Piero Negri per La Stampa
Chissà con quale sentimento di rivincita Carlo Freccero attendeva l’appuntamento con i giornalisti in programma ieri alle 12 nella sala A di viale Mazzini 14, storico indirizzo Rai. L’articolo de La Stampa che anticipava le sue mosse (titolo: «Rai 2 all’attacco di Rai 1, Freccero l’autarchico sfida la rete ammiraglia») deve essergli andato di traverso. Tutto comprensibile, forse anche legittimo. Tutto, tranne l’insulto: «Io controprogrammo Rai 1? Chi lo dice è un imbecille», ha affermato.
Poiché gli unici ad averlo scritto siamo noi, qui a La Stampa, un commento ci sembra necessario. Non sulla forma - l’epiteto fa parte dello stile Freccero, e non è stata l’unica forzatura lessicale della giornata - ma sulla sostanza. Perché Freccero è un uomo di tv prima e più che un uomo di partito: in questa sua ennesima rinascita sembra davvero più interessato a fare tv generalista come piace a lui più che a servire chi l’ha scelto. Ma è anche un uomo di mondo, capace di rivendicare come un colpo di genio l’aver puntato sui Puffi ai tempi di Italia Uno: la sua specialità è dare identità alle reti, costruire i palinsesti con pochi sapienti tocchi.
Freccero sa benissimo che lo scontro con Rai 1 è nei fatti. È nella scelta di strappare la serie The Good Doctor alla rete ammiraglia, il colpo che ha caratterizzato il suo arrivo al nuovo canale. «The Good Doctor fu messa la prima stagione in modo improprio su Rai 1, ma è una serie nata per Rai 2», ha detto ieri, e sa molto bene che è un’affermazione senza senso.
La serie sul dottore affetto da autismo e sindrome del savant è il remake americano di un telefilm coreano e negli Usa va in onda su Abc, come possa essere nata per Rai 2 rimane un mistero. Fu acquistata dalla Rai, programmata da Rai 2 in tarda notte e salvata da Rai 1, che ottenne ottimi ascolti, e l’ex direttore Teodoli ancora ne va orgoglioso. Sempre ieri, il neo-direttore ha rivendicato la scelta autarchica della sua rete: «Sovranista? È una parola che non mi spaventa. Ma in realtà io, semplicemente, faccio tv, una tv che ha chiaramente un’identità nazionale».
E allora ecco che il programma di approfondimento Night Tabloid diventa Povera Patria, ecco che annuncia la volontà, concordata con il direttore del Tg2, di far nascere programmi di informazione e approfondimento, allunga il Tg2 serale, richiama Simona Ventura, vuole la comicità alle 19 e vorrebbe cancellare Ncis («Troppo identitaria di un’America che non mi piace»). Ecco che presenta alla stampa Eva Crosetta, nuovo volto della rubrica religiosa Sulla via di Damasco. Chi nega che Freccero faccia la guerra a Rai 1 non sarà imbecille (come direbbe lui) ma forse non ha capito cosa sta succedendo in viale Mazzini.