Giulio Pasqui per www.tvblog.it
Nuova epurazione in casa Rai. Questa volta a farne le spese è Scala Mercalli, il programma 'ambientale' del sabato sera di Rai 3. Il conduttore e climatologo, Luca Mercalli, anche volto di Che tempo che fa, si è sfogato sulle pagine de L'Espresso. Confida di averlo saputo "qualche settimana fa, ma ufficiosamente era nell'aria già da qualche mese.
Il nostro programma ha bisogno di una preparazione lunga, serve molto tempo per organizzare i documentari in giro per il mondo. Di solito a giugno sapevamo già quando sarebbe iniziata la nostra stagione, ma stavolta nessuno ci ha comunicato nulla. Poi, un paio di settimane fa, ho ricevuto la telefonata del dirigente Rai a cui faccio riferimento. 'La direttrice di Rai Tre non ha confermato Scala Mercalli', mi ha detto".
Quale motivazione ha spinto Daria Bignardi a chiudere Scala Mercalli? "Non me l'hanno spiegata. Anche perché era difficile da spiegare. Abbiamo portato avanti un'informazione ambientale che non solo era rigorosa dal punto di vista scientifico, con interviste a grandi esperti di tutto il mondo, ma attirava un milione di spettatori in media ogni sabato sera".
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C'entra la politica? "Abbiamo trattato argomenti che sono scomodi per qualsiasi governo, e il governo Renzi non fa certo eccezione. Basterebbe dire che siamo andati contro le trivelle e le grandi opere, e a favore di un'agricoltura sostenibile". Non a caso, lo scorso anno, il senatore del Pd Stefano Esposito ha presentato un'interrogazione in Commissione di Vigilanza Rai contro i "22 minuti di propaganda ai No Tav" all'interno della trasmissione.
La Federazione Italiana Media Ambientali ha subito espresso "la propria ferma protesta per tale decisione, con l'augurio che vi siano spazi di ripensamento". Ma il conduttore non crede ci siano spazi per un dietrofront: "Sono felice della solidarietà degli spettatori, ma non credo che servirà a far cambiare idea a chi decide. Sarà più che altro solo un esperimento sociologico, temo. Sul breve termine non ci sono speranze. Se poi dovesse cambiare qualcosa, non ci sarebbero comunque i tempi tecnici per ricominciare a febbraio, casomai più avanti".
In questi anni in Rai, continua Mercalli, "non ho mai ricevuto pressioni, ho goduto di un'autonomia completa. D'altronde il biglietto da visita di “Scala Mercalli” era lo stesso studio in cui registravamo. Eravamo infatti ospitati dalla Fao, che non avrebbe esitato un secondo a cacciarci se avessimo detto qualcosa di scientificamente scorretto. L'ufficio stampa della Fao ci aveva avvertito: 'Fate attenzione, se sbagliate qualcosa il giorno dopo ho 4 ambasciatori che mi chiedono conto di voi e devo mandarvi via'.
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Ma non c'è mai stato bisogno di richiamarci all'ordine [...] Ho sempre creduto fortissimamente nel servizio pubblico. Ci lavoro da 20 anni. Gli spettatori mi conoscono dal 2003, da Che tempo che fa con Fazio, ma collaboravo già da prima. Oggi faccio sempre più fatica a riconoscermi in questa Rai".