Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
SALVATORE CONTE (MARCO PALVETTI) SU FB
Per me “Gomorra” finisce qua. Mi rifiuto. Manco la quarta vedo. Sky bastardo. Lo cancello. Disdico. Maledico. Sky Don’t Go. La mano dei cretini è sempre incinta. La mano che sgozza Salvatore Conte, intendo, come fosse un qualunque maiale seriale. Ci dormo su, mi sveglio e ancora non ci credo. Solo dei cretini patentati possono inventare un personaggio di quella dismisura, l’unica cosa buona e santa di questa fintissima fiction, il boss pelle e ossa, anoressico e mistico, tenuto in piedi, di più, miracolato dal suo medesimo, ben di là dell’attore (Marco Palvetti, così si chiama), che solo fumando una sigaretta finta sul balcone di casa è già una spanna, ma direi due, sopra tutti, e farlo morire per mano di un coglione qualunque con un rasoio da barbiere.
“Gomorra Beautiful” puzza di finto, ammorba di lacca. Senza Salvatore Conte è un profilattico infilato sul nulla. Uccidono Salvatore e tengono in vita Ciro, quel fighetto griffato e savianizzato, lo stereotipo della tenebra di plastica. Già inverosimile di suo, lo diventa definitivamente da che, anima nera, spietato stratega di morte la notte, lo vedi trasformarsi bello di giorno in un innocuo bamboccione da spot televisivo.
SALVATORE CONTE ORDINA DUE FRITTURE
Per non parlare del Genny Savastano, anche lui un duro che spaventa con la sua obesità assassina donne, vecchi e bambini, un boia cartonato, che lo vedi il giorno dopo cazzeggiare giuggiolone, tipo yoghi, in tutte le sacrestie televisive (come si fa a non capire che, nel contratto di questi “attori”, la prima clausola dovrebbe essere: proibito almeno per la durata della messa in onda, se non a vita, vestire altri panni che non siano quelli della serie, per non destabilizzare l’identificazione di massa).
SALVATORE CONTE MORTO SALVATORE CONTE FIDANZATA TRANS
Capite? S’inventano uno dei personaggi più interessanti della storia della televisione, lo svezzano, ne fanno una bozza di capolavoro e, quando già pensi di non poterne fare a meno e vuoi sapere tutto di lui, zac, un taglio alla gola, lo fanno sparire, i masochisti del mio cefalo. Lo fanno fuori, come un bottone superfluo, al fondo di una meravigliosa sequenza di flagellanti in processione, dove lui, Salvatore, incappucciato, è uno di quelli che canta la Regina Madre e si percuote a sangue, anche perché sa di dover morire per colpa di un idiota che l’ha scritto sul copione.
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Un canto che strappa i peli del petto per quanto bello (offro una cena a “Le mani in pasta” a chi mi fa sapere come si chiama). S’inventano questo gigante, questo morboso malato che si genuflette devoto alle Madonne e le sventra dopo averle infarcite di eroina, che scambia una trans per una di loro, la trasfigura e la fa dipingere, e tu sei lì che ti freghi le mani e ti dici: okay, Salvatore, sei tutti noi, tutto il resto è noia, vadano a farsi fottere i Ciri e i Genny con i loro crani e le loro creste da ferocia ossigenata e loro che fanno? Fanno crepare Salvatore, l’unico che t’inchioda. Ma vaffanculo!
Addio al boss Salvatore Conte nella fiction Gomorra 2. L'attore Marco Palvetti ha spiegato sul suo profilo Facebook cosa c'è dietro a tale scelta degli sceneggiatori.
«Leggo e rileggo i vostri commenti, messaggi, notizie - ha scritto - tutto questo conferma il vostro calore e la vostra voglia di scegliere ciò che per voi vale, in ogni caso. E non vi nascondo che questo mi ha emozionato non poco. Alla base del mio approccio al lavoro c'è sempre un profondo rispetto per tutte le maestranze che partecipano alla lavorazione di un progetto. Il lavoro dell'Attore funziona cosí (almeno per me!): tra le mani hai una scrittura, una sceneggiatura, un copione e tu cerchi di sublimare questo materiale e di dar vita a quel mondo, a quella storia.
Ecco. Questo lo scrivo anche per sottolineare il fatto che non ho avuto nessun problema con nessuno, come invece ho letto tra le supposizioni circa la mia uscita dalla serie. Mi preme fermare sul nascere queste dicerie. Amo il mio lavoro e rispetto le persone con cui lavoro, così come sono al corrente della stima che tutti gli addetti ai lavori hanno nei miei confronti". Poi aggiunge: "Sono state evidentemente scelte produttive e di scrittura. E non mi pongo il problema, poiché ripeto il mio lavoro è un altro. E io amo il mio lavoro! Il passato è passato e ha, a quanto pare, anche un nome che resterà nei nostri cuori e nei nostri occhi; il futuro ha le sembianze del pubblico magnifico che siete e che cercherò sempre di sorprendere e di emozione. Qualità, sempre e per sempre».