Estratto dell’articolo di Luigi Bolognini per la Repubblica
Ivan Cattaneo ha un bel carattere, allegro, ottimista, uno che della vita sa sempre trovare il meglio. Ma se volete farlo arrabbiare è facilissimo: ditegli che è un cantante che si dedica anche alla pittura. "Anzitutto ho il diploma di scuola d'arte, la musica è stata solo una passione collaterale. E poi guardi che i miei quadri piacciono, il mio mercante è lo stesso di Marco Lodola e Ugo Nespolo. Ho spesso una mostra da qualche parte per l'Italia, l'ultima ha appena aperto a Prato sotto un diluvio universale: all'inizio della vernice, via le nuvole e un magnifico sole".
Però raccontiamolo un po' questo revival. Come ebbe l'idea?
"La domanda giusta è dove: a Parigi. Andai in una discoteca sotterranea e trovai tutti vestiti da Elvis Presley, che ballavano le sue canzoni. Una folgorazione. Lo proposi, adattato per l'Italia, a Caterina Caselli. Le canzoni non mancavano, comprese alcune sue, e mi divertii parecchio a pescare perle da quello scrigno, per poi riarrangiarle come mi veniva in mente".
Era così imprevedibile fin da bambino?
"Ho sempre avuto un temperamento artistico, omosessualità compresa, il che mi ha creato problemi in famiglia. I miei erano delle brave persone, ma pensi la Bergamasca negli anni Sessanta. Papà era contadino e tassista nel paese, Pianico, accanto all'Iseo. Era stato prigioniero degli inglesi a El Alamein, aveva sempre in bocca le parole "Montgomery" e "Rommel". Mamma sì, era modernissima, non ebbe problemi ad accettare il mio orientamento sessuale, ma fece l'errore di parlarne al medico di famiglia, che mi spedì per un anno alla neurodeliri di Bergamo. Nessun trauma, ai tempi non c'erano neanche le parole per definire certi sentimenti".
E forse neanche per viverli. Quanti amori impossibili ebbe allora?
"Uno solo, un ragazzo di 10 anni più vecchio di me, che non ha saputo nulla fino all'anno scorso, quando sono uscito a cena con lui e la moglie. Ci siamo fatti delle matte risate tutta la sera".
Lei ebbe anche il coraggio del coming out a fine anni Settanta. Danni?
"Ma no, anzi anche della pubblicità. Ai tempi dichiararsi gay era quasi un atto rivoluzionario, eri una pecora nera, ma anche scintillante. Adesso le battaglie degli omosessuali sono per la pensione di reversibilità. E con tutto questo sono per ogni diritto civile, sia chiaro.
A parte l'utero in affitto che svilisce la donna". dei giovani d'oggi, che ostentano la fluidità di genere e non fanno più tante distinzioni tra sessi e orientamenti, che pensa?
"Che danno tutto un po' troppo per scontato e pensano di aver inventato loro la libertà sessuale. Ragazzi, un po' di rispetto per noi settantenni che c'eravamo prima. Il discorso vale anche per i cantanti dell'ultima generazione. Rosa Chemical cosa voleva dimostrare esibendosi così a Sanremo? Non sa quanta gente l'ha fatto sui palchi italiani e mondiali nei decenni passati? E la risposta è no, non lo sa, perché anche il look adesso è tutto studiato, non crea stupore e neanche scandalo. Noi eravamo naif, forse troppo, ma veri, e volevamo fare quel che sosteneva Duchamp, creare una domanda nella testa del pubblico. Sa cosa dice Laurie Anderson?"
No.
"Che gli unici artisti di avanguardia oggi sono i terroristi, perché non sai mai cosa faranno".
E all'arte poté dedicarsi subito: lei fu uno dei primi a essere riformati alla visita di leva per omosessualità. Quantomeno che si sappia.
"Scena buffissima. Mi presentai in caserma con una lettera di una psichiatra che era la sorella di Mario Mieli, il padre dell'attivismo gay. C'era scritto che ero "incompatibile col servizio militare" e che sarebbe stato pericolosissimo. Il dettaglio era che avevo le unghie verdi, i capelli rosso fucsia e una pelliccia. Un colonnello mi guardò e disse: "sarebbe lei pericolosissimo per i commilitoni, non il contrario""
E quindi, sotto con la musica.
"Lì ebbi una gran fortuna: Nanni Ricordi mi ascoltò e mi mise subito sotto contratto. Stava per lanciare l'etichetta Ultima Spiaggia, mi produsse il disco d'esordio Uoaei, roba di avanguardia, inascoltabile. Ma mi valse un incontro con Lucio Battisti. O uno scontro, non so".
Racconti tutto.
"Ricordi fu chiamato da Battisti che doveva chiedergli delle cose, e mi portò con sé. Quando lo vidi, sottobraccio aveva dei dischi e il primo era proprio il mio! Ci disse che era sconvolto dalla batteria. Ci credo, era di un maestro come Walter Calloni. Lucio stava lavorando a un disco dal titolo significativo, La batteria, il contrabbasso, eccetera. A suonare nel quale chiamò proprio Calloni".
E lo scontro?
"Ci fece ascoltare le prime incisioni del disco e ci chiese un parere. Io, giovane e sfrontato, dissi che era troppo disco music e che lui voleva fare il Barry White dei poveri. Lui mi prese, mi mise su uno sgabello al centro della sala di incisione e fece partire la musica. Poi mi disse "Ma tu devi sentire quanto colpiscono basso e batteria, senti?" e ci aggiunse un violentissimo cazzotto in pancia che mi fece rotolare a terra".
Dopo quest'esperienza, fece due anni a Londra. Come furono?
"Fantastici. Beccai in pieno l'esordio del punk e al ritorno inventai il look della prima Anna Oxa, quella di un'emozione da poco. E feci delle conoscenze come Francis Bacon".
Il pittore? E com'era?
"Un maiale, ma non in quel senso lì. Aveva uno studio-stanzone lastricato di colori tempere oli, lercio che non ha idea. Diventammo amici perché sono di Bergamo, da dove - diceva - veniva una sua zia. Poi un giorno calpestai un tubetto di vernice che schizzò fuori, lui disse che avevo sporcato tutto e mi cacciò in malo modo".
Non si è annoiato nella vita. Ma adesso senza musica non si annoia un po'?
"Non è che non ci sia, è che non ho più voglia di girare. Anche se sto preparando un libro, Titanic orchestra, che avrà una parte multimediale con musica, aneddoti, racconti che poi diventerà anche uno spettacolo teatrale. Poi sa, io la musica l'ho sempre fatta come un bambino col piccolo chimico, mescolando, le cose, giocando, inventando. Ora come si fa? Le case discografiche dicono ai collaboratori "non perdete tempo con chi abbia più di 40 anni", capisce che devo fare altro".
Tipo i reality? Ne ha fatti ben tre.
"Vabbè, Music Farm parlava di musica. Dall'Isola dei famosi sono scappato dopo 15 ore. E il Grande Fratello Vip l'ho fatto per soldi, e ne ho avuti tanti. Ma ho rivelato il meno possibile, ho portato l'essere umano e non l'artista. Cecchi Paone provò a fare il giornalista e lo asfaltarono".
Ma trasmissioni così non levano qualcosa a un artista?
"Certo, ma quanti ragazzini di 14-15 anni mi hanno visto e conosciuto? "
Quanta disillusione nella politica, lei che è stato uno storico sostenitore dei Radicali.
"Ma a Pannella rimprovero una cosa: sosteneva i diritti dei gay senza il coraggio di dichiararsi tale. Una cosa che spesso fanno gli omosessuali, penso anche a Testori e a Pasolini, del quale ho un brutto ricordo".
Ovvero?
"Avevo un fidanzato bellissimo, Francesco, monzese. Lui me lo rubò facendogli fare la comparsa nel film Salò. Uno dei tanti episodi che mi conferma quel che ho imparato dell'amore dopo 70 anni".
Cosa?
"Che è una trappola. Gli etero hanno l'abbaglio di continuare la specie, io ho perso tempo con gente assurda che mi ha distolto dal lavoro, sennò sarei stato Sinatra, o quasi. Avrei dovuto fare come Battiato , che si è chiuso in se stesso e nella propria arte".
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