Roberto Pavanello per www.lastampa.it
Musica elettronica, video, computer grafica, pittura digitale, film, testi, design, lettering. È tutto questo la serie di concerti dei Kraftwerk The Catalogue - 1 2 3 4 5 6 7 8, vero evento di Club to Club 2017, che si svolge a Torino dal primo al 7 novembre, nei giorni della Contemporary Art Week.
I live del collettivo tedesco si terranno, due al giorno, da venerdì 4 a martedì 7, con inizio alle 19,30 e alle 22,30. I primi quattro sono andati subito esauriti e si stanno rapidamente riducendo i posti per gli altri quattro. Ogni live è diviso in due parti: nella prima parte viene riproposto un album intero (ogni volta uno diverso), nella seconda altri brani famosi della band:
«Quindi ogni concerto racconta la storia dei Kraftwerk da una prospettiva diversa», spiegava uno dei fondatori Ralf Hütter, 71 anni, uno dei fondatori della band tedesca, in una recente intervista a La Stampa. Gli otto show seguono, dunque, un ordine cronologico: Autobahn (1974) (sold out),Radio-Activity (1975) (sold out), Trans Europe Express (1977), The Man-Machine (1978) (sold out), Computer World(1981), Techno Pop (1986), The Mix (1991), Tour de France (2003).
Catalogue ha debuttato al MoMA di New York nel 2012, poi ha trovato casa al Tate Modern a Londra, della Nationalgalerie a Berlino, quindi Tokyo e Parigi, sempre in spazi non esclusivamente dedicati alla musica. E così sarà questa volta a Torino. Perché il quarantennale percorso dei Kraftwerk è stato all’insegna della ricerca artistica a tutto tondo, tant’è che loro si autodefiniscono «collettivo artistico multimediale». Un percorso che ha avuto sempre al centro il rapporto macchina-uomo, che così di attualità è oggi, con il settore della robotica sempre più sviluppato e che inizia a porre i primi interrogativi anche di carattere esistenziale. Loro, i Kraftwerk, avevano iniziato a solcare quei territori, con la loro musica, già negli Anni Settanta e Ottanta.
Una musica elettronica, che strizzava l’occhio al mondo dei robot, quasi fossimo in un romanzo di Asimov, e ai computer. Allora così lontani dall’essere tanto presenti nelle nostre vite. A risentirla oggi, anche grazie a una certa riscoperta di quelle sonorità, il sound dei Kraftwerk non sembra essere passato di moda, anzi. Senza il loro apporto pionieristico non avremmo probabilmente mai avuto la techno e la musica elettronica. Sicuramente non come le conosciamo.