Estratto dell'articolo di Emanuela Giampaoli per “la Repubblica”
La prima volta a 18 anni, quando a Bologna voleva iscriversi a una scuola di teatro, fu il direttore a provarci. A venti, al Centro sperimentale di Roma, il produttore. Poi fu la volta del comico di fama. E la lista potrebbe allungarsi. Bolognese, classe 1963, Roberta Lena, attrice, regista, autrice, ha esordito con Bellocchio per poi lavorare con Virzì, Soldini, Tornatore. «È una cosa latente, che può succedere sempre. Lina Sastri al Centro sperimentale si raccomandò: "Quando vi chiedono una scena di nudo controllate sia necessaria e in sceneggiatura"».
Cominciamo dall'inizio.
«Vivevo a Bologna, volevo iscrivermi a un corso di teatro, venni convocata dal direttore della scuola. Entrai, era tutto in penombra, capii dove voleva andare a parare. Rinunciai, poi andai a Roma al Centro sperimentale».
Con il produttore a Roma?
«Mi disse: "Se non la dai al produttore non lavorerai mai nel cinema italiano, non hai alternative". Salutai e ringraziai, ma fu brutto. Per fortuna non è andata così, ma con lui non lavorai mai».
(...)
Ma capitava spesso?
«Sì, nel cinema, ma pure quando facevo la commessa per mantenermi agli studi. Un comico una volta addirittura si propose di aiutarmi con la Sip, c'erano ancora i telefoni fissi, in cambio dei miei favori. Robe da matti».
Come è oggi la situazione?
«Temo sia cambiata poco. Il peggio l'ho visto negli anni di Berlusconi. Sul set di una grande fiction, prima serata, scoprii l'esistenza delle roulotte singole per le amanti dei ministri. E delle roulotte "di gruppo" per quelle dei deputati. Una ragazza mi spiegò che per far carriera non bisognava andare a letto con più di due deputati, andavano scelti bene. Concluse che lei si sarebbe poi data alla politica. Qualche volta il suo nome l'ho visto».
ROBERTA LENA ROBERTA LENA ROBERTA LENA