Estratto dell'articolo di Carlo Cambi per “La Verità”
Irrompe sulla scena politica il caso Rai. L’ad Carlo Fuortes se n’è andato, al vertice di viale Mazzini s’insedia Roberto Sergio con Giampaolo Rossi mentre il partito Rai comincia le grandi manovre o per mettersi al vento o per ripararsi dalla corrente. Per capire come stanno le cose ma anche per sapere come il dissenso si fa spazio in un dibattito pubblico focalizzato solo su i pro e i contro di Giorgia Meloni bisogna bussare da Carlo Freccero. È stato l’uomo che ha cambiato la televisione, è uno dei massimi esperti di comunicazione e linguaggi televisivi, da tempo è un punto di riferimento del dissenso: sull’Ucraina, sui vaccini, sul conformismo culturale.
La televisione è tornata a occupare la cronaca politica: ci si può chiedere se l’informazione sia davvero libera in Italia?
«In questi giorni si torna a parlare del rapporto tra Rai e politica poiché è in corso la sostituzione della classe dirigente e delle star installate da Draghi con quelle targate Meloni. Una classica operazione di spoils system che fa scandalo, ma che non presenta nessuna differenza rispetto alle precedenti ingerenze governative. È insomma una consuetudine per cui, ogni volta, gli epurati si atteggiano a vittime e i vincitori ignorano le critiche. Il problema non sta nell’occupazione della Rai di oggi, ma, piuttosto, nell’idea di spoils system.
Io ho vissuto abbastanza per ricordare il sistema di lottizzazione delle reti Rai per cui Rai uno era destinata alla maggioranza democristiana, Rai due ai socialisti e partiti di centro, Rai tre all’opposizione comunista. Era un sistema allora molto criticato perché, si diceva, la Rai dovrebbe essere indipendente dalla politica. Però, preso atto del peccato originale per cui la politica sembra non poter fare a meno della Rai, almeno le minoranze avevano comunque accesso ai media.
Lo spoils system è peggio. Esordisce con l’editto bulgaro. Diventa assoluto con la riforma Renzi che livella ed annulla le differenze in nome del pensiero unico. Dovremmo criticare non tanto Giorgia Meloni, quanto Matteo Renzi che ha creato un regolamento che esclude le minoranze. E il vero significato delle repubbliche moderne dovrebbe essere quello di dar voce alle minoranze. Oggi chi non appartiene al sistema ed è opposizione non ha voce. Vorrei in ultimo ricordare che l’astensionismo rappresenta il primo partito italiano».
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Torniamo alla Rai. Lei ha lavorato con Fabio Fazio: un vostro successo fu Anima mia. Come legge il divorzio?
MATTEO RENZI A CINQUE MINUTI CON IL RIFORMISTA
«Rientra completamente in quel sistema di spoils system che ho illustrato all’inizio. Fabio Fazio ha affrontato la sua estromissione (Fuortes non gli ha rinnovato il contratto) con grande lucidità e dignità, evitando di atteggiarsi a vittima, consapevole che questo è il sistema è che l’unica alternativa poteva essere il suo allineamento all’attuale maggioranza. “Non sono un uomo per tutte le stagioni” , ha dichiarato e “continuerò il mio discorso altrove”, restando coerente. La Rai, allineandosi alla politica secondo la riforma Renzi, è costretta a distruggere le sue stesse regole di funzionamento. L’audience viene sacrificata a logiche estranee al mezzo. Non a caso assistiamo a crisi di consumo di reti televisive e giornali. E in mancanza di alternative il pubblico abbandona del tutto l’informazione».
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Proviamo una fiction: che futuro ci aspetta?
«Affermazione di un mondo multipolare; il sopravvento della moneta nazionale aurea o ancorata a valori reali dei Brics sul globalismo che vuole la moneta digitale fiat; affermazione anche nei tribunali della nocività dei vaccini. Ma la guerra deve finire altrimenti non ci sarà più futuro!».
carlo freccero foto di bacco (2)