“ANCHE IO HO SCRITTO SULL’ESPRESSO, L’ESPRESSO NAPOLETANO, UN PICCOLO GIORNALE..." – IL NEO-EDITORE DELL’ESPRESSO DANILO IERVOLINO SI AUTO-DEFINISCE "UN INVENTORE FRA ARCHIMEDE E RAY KROC, QUELLO DI MCDONALD’S" - "HO COMPRATO L’ESPRESSO E LA SALERNITANA PER LO STESSO MOTIVO. CALCIO E EDITORIA HANNO AUDIENCE INESPRESSE - L’ESPRESSO RESTERÀ NELL’AMBITO DELLA SINISTRA? NON È QUESTIONE DI PARTE O DI PARTITO - LA QUERELA A DUE GIORNALISTI DELL’ESPRESSO (TROCCHIA E ZUNINO)? “STORIA VECCHIA DI ANNI!”. RITIRERÀ LA CAUSA? “POTREI ANCHE, MA…”

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ANDREA GARIBALDI per professionereporter.eu

 

“Sa che ho scritto sull’Espresso?”.

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Notizia clamorosa, visto che viene da Danilo Iervolino, imprenditore napoletano creatore dell’università telematica Pegaso, che ha comprato L’Espresso dal Gruppo Gedi. Suscitando scandalo, scioperi, le dimissioni del direttore Marco Damilano.

 

Quando ha scritto sull’Espresso?

“E’ un piccolo giornale, si chiama l’Espresso napoletano, in onore del caffè”.

 

Forse una premonizione.

“Può essere”.

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Ha detto che all’Espresso, quello che ha comprato, non farà licenziamenti. Ma il direttore lo cambierà?

“La verità? Non lo so. Stiamo valutando. Prepariamo il progetto industriale. Ancora non è definito l’acquisto”.

 

Ha parlato con Lirio Abbate, nominato dopo le dimissioni di Damilano?

“No. Ho avuto un incontro con alcuni giornalisti, ma lui non c’era, mi pare”.

 

danilo iervolino danilo iervolino

C’era il Comitato di redazione, i rappresentanti sindacali?

“Di preciso non lo so”.

 

Il suo Espresso manterrà l’identità che lo distingue da 66 anni?

“Manterrà identità, valori, indipendenza. La voglia di fare inchieste, di gettare luce sulle cose torbide del Paese”.

 

Ci metterà qualcosa di suo.

“Sarò un editore in punta di piedi, ma darò entusiasmo e porterò le mie esperienze tecnologiche. Il giornale dovrà spingere anche sull’infotaiment, informazione più intrattenimento, sul coinvolgimento del lettore”.

 

Ha detto che vuole creare, attorno all’Espresso, una community. Cosa significa?

“Una comunità di lettori che condividono gli stessi valori, la passione per la lettura, la tensione verso la verità. Che siano amici, e abbiano in comune battaglie sociali e hobby”.

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L’Espresso resterà nell’ambito della sinistra?

“Non è questione di parte o di partito. Credo in un giornalismo sano, di qualità, che illumini, cerchi la verità. L’Espresso può diventare un punto di riferimento, un avamposto di libertà intellettuali”.

 

Lo scorso anno doveva fare il candidato sindaco a Napoli?

“Falso. Né Berlusconi, né De Luca né altri politici o partiti hanno mai fatto il mio nome come candidato a Napoli. Sapevano che avrei detto comunque no”.

 

Berlusconi e De Luca Sono suoi amici e sostenitori?

“Ho relazioni con tutti, vada a vedere le presenze nei convegni di Pegaso”.

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Ma per chi ha votato nel corso degli anni?

“Non ha importanza. Sono un imprenditore che vuole una società 5.0, nuove tecnologie per fornire prosperità, nel rispetto del pianeta. Sono per il progresso, la sostenibilità, la pace a tutti i costi, la riduzione delle disuguaglianze, le stesse opportunità per tutti. Chi sposa queste idee mi è vicino”.

 

L’Espresso si allargherà su altri mezzi?

“Tv e radio”.

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Una mediatech industry italiana?

“La prima, non ne esistono altre”.

 

L’editoria italiana chiede continuamente aiuti, sembra sul punto di affondare”.

“E’ un approccio un po’ vecchio. Sono convinto che con l’editoria si possano fare profitti. L’audience può essere convertita in denaro. Ho comprato L’Espresso per lo stesso motivo per cui ho comprato la Salernitana calcio”.

 

Cosa c’entrano?

lirio abbate foto di bacco lirio abbate foto di bacco

“Calcio ed editoria hanno audience inespresse”.

 

Si rifà a modelli stranieri?

“Nessuno. Sono un inventore. Fra Archimede e Ray Kroc, l’uomo che ha sviluppato Mc Donald’s nel mondo”.

 

Dottore Iervolino, perché ha venduto Pegaso?

“Perché ho ricevuto una buona proposta economica. La formazione è stato per me un campo per lavorare sull’ascensore sociale. Ora mi dedico ad altro, sempre nello stesso spirito. Sono un costruttore innovatore”.

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Ho letto che ha realizzato una app per proteggere lo smart working.

“Si chiama Duskrise. Lo produce una società di cyber security, abbiamo brevettato hardware e software: salvaguarda i mezzi tecnologici di casa dai malware, gli attacchi informatici”.

 

Lei ha querelato due giornalisti dell’Espresso, Trocchia e  Zunino, per quello che avevano scritto su Pegaso.

“Storia vecchia di anni! Mi sembrò un’aggressione alla modernità. Mi piacerebbe che oggi qualcuno dicesse che avevamo ragione, che la formazione a distanza è valida e importante”.

 

Il Tribunale civile di Napoli ha rigettato il risarcimento per 38 milioni e avete fatto ricorso. Adesso che è proprietario dell’Espresso, ritirerà la causa?

“Potrei anche, ma la causa coinvolge oltre cento persone, docenti e dipendenti. Deve decidere l’assemblea dei soci di Pegaso. Voglio dire però una cosa: ho grande stima per i giornalisti e la loro professione. Svolgono un decisivo ruolo sociale. Io sono uno di loro, giornalista pubblicista”.

 

Come ha preso il tesserino?

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“Con gli articoli sull’Espresso napoletano”.

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