Silvia Renda per Huffingtonpost.it
Facebook sta sperimentato una nuova misura per contrastare le "vendette porno", attraverso un progetto pilota partito in Australia. Gli utenti sono invitati a inviare le loro immagini di nudo al colosso dei social network, allo scopo di proteggere le vittime di abusi online.
Nello specifico, chi ha condiviso immagini intime con i propri partner ed è preoccupato che lui o lei possa diffonderle senza consenso, può segnalare tramite Messenger le foto in questione, per far sì che vengano cancellate. L'azienda converte l'immagine in un'impronta digitale, per bloccare qualsiasi tentativo di ripostarla.
Il progetto, partito in Australia, è stato possibile grazie alla collaborazione con un'agenzia governativa diretta dal commissario per la sicurezza online, Julia Inman Grant. "Spesso questi video o foto sono stati girati e scattati consensualmente, ma non c'era alcun tipo di consenso a diffonderli", ha dichiarato Grant alla Abc, spiegando che lo scopo è quello di permettere alle vittime di far qualcosa prima che gli scatti vengano postati su Facebook, Instagram e Messenger. Prima, cioè, che sia troppo tardi.
Per mettere in moto la macchina, gli utenti devono compilare un modulo online sul sito web della commissione per la sicurezza online, descrivendo le loro preoccupazioni. Saranno quindi invitati a inviare tramite Messenger le immagini che temono possano essere diffuse, mentre la commissione notifica a Facebook la loro segnalazione.
Quando Facebook ottiene la notifica, accede all'immagine e la traccia, impedendo che in futuro venga caricata o condivisa. Le immagini rimarranno memorizzare nell'archivio del social network per un breve periodo di tempo, in modo da assicurarsi che la procedura venga correttamente eseguita. Poi verranno eliminate.
Ad aprile, Facebook aveva annunciato nuove misure per contrastare le "revenge porn", un fenomeno sempre più diffuso online, salito alla ribalta delle cronache poiché legato anche a episodi finiti in tragedia. Le numerose denunce hanno spinto la creatura di Mark Zuckerberg a cercare una soluzione ed era stato per questo istituito un apposito team, con il compito di controllare e contrastare questo specifico tipo di segnalazioni. Il progetto australiano è un ulteriore passo avanti che punta ad agire in anticipo, a risolvere il problema prima ancora che si crei.