Da “Posta e risposta – la Repubblica”
Caro Francesco, mi dispiace che continuino a tirarti dentro una diatriba abbastanza inutile. Il Premio Tenco è, innanzitutto, come lo ha definito Vinicius de Moraes, ribadito da Chico Buarque de Hollanda fino al carissimo amico Amilcare Rambaldi, che lo ha fondato 50 anni fa, una rappresentazione visiva e canora de "l'arte dell'incontro". In pratica un luogo dove si praticano scambi creativi, culturali e al tempo stesso goliardici, profondi e al tempo stesso surreali. Quel che ci unisce è l'amicizia, la voglia di stare insieme e lo scambio di emozioni culturali che solletichino soprattutto le orecchie.
Tutto qui. Esistono, è vero, anche i Premi e, generalmente, gli autori di ogni parte del mondo sono orgogliosi di riceverli. Chi vince se ne torna a casa con una semplice targa argentata e, ultimamente, con un disegno satirico che premia e, al tempo stesso, demolisce, l'eccessiva pretenziosità del tutto: un disegno di Altan, un acquarello di Manara, un Bobo in imbarazzo di Staino ecc.
Sergio Staino
Risposta di Francesco Merlo:
Caro Sergio, leggo l'ironia anche in questa lettera, che ho dovuto con dispiacere tagliare.
Mi aspettavo però un sorriso sulle "sante" righe che avete dedicato a Baglioni e che, di nuovo, qui ti sintetizzo: "Di raffinata scrittura musicale, Claudio Baglioni, sin dalla fine degli anni Sessanta ricerca attraverso la canzone quell'attimo di eterno che tramite l'arte sappia descrivere la vita, ha cercato risposte a domande universali, sua è la canzone del secolo (Questo piccolo grande amore)". Sergio mio, manco allo Strega se la tirano così.
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