che darà il via a una megatruffa ai danni di una non meglio precisata banca milanese.
valeria marini in questo mondo di ladri
Anche se la maggior parte dei critici invitati all'anteprima mattutina dormivano nelle poltrone di casa Cecchi Gori, anche se la Marini, pur cultissima nella sua non-recitazione, spesso non regge né il primissimo piano sul viso né sul fondoschiena, va detto che il film offre non pochi spunti di divertimento. Su Canale 20 alle 21, 05 occhio a “Unstoppable”, thrillerone firmato da Tony Scott con Denzel Washington su un treno in corsa che non si riesce a fermare, Ci sono anche Chris Pine, Rosario Dawson.
“Ad Astra” diretto da James Gray, Rai Movie alle 21, 10, è una grande e elegantissima space opera che mischia Conrad, Melville e mille western classici, fotografato dall’Hoyte Van Hoytema di Dunkirk, prodotto e interpretato da un Brad Pitt in stato di grazia, Gray cucina questo viaggio nello spazio del maggiore Roy McBride, che ha l’incarico di ritrovare il padre impazzito, Tommy Lee Jones, su un’astronave dalle parti di Nettuno, e risolvere così una serie di disastri che si stanno verificando sulla terra, con una armoniosa messa in scena che riesce, cosa assolutamente rara, a costruire una fantascienza direi non vista e originale.
Grazie a un lavoro sottile su scenografie, costumi, musiche, ma anche al tono di viaggio metaforico che Gray riesce a darci giocando tutto attorno allo sguardo di Brad Pitt, viaggiatore spaziale solitario ma sconvolto dalla notizia che il padre, dato per morto 16 anni prima, è ancora vivo. Nell’horror con fantasmi “Oscure presenze” di Kevin Greuter, Mediaset Italia 2 alle 21, 15, ritroviamo la Sarah Snook ormai celebre grazie a “Succession”. Torna nella sua casa d’infanzia in Louisiana per prendere fiato dopo un brutto incidente e si trova faccia a faccia con uno spiro rompiscatole. Che fare?
Rai 2 alle 21, 20 propone un thrillerino con rapina poco noto, “The Misfits” di Renny Harlin con Pierce Brosnan, Jamie Chung, Tim Roth. Magari va pure bene stasera. Su La7D alle 21, 30 arriva l’elegante “Casa Howard” diretto da James Ivory, tratto da “Howard End” di E. M. Forster, scritta da Ruth Prawer Jhabvala con Anthony Hopkins, Emma Thompson, Helena Bonham Carter, Vanessa Redgrave. C’è tutto quello che potete pensare. Ricche famiglie, matrimoni andati a monte, amori eterni, conflitti di classe e tovaglie ben stirate, argenteria lucidata a pennello. Grandi attori. E’ il minimo. Tre Oscar, a Emma Thompson, alla sceneggiatura e alla costumista Luciana Arrighi, sorella dell’attrice Nike Arrighi.
sotto il vestito niente. l’ultima sfilata.
In seconda serata avete il giallo dei Vanzina “Sotto il vestito niente. L’ultima sfilata” di Carlo Vanzina con Francesco Montanari che fa il poliziotto, Vanessa Hessler la bambila bionda, Richard E. Grant la guest star inglese, Giselda Volodi, Virginie Marsan, Cine 34 alle 22, 55. Tra tante repliche vi segnalo “Inside Man”, gran bel thriller diretto da Spike Lee con Denzel Washington, Clive Owen, Jodie Foster, Canale 20 alle 23, 15.
Occhio che passa su Rai Movie alle 23, 15 lo strepitoso “Intervista col vampiro” diretto da Neil Jordan, scritto da Anne Rice con Tom Cruise e Brad Pitt vampirelli belli e affamati di sangue umano (gnam), Christian Slater che prese il posto del povero River Pheonix, Kirsten Dunst bambina, Stephen Rea, Thandie Newton, Antonio Banderas e perfino Domiziana Giordano. All’epoca mi piacque moltissimo. Anne Rice aveva scritto il romanzo nel 1976 pensando a Rutger Hauer nel ruolo del vampiro Lestat.
Lo compra subito la Paramount che lo vuole fare con John Travolta, ma ci sono troppi film di vampiri in giro. Meglio aspettare. Quando seppe che Lestat sarebbe stato Tom Cruise, dopo le defezioni di Johnny Depp e Daniel Day Lewis, maledisse l’operazione. Ma poi, quando lo vide addirittura su vhs trovò l’interpretazione di Tom Cruise strepitosa e chiese pure scusa e definì il film un capolavoro.
serena grandi desiderando giulia
Nella notte trovate su La7D alle 0, 30 la bella commedia francese “E’ arrivato nostro figlio” di e con Valérie Lemercier, in coppia con Gilles Lellouche, Samatin Pendev, Marina Foïs, Nanou Garcia. Su Cine 34 alle 0, 45 torna Serena Grandi supernuda in “Desiderando Giulia” di Andrea Barzini. Nelle idee del produttore Luciano Martino era una sorta di “Senilità” di Italo Svevo ambientato nella Roma di oggi con Serena Grandi pronta a tutto in mezzo a due maschi, l’inespressivo Johan Leysen già visto in “Prenom Carmen” di Godard (poraccio), e uno spiazzato Sergio Rubini appena uscito dall’incontro con Fellini in “Intervista” (ari-poraccio).
Lei se li gioca in un finalone tutto sesso attaccata a una colonna che cerca di sostenere qualsiasi impalcatura. Ma i due non sembrano poi così interessati. Su Rete 4 alle 0, 50 passa il film a episodi costruito da Dino Risi e scritto da una valanga di nomi illustri, Scola-Age-Scarpelli-Vincenzoni-Sonego per Monica Vitti, “Noi donne siamo fatte così”. Non funzionò bene come le commedie erotiche a episodi di Dino. Con lei ci sono Carlo Giuffrè, Enrico Maria Salerno, Ettore Manni.
quattro marmittoni alle grandi manovre
Alle 2 su Cine 34 trovate il buffo “4 marmittoni alle grandi manovre” di Franco Martinelli alias Marino Girolami con Gianfranco D'Angelo, Sergio Leonardi, Gianni Agus, Lino Banfi, Alida Chelli, Tony Ucci. Molto più interessante l’ormai raro “Provincia meccanica”, opera prima di Stefano Mordini con Stefano Accorsi, Valentina Cervi, Ivan Franek, Miro Landoni, Ret 4 alle 3, 15. SSu Rai 2 alle 340 trovate la commedia di Sergio Colabona, ottimo regista televisivo, “Attesa e cambiamenti” con Martina Stella, Roberta Giarrusso, Samuela Sardo, Paolo Conticini, Corrado Fortuna.
Mi rivedrei invece il disastrato “Il Bounty” prodotto da Dino De Laurentiis, e diretto da Roger Donaldson con Mel Gibson nel ruolo che fu di Marlon Brando e Clark Gable e Anthony Hopkins nel ruolo che fu di Trevor Howard e di Charles Laughton, Edward Fox, Laurence Olivier, Daniel Day-Lewis, Liam Neeso, Iris alle 3, 50. Il progetto nasceva come film in due parti scritto da Robert Bolt e diretto da Dabid Lean per la Warner Bros, alle prese allora con “Superman” uno, due, tre. Fu la Warner a non volere un film in due parti e Lean si rivolse a Dino De Laurentiis, che costruì subito in formato reale il vecchio e glorioso Bounty pronto a fare il film.
Qualcosa deve essere accaduto tra De Laurentiis e David Lean visto che rimane il copione di Bolt, ma dopo un po’ viene chiamato Cimino, che non vuole fare il film. E’ Mel Gibson, chiamato come nuovo Fletcher Christian, a presentargli Roger Donaldson, che si scontrerà con Anthony Hopkins e passerà un mare di guai sul set tra incidenti e tempo cattivo. Mettiamoci anche un Hopkins appena uscito dall’alcolismo e un Mel Gibson che non smetteva di bere… Il film è un mezzo disastro. Da recuperare.
Alle 4, 25 su Cine 34 passa uno dei gialli italiani preferiti da Tarantino, “Bersaglio mobile” con Ty Hardin, Paola Pitagora, Vittorio Caprioli, citatissimo in “C’era un volta a Hollywood”, al punto che D i Caprio indossa lo stesso cappello di Ty Hardin e viene inserito proprio in una scena del film.
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Chiudo su un western ancora più stracult, “The Belle Starr Story” diretto da Natahan Witch alias Lina Wertmuller con Elsa Martinelli, Robert Woods, George Eastman, Dan Harrison, Orso Maria Guerrini, Rai Movie alle 5. Qualcuno attribuisce la regia a Piero Cristofani (già aiuto regista), che si firmava Peter Roy, e che lo aveva anche scritto con Bruno Baratti, ma a detta sia della interessata (glielo chiesi alla radio tanti anni fa) e di chi era sul set, il film è diretto proprio da Lina Wertmuller. La quale, però, sosteneva di non averlo finito.
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Nella sua autobiografia spiega l’arcano: “Fui chiamata in soccorso da Elsa Martinelli perché in balia di un produttore dilettante, un milanese di nome Righini. Lo nomino di proposito perché non mi ha mai pagato. Il film era campato in aria: dal regista, del quale si diceva che fosse un ex aiuto di Antonioni, alla produzione di cretinoni milanesi che volevano giocare a fare il western. Unica garanzia: Elsa e un attore americano di dubbia origine. ‘Ha già girato delle scene...’, mi disse Righini, parlando del regista precedente”.
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Quindi la Wermuller entra a film “quasi” iniziato. Ma nel suo racconto le riprese di Cristofani erano un disastro. E il copione pure. Quindi deve riscrivere tutto in gran fretta e rimettere a posto il possibile. “Non si trattava di gente di cinema. Erano dilettanti pericolosi”. Sostiene anche di aver ammollato un cazzotto al direttore di produzione. “Poi mi occupai dell’attricetta amica del produttore che doveva fare una schiava indiana [e chi è... Francesca Righini?]: via ciglia finte, rossetti e matite. Mi serviva una faccia pulita.
Doveva interpretare un’indiana, non una vamp anni Cinquanta. Con mia sorpresa, me la ritrovai sul set, ritruccata. A quel punto la mandai via e tagliai la parte.” Poi se la prende con Robert Woods, che nell’autobiografia non nomina, ma tratta malissimo. “Fu la volta dell’attore americano. Mi guardava con diffidenza perché ero amica di Elsa. Mi chiese di non farle più primi piani di quanti non ne avrei fatto fatti a lui. Roba da buttarlo fuori a calci dal set”. Appena Robert Woods si offende perché la regista fa un primo piano alla Martinelli, la Wertmuller si vendica.
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Mette addosso a una comparsa il suo costume e lo fa pugnalare in scena. La sera Woods va a piangere in camera sua. “Fui implacabile. Era troppo cretino”. Così lo sostituisce con un giovane italiano, che è poi George Eastman-Luigi Montefiori. E costruisce tutto il film con grandi flashback partendo da una partita a poker tra Belle Starr, che si gioca il suo corpo, e “l’avventuriero bruno dagli occhi di fuoco”. La versione di Robert Woods, quello che la Wertmuller definisce “un attore americano di dubbia origine”, è ovviamente un po’ diversa.
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“Fu Elsa a voler mandare via il primo regista, io l’ho difeso. Le ho detto che non si poteva mandare via, non era corretto, quello che era anche il suo primo film. Il regista, inoltre, era come tutti gli altri, ma lo hanno voluto mandare via. Per Elsa era un problema di primi piani. Per queste stesse cose John Wayne le dette uno schiaffo a Hollywood. Mandato via il regista, per due settimane siamo rimasti lì senza nessuno. Avevamo bisogno di un altro regista.
Lina Wertmuller era un’amica intima di Elsa. È stata lei a chiamarla. Come è arrivata, Elsa si è comportata da gattina con lei. E lei non si è curata più di nessun attore nel film al di fuori di Elsa. In quel periodo la odiavo. Lina ha tagliato metà della mia parte e ha chiamato un altro attore come protagonista.
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A questo punto ho detto: voglio tornare a Roma, dalla mia donna, Elga Andersen. Poi ho chiamato il mio avvocato e ho fatto un’azione legale sul film. Non solo non mi avevano pagato, ma avevo firmato un contratto per una parte da protagonista e mi ritrovavo a fare un ruolo minore.” E il film come era? Insomma…
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