Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”
vittorio feltri e melania rizzoli
In questi giorni bui e tempestosi, abbiamo letto varie facezie sul conto di Libero e sul fisiologico cambio di direzione del medesimo. La più divertente, manco a dirlo, l' ha scritta il Fatto Quotidiano (guidato dal mio stimato amico Marco Travaglio, penna acuminata e brillante), il quale addirittura in prima pagina ha raccontato che io avrei partecipato a una cena con Matteo Renzi finalizzata a concludere una sordida trattativa: cedere al governo il giornale da me fondato, e di proprietà della famiglia Angelucci, in cambio di palanche. Non quelle del presidente del Consiglio, bensì del dipartimento deputato a distribuire i fondi della editoria a chi ne ha diritto (per legge).
Indubbiamente un bel romanzo.
Ma solo un romanzo prodotto dalla fantasia. Secondo cui, inoltre, la mia trascurabile persona si sarebbe venduta al renzismo, abbandonando il berlusconismo. L' inventiva è buona qualità che apprezziamo se esercitata nella letteratura, ma non nella cronaca. Anzitutto - e un po' mi dispiace - non ho mai cenato né bevuto un caffè con il premier. Che non ho incontrato in alcuna circostanza. Mi ha telefonato una volta per lagnarsi di un mio articolo, e lo ha fatto gentilmente, e il sottoscritto gentilmente ha confermato ogni parola pubblicata.
In secondo luogo, non sono stato neanche cinque minuti berlusconiano. Eventualmente era Berlusconi ad essere feltriano. Nel momento in cui l' ex Cavaliere, d' intesa con Palazzo Chigi, ha approvato le riforme presto oggetto di referendum, non ho manifestato ostilità. Anzi. Ho espresso soddisfazione, perché pensavo e penso che la Costituzione non sia la più bella del mondo e necessiti viceversa di modifiche. Sennonché, Silvio a distanza di alcuni mesi ha cambiato idea. Lui, non io. E adesso è contrario alle riforme da lui stesso ispirate. Chi è il voltagabbana? Feltri o Berlusconi? Lascio a voi la risposta.
Feltri e Belpietro con _Libero_
Continuo a credere che ridurre il numero dei senatori e togliere il titolo V alle Regioni siano cose buone e giuste, anche perché gli enti in questione sono carcasse, associazioni per delinquere (in massima parte). Significa che sono diventato renziano? Nossignori. È Berlusconi che si è appiattito sulla linea di Cuperlo.
E veniamo alla spinosa faccenda dei finanziamenti pubblici. Libero per anni ne ha usufruito in base alle norme. A un certo punto c' è stato un contenzioso, e lo Stato li ha sospesi. Cosicché Libero (unico giornale nella storia) ha dovuto restituirne una quota, a rate, come previsto dalle regole mai rispettate da alcuno. Intanto, la società editrice ha fornito a garanzia una fidejussione.
Più tardi, il Tar ha stabilito che per il 2012 le provvidenze spettassero a Libero. Ricorso al Consiglio di Stato, che ha confermato la sentenza del tribunale amministrativo regionale. Quanto alle annualità 2013 e 2014, è stato stabilito che siano a nostra disposizione. Dov' è l' inciucio? Dov' è il baratto? Nella testa dei cronisti del Fatto Quotidiano, ma non nella realtà.
marco travaglio prima dello spettacolo
Il nostro giornale è nato e cresciuto nel brodo di centrodestra e qui è rimasto e rimane. Proprio per questo è favorevole al sì per il prossimo referendum: non aderisce alla linea Cuperlo, come invece ha fatto improvvisamente l' ex Cavaliere, che cambia opinione con la velocità con cui cambia l' allenatore del Milan. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Questi sono i fatti e chi li smentisce mente, mi auguro non sapendo di mentire.