LETTERA DEL CDR DELLA GAZZETTA
Cari lettori,
come avrete probabilmente notato nei giorni scorsi la vostra Gazzetta vive un momento di acceso confronto interno, solo in parte dovuto all'emergenza coronavirus. La redazione aveva emesso un comunicato in cui offriva disponibilità a un piano di sacrifici economici chiedendo solo che fosse commisurato alla situazione generale dell'azienda (che ha distribuito 31 milioni di dividendi nel 2019 e aveva ipotizzato di distribuirne 15 nel 2020, salvo poi cambiare idea anche dopo aver registrato il nostro stupore) e auspicando un programma di sviluppo ormai indifferibile. La risposta dell'editore è stata decisamente scomposta.
Evitando di alimentare polemiche sterili e stridenti con il tragico momento attuale del nostro Paese e del mondo intero, rigettiamo però in modo deciso ogni accusa più o meno velata nei confronti della redazione.
La Gazzetta è un giornale sportivo e in quanto tale ha peculiarità evidenti anche ai bambini che per fortuna continuano a leggerci e magari imparano a farlo sulle nostre pagine: è assolutamente fuorviante accusarci di voler lavorare la domenica per guadagnare di più e non per la necessità di raccontare gli avvenimenti sportivi o di proporre altri servizi che soddisfino le esigenze dei lettori. Nascondersi dietro al contratto per attaccare altre voci della retribuzione non è solo irrispettoso della dialettica sindacale ma soprattutto della professionalità di una redazione che da sempre ha deciso di andare oltre lo stesso contratto, che se fosse seguito alla lettera da noi complicherebbe pesantemente la regolare uscita in edicola del giornale e il costante aggiornamento del sito.
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La redazione ha sempre sottolineato che in un periodo di gravissima crisi sono ammissibili tagli di natura economica (e infatti ne abbiamo accettati alcuni particolarmente onerosi) a patto che non incidano sulla qualità del prodotto. Di cifre ha parlato l'editore chiedendo alla redazione un milione e centomila euro in poche settimane. Noi avevamo sollevato argomenti di ripartenza progressiva e avevamo chiesto progetti di sviluppo, parametrando i sacrifici economici alla situazione dell'azienda, assolutamente florida al di là della grave contingenza. L'editore invece ci ha manifestato l'intenzione di accedere alla Cassa Covid, uno strumento di legge nato per le situazioni di estrema emergenza, per le aziende che non possono più pagare gli stipendi ai loro dipendenti.
Chiarito tutto questo, la trattativa per quanto ci riguarda torna a svolgersi nelle opportune sedi.
Ci preme, però, far sapere a voi lettori che la redazione aveva chiesto degli sforzi legati alla situazione contingente come aumentare i contenuti sul sito, diffondere gratuitamente la versione digitale del giornale, aprire l'area Premium del sito più tante altre iniziative che sono state tutte respinte dall'azienda.
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Ci preme raccontarvi la nostra preoccupazione per il futuro della Gazzetta. Un futuro che noi vorremmo in linea con la storia gloriosa di questo giornale, ma che temiamo possa essere negativamente condizionato da progetti che restano fumosi. Non abbiamo ricevuto risposta alla richiesta di un piano aziendale per l'attuale periodo di crisi e per la ripartenza.
Siamo preoccupati in prospettiva di vedere indebolita la nostra indipendenza, baluardo fondamentale per offrire un'informazione credibile nel solco della tradizione della Gazzetta.
Questi sono i grandi temi - che coinvolgono anche la direzione, responsabile dei contenuti di giornale e sito - su cui da tempo ci interroghiamo e sollecitiamo invano l'azienda. Le risposte finora si sono limitate a proposte di tagli, dopo trattativa sindacale o in via unilaterale. Ribadendo lo stato di agitazione e non escludendo alcuna forma di protesta, ci auguriamo che il dialogo con l'azienda possa riprendere su basi diverse e in un clima di reciproca fiducia e ritrovata serenità.
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Il comitato di redazione della Gazzetta dello Sport