Estratto da La Stampa
RODOLFO PARISI FRANCO RAPETTI BEPPE PIRODDI E GIGI RIZZI
Ah, Silvio… Lo incrociavo spesso al Torre di Pisa, il ristorante in Brera dove andavamo a cenare in quegli anni: noi circondati da ragazze splendide, lui seduto al tavolo con amici e collaboratori, sempre ingrigiti, sempre a parlar d’affari e a squadrarci con invidia. Una sera mi ferma e mi offre un caffè.
E mi dice: “Sai, anch’io voglio avere donne in quantità industriale e quindi ho deciso: farò la televisione commerciale. Il futuro appartiene a me”. Lo so, può sembrare una tesi strana, ma sono fermamente convinto che lui, affamato di successo, abbia fatto quello che ha fatto solo per questo motivo». Tesi originale, certo, ma forse neanche tanto, vista l’indole e la caratura dei personaggi in gioco.
Era la metà degli Anni Settanta e mentre Berlusconi fantasticava lo sbarco nell’etere, Beppe Piroddi brillava come una stella all’apogeo della sua carriera mondana: un principe della bella vita, un ricco «sciupafemmine» capace di conquistare le donne più desiderate del pianeta.
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Ovvero, il numero uno degli «amateur», che è concetto molto più profondo del semplice «playboy»: «Il playboy è uno che “gioca”, che colleziona, che fa parlare il cuore ma anche la testa», spiega lui, in un ristorante sul lungomare di Genova. «L’amateur, invece, insegue solo il piacere: vuole assaporare fino in fondo le sensazioni, abbandona il campo quando questo non avviene più. Questione di divertimento: ecco la bussola che ha governato la mia vita».
Una giostra di incontri ed emozioni. Beppe Piroddi si è fatto aiutare dall’amico giornalista Gigi Moncalvo e c’ha riempito un libro: «Amateur», Mursia edizioni, quattrocento pagine di feste, donne fatali, stelle del cinema, vacanze a Saint-Tropez e spedizioni passionali a New York e a Londra. Senza dimenticare, ovviamente, i locali da lui stesso fondati: i Number One e i Caffè Roma aperti a Milano, Roma e in America, tra le «mecche» della vita notturna di quegli anni. Da dove iniziare?
Classe 1940, nato a Genova e di buona famiglia, Piroddi è figlio del medico che inventò la dieta mediterranea. Cresce con le spalle coperte tra la Liguria e il Lago Maggiore. E’ un bel ragazzo, ha charme. E ci sa fare così tanto con l’altro sesso che a vent’anni diventa l’uomo-oggetto delle signore più in vista della società genovese. Poi il grande salto, nel 1963, quando al night Chatham di Torino conquista l’attrice francese Odile Rodin, splendida moglie del diplomatico (nonché mitico playboy) Porfirio Rubirosa.
Sarà lei a lanciarlo nell’empireo del jet set internazionale. «Né romanticismo svenevole né tornaconto economico: con le donne ho sempre seguito la chimica», dice, cercando di spiegare i segreti di un’infinita serie di attrazioni fatali. «Ho usato la mia peculiarità: avvertivo subito se una ragazza mi accendeva e, soprattutto, se lei era attratta da me».
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