Si è spenta nella giornata del 7 di marzo a Caronno Varesino Suor Germana, al secolo Martina Consolaro: da consacrata al Signore ha scritto molti libri di cucina di grande successo.
Suor Germana, nata a Crespadoro, nel padovano, il 3 luglio 1938 Entrò diciannovenne tra le suore del Famulato Cristiano, fondate con il fine di tutelare le giovani lavoratrici. Venne destinata dalla congregazione all’insegnamento e assegnata a una scuola per fidanzati, dove insegnò cucina.
Il suo primo libro di ricette lo scrisse nel 1983: era il celeberrimo Quando cucinano gli angeli, cui fece seguito – a partire dal 1987 – la pubblicazione annuale dell’Agenda di suor Germana.
In tutto ha scritto una ventina di libri, ha collaborato con Radio Maria e con le riviste Famiglia Cristiana e Visto, e ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive quali Mi manda Lubrano, Forum, I fatti vostri, Festival di Sanremo 1999, Uno Mattina, Domenica In e Cominciamo bene.
Suor Germana si è spenta nella nostra provincia, a Caronno Varesino, dove risiedeva, il 7 marzo 2020. I funerali si svolgerano, come imponenl’ordinanza antivirus, in forma strettamente privata.
SUOR GERMANA
Paolo Rappellino per famigliacristiana.it
Per lungo tempo è stata la religiosa più famosa d’ Italia: i best seller di ricette firmati da suor Germana andavano a ruba e il suo volto luminoso e la voce gentile erano una presenza costante in tv. Ma del suo sorriso, poi, è rimasta traccia solo sulle copertine dei libri che ancora oggi continua a pubblicare, con quel ritratto sempre uguale e apparentemente senza età. Che fine ha fatto suor Germana? È lei stessa a spiegarcelo, accettando di raccontare la brutta depressione che ha affrontato a partire dal 2002, la difficile risalita e il sorriso oggi ritrovato.
La incontriamo in una residenza per anziani in provincia di Varese, dove vive da qualche tempo. Gli occhi chiari e l’ espressione dolce incorniciata dal velo candido sono gli stessi che tutti ricordiamo, anche se sul viso si leggono i segni dell’ età e le prove della vita. Lei va subito al punto: «La depressione è una malattia brutta e si sta veramente male. Non mi vergogno a dirlo: sono arrivata a pensare di farla finita.
Si soffre anche perché molti non capiscono che è una vera malattia. Non serve a niente dire: “Dai, tirati su, non ci pensare”. Per uscirne ci vogliono dottori e medicine. Ma a conti fatti ringrazio il Signore: ho capito meglio cosa provano quelli che soffrono».
UN TRAGUARDO IMPORTANTE
Lo scorso luglio suor Germana ha compiuto ottant’ anni, naturalmente festeggiati con un bel pranzo a base delle sue ricette e attorniata dagli amici che le sono rimasti vicini.
Un traguardo importante, di quelli che aiutano a guardarsi indietro e a ripensare le tappe di una vita. «Il Signore mi ha voluto bene: mi ha preso per mano e mi ha accompagnato su strade che mai avrei immaginato di percorrere». Sì, perché certo la piccola Martina Consolaro – questo il suo nome “al secolo”, quando imparava ad abbrustolire la polenta sulla stufa della sua casa a Durlo di Crespadoro, nel Vicentino, famiglia di gente povera con un padre lavoratore stagionale e una madre sempre sola a crescere i numerosi figli – mai si sarebbe immaginata in televisione a cucinare.
Eppure la storia della suora delle ricette inizia proprio lì, quando da bambina viene colta da un attacco del «piccolo male» (una forma di epilessia) mentre è in chiesa. «Mi hanno fatto baciare la reliquia di san Valentino e da allora non mi è più successo. Lui mi ha fatto la grazia perché sapeva che gli sarei stata utile», sorride suor Germana. Infatti a 12 anni Martina confida ai genitori di volersi fare «monega». «Sei troppo piccola», le dice il padre, ma lei, caparbia, fa lo sciopero della fame fino a che il parroco non trova a Torino un istituto religioso disposto ad accettarla.
L’ impatto con la mentalità del convento è durissimo: «Dopo un po’ un’ apostolina (giovane aspirante alla vita religiosa, ndr) come me mi chiese, con malizia, se sapevo come nascono i bambini. Io non lo sapevo ma, usando l’ intelligenza, risposi: “Penso come gli animali”. Non lo avessi mai detto: “Una che parla così non può fare la suora”, e mi rimandarono a casa». Martina però non si arrende: torna a Torino come ragazza di servizio in una famiglia e poi, a 16 anni, entra postulante nelle suore del Famulato cristiano, un istituto dedito alla cura pastorale delle colf, le «serve», come si diceva allora.
SOSTENERE LE FAMIGLIE
È li che “nasce” la suor Germana che tutti conosciamo. Nel 1958 le suore del Famulato organizzano un corso di economia domestica per fidanzate e a lei viene chiesto di tenere le lezioni di cucina. «Mi misi a piangere, non sapevo nemmeno da che parte cominciare», ricorda. «Poi mi resi conto che potevo mettere a frutto la mia esperienza: le ragazze di città non sapevano nemmeno rompere un uovo mentre io, figlia di contadini, avevo imparato a preparare da mangiare con quello che c’ era a disposizione». È il motto che accompagnerà il successo di suor Germana: «Dove non arriva il portafoglio arriva il cervello», altro che i cuochi stellati di adesso.
Ben presto suor Germana è coinvolta in un progetto ambizioso: con i domenicani Angelico Ferrua e Giordano Muraro fonda a Torino il Punto Familia, un’ iniziativa pionieristica di sostegno al matrimonio cristiano, con corsi per fidanzati ma anche l’ assistenza di professionisti quali psicologi, medici e mediatori familiari.
Suor Germana si occupa dell’ accoglienza e tiene i suoi famosi corsi di cucina: «Il cuore è vicino allo stomaco», ripete alle ragazze, «e se saprete far felice il marito con la cucina ci sarà armonia in famiglia. Del resto, anche Gesù le cose più belle le ha fatte a tavola».
Ma in realtà in quegli anni la religiosa va ben oltre la gastronomia. Sono tempi di grandi cambiamenti sociali: tramonta l’ immagine della donna casalinga, il divorzio e l’ aborto diventano legali, si dibatte di contraccezione: «Eravamo convinti che se si salva la famiglia si salva la società… e penso avessimo ragione», spiega suor Germana. Alcune questioni sono delicatissime e lei si muove con realismo e umanità: «Una volta viene una donna e mi racconta che il marito la picchiava e continuava a metterla incinta.
Da poco papa Paolo VI aveva pubblicato l’ Humanae vitae (l’ enciclica dedicata all’ amore coniugale, che esclude la contraccezione, ndr) e lei non voleva disobbedire. Ma io le ho detto: “Non preoccuparti, con un marito ubriaco devi prendere la pillola! Con il Papa ci parlo io”». In quegli anni organizza anche i primi incontri per separati intitolati “E se tornassimo insieme?”
Nel 1980 partecipa come rappresentante delle religiose al Sinodo dei vescovi sulla famiglia. Dove, interviene dicendo: «La Chiesa è madre e una madre sa preparare un cibo buono. Ma il vostro è un pane duro». Ricorda: «Il vescovo di Ivrea monsignor Bettazzi mi disse: “Germana, meno male che ci hai fatto scendere dalle nuvole”. Ora», aggiunge, «vedo che è diverso, al Sinodo c’ è davvero confronto»
I SEGRETI DELLA CUCINA
Il debutto nell’ editoria avviene quasi per caso. «Al Punto Familia era venuto l’ editore Piemme per chiedere un articolo a padre Muraro», racconta la religiosa. «Lui era assente e io mi faccio avanti: nasce così il libro Quando cucinano gli angeli. 32 ristampe, due milioni di copie vendute. 3.000 ricette, tutte provate e scritte per come si fa: basta saper eseguire alla lettera e la riuscita è sicura».
Il segreto del successo sono buonsenso, praticità, qualche trucchetto ingegnoso per presentare bene i piatti. Seguono altri volumi in dispense In cucina con suor Germana che vanno a ruba nelle edicole, una fortunata rubrica su Famiglia Cristiana e gli inviti in televisione. «Fu il critico Edoardo Raspelli a portarmi alla Rai: Che fai, mangi? con Enza Sampò, I fatti vostri con Magalli e Giletti e persino il Festival di Sanremo con Fabio Fazio nel 1999. Oggi mi piacerebbe tornare a dare nuove ricette».
Il successo e il denaro, si sa, sono una difficile tentazione per chi vuole seguire il Vangelo. «Sì», ammette suor Germana, «ho guadagnato molto più di quanto potessi mai immaginare. Con i soldi, io che ero nata povera, ho potuto sostenere il Punto Familia e aiutare tanti poveri. E purtroppo c’ è stato anche chi si è approfittato di me. Ma pazienza: la vera ricompensa la dà solo Dio». Gli anni del successo coincidono anche con la prima grande crisi che suor Germana deve affrontare: a seguito di incomprensioni con le sue superiore, nel 1990 lascia l’ abito religioso del Famulato.
«Ero un cane sciolto, mi ha accolto monsignor Giovanni Saldarini, allora arcivescovo di Torino, che mi ha proposto di entrare nell’ Ordo virginum, in cui mi sono consacrata nel 1994». La seconda dura prova avviene nel 2002 quando si rompono i rapporti con i Domenicani del Punto Familia: «Mi sono trovata fuori da un giorno all’ altro. Ho molto sofferto. Ma il Signore non ti da mai una croce più grande di quella che puoi sopportare… A volte ne abusa, ma perché ci stai tu. Del resto, pensiamo a come e finito lui!».
Oggi suor Germana conduce vita ritirata tra gli anziani della casa di riposo: «Mi alzo già alle 2 o alle 3 di notte e scrivo i testi per l’ Agenda che esce ogni anno con l’ editore De Agostini». Di recente ha pubblicato anche un'autobiografia intitolata La vita e le ricette di suor Germana (Editoriale Programma). E non ha perso il senso dell’ umorismo: «Ogni tanto mi chiedono: “Tu che hai lavorato tanto tra le famiglie non ne avresti voluta una tua?”. “No, mai”, rispondo. “A me un uomo solo non sarebbe bastato”».
LE RICETTE
Non potevamo non chiedere a suor Germana di consigliarci un paio delle sue ricette più semplici ma di sicuro effetto. Ecco cosa ha scelto per noi...
MAIALETTO IN GENIPRAIO
Prendi un cucchiaio di bacche di ginepro e un cucchiaio di sale grosso marino. Mettili in un canovaccio e riducili in polvere con il batticarne. Prendi il carré di maiale e rotolalo nel pestato ottenuto, quindi mettilo in forno preriscaldato a 190 gradi per 45 minuti.
FASCINE DI FRA SERAFINO
Procura dei pomodori San Marzano medi, fagiolini corti, olio e limone. Taglia a fette i San Marzano e togli i semi (ma non buttarli: puoi usarli per condire a freddo la pasta). Cuoci i fagiolini mettendoli in acqua bollente salata. Scolali e infilali a mazzetti nel buco dei San Marzano. Condisci con olio e limone.