Pier Francesco Borgia per “il Giornale”
Si era eclissata dal palcoscenico italiano nel luglio scorso dopo il braccio di ferro con l' allora ministro degli Interni Matteo Salvini. Ieri sera è tornata, grazie all' ospitata televisiva nel salotto di Fabio Fazio su Raidue.
A Che tempo che fa Carola Rackete, la capitana tedesca (di Preetz) che con la sua nave Sea Watch ha forzato il blocco imposto dal governo italiano per raggiungere un porto dove far sbarcare i naufraghi raccolti in mare. Ieri in tv ha avuto modo di tornare sulla sua avventura mediterranea come paladina dei migranti e soprattutto di presentare il suo libro Il mondo che vogliamo (Garzanti), pensato come un manifesto che ispira i lettori a combattere in difesa dell' ambiente, dei diritti umani, del futuro del pianeta, perché come ha ripetuto ieri da Fazio, «agire non è più una scelta ma una urgente necessità. Prima che sia troppo tardi».
La sua passione non è mutata, così come i suoi lunghissimi dreadlock biondi, chiusi da una fascia celeste. Fazio approfitta della presenza della capitana tedesca per discettare sul significato della parola «migrante». Non è un concetto astratto, dice. Dietro ci sono persone come Mohamed Diaomè, ragazzo senegalese da due anni in Italia e ora giovane promessa del calcio con il Sant' Ambroeus. A scortarlo, oltre a Carola, anche la portavoce della Sea Watch Giorgia Linardi.
Carola ribadisce: «Quando ho lasciato l' Italia il tema dei migranti abbandonati in mare è quasi scomparso dai titoli dei giornali». Ed è anche per questo che è tornata, per sperare di riportare l' argomento all' attenzione dell' opinione pubblica. E soprattutto per cercare di far liberare la Sea Watch, ancora bloccata in applicazione del Decreto sicurezza bis.
«La situazione - spiega Carola - non è cambiata. Purtroppo. E la vita di chi arriva qui scappando dalla Libia non è affatto facile. E i media tutto questo dolore e sofferenza continuano a ignorarlo». Lo stesso Mohamed conferma: «Sono stato due mesi in Libia. Però non posso raccontare quello che è successo. È indicibile».
Carola ribadisce che la fortuna di noi europei è appunto quella di poter sfruttare documenti e passaporti che ci aprono tutte le porte e spesso ci fanno ignorare il dolore e il tragico destino di chi tutti i giorni si scontra con la violazione delle leggi internazionali. La stessa guardia costiera libica, racconta la capitana tedesca, ignorava sempre i nostri appelli. Non ci parlava. Non voleva comunicare con noi.
«Dove è finita, però, la nostra umanità? - si è chiesta una Rackete particolarmente ispirata dalle domande di Fazio - Noi europei siamo disposti a dimenticarci le stesse norme di diritto internazionale pur di non prendere delle responsabilità in merito».
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La Rackete, però, parla a tutto campo delle difficoltà del pianeta. Le migrazioni, dice, sono un fenomeno ampiamente legato ai cambiamenti climatici ed economici, mettendosi sulla stessa scia dell' impegno ecologista di Greta Thumberg.
L' apparizione televisiva della Rackete, però, non è stata accolta con favore dal mondo della politica. Per Maurizio Gasparri (Forza Italia) la sua intervista con Fazio è «vergognosa». Stesso giudizio anche per Alessandro Morelli (Lega) per cui è inaccettabile che «chi ha speronato una barca della Guardia di Finanza venga ospitato da una televisione pubblica». E lo stesso partito del Carroccio ha annunciato un' interrogazione parlamentare per sapere se la capitana ha ricevuto un gettone di presenza per la sua apparizione televisiva. In difesa dell' ospite l' estrema sinistra. «Livorose bordate da Salvini e compagni» si oppone Fratoianni.
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