METODO RAI: SBAGLIARE I PALINSESTI, PRODURRE PROGRAMMI FLOP PER POI CHIUDERLI CON GRANDE SPRECO DI DENARO - -

Le testine di Viale Mazzini giocano con milioni di euro per produrre trasmissioni flop (come quelle di Parenzo, Porro, Marcoré e Lia Celi) che prima vengono vendute ai pubblicitari con stime ben maggiori (altrimenti nessuno li avrebbe “comprati”) e poi chiuse - A-morale: altri soldi buttati

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Carlo Tecce per il "Fatto quotidiano"

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Ok, oggi sperimento. In viale Mazzini, laboratorio con mezzi antiquati, giocano al piccolo chimico. Quando i piani alti, un'entità metafisica che riunisce il potere e il comando, fecero notare che piazzare Celi, mio marito! fra i telegiornali che succhiano il 60% di share era un suicidio premeditato, il direttore Andrea Vianello (Rai3) si giustificò dicendo che non c'erano spazi a disposizione.

LIA CELI LIA CELI

E così si potrebbe sancire la prima (non) regola per la televisione: è il programma che si adatta a uno spazio vuoto, non il contrario. La striscetta satirica di Lia Celi, che poteva crescere, cambiare e migliorare, è finita in quel cimitero di errori e orrori che viale Mazzini a volte dimentica, a volte sfrutta per riesumare un pezzo sbagliato e ripetere la topica.
I 3 punti percentuali di Celi, mio marito! - seppur miseri - vanno condivisi fra chi acconsente la messa in onda e che la ordina, un po' meno per chi viene catapultato verso il massacro.

Non ci voleva una sfera di cristallo o una megera attempata per sconsigliare l'esordio estivo di David Parenzo : il venerdì non è un giorno fortunato per Rai3 e nessuno, tranne i febbricitanti (ma sono pochi vista la stagione) e i sedentari (il bel tempo spinge verso fughe balneari), desidera ascoltare nuove informazioni e nuovi argomenti a settimana finita. La Guerra dei Mondi, quattro puntate inaugurali fra giugno e luglio e una promessa in palinsesto per l'autunno, si è congedata con il 3,5% di share, un'altezza collinare rispetto ai 7,9 di media. La conseguenza, spiacevole per chi si è gettato inconsapevolmente nel braciere, sarà che l'azienda chiederà a Vianello di serrare la baracca, ringraziare Parenzo e provare ancora e ancora.

Neri MarcoreNeri Marcore

Per tornare indietro col calendario e recuperare un'impresa straordinaria, sempre su Rai3, occorre andare a spulciare fra i referti medici di marzo e maggio.
Anche Neri Marcorè è stato vittima di una superficialità disarmante, spiaccicato al 4 per cento perché immolato il lunedì sera contro le serie televisive di sacerdoti e suore di Rai1, le commedie di passione di Canale 5 e Piazzapulita di La7. Pure Fabio Fazio aveva cercato di far bottino il lunedì, poi ha capito che la partita cominciava con due reti di scarto e, saggiamente, si è ritirato ai tradizionali sabato e domenica.

NICOLA PORRONICOLA PORRO

La calura estiva ha portato anche al debutto di Nicola Porro su Rai2, per l'immaginario collettivo - dove le storture abbondano - doveva sostituire Michele Santoro e Annozero. Il Virus di Porro prometteva bene. Troppe cose: non più quelle facce che vedi mentre addenti un cornetto a colazione e rivedi mentre stai per andare a dormire; non più quelle contrapposizioni schematiche fra destra e sinistra; non più quei collegamenti esterni che funzionavano negli anni Ottanta-Novanta e che ora sanno di Raf in concerto ai giardinetti.

Un lungo servizio animato, mercoledì scorso, ha introdotto Tarak Ben Ammar, il furbissimo finanziarie franco-tunisino spesso domiciliato ad Arcore. Sembrava l'epopea di un Henry Ford del tubo catodico, un paladino di diritti necessari e affari specchiati, sarà pure, ma quando Porro ha iniziato a fare le domande, qualsiasi risposta poteva sembrare giusta, corretta, eccellente.

Andrea VianelloAndrea Vianello

Virus si è inclinato a 5,25% di share, ma il vicedirettore del Giornale avrà la rivincita in autunno. Tentare può nuocere. Perché i piccoli chimici di viale Mazzini giocano con i milioni di euro, questi prodotti sono stati venduti ai pubblicitari con stime ben maggiori: per una semplice ragione, altrimenti nessuno li avrebbe "comprati". Il danno estivo si può riparare, quel che non si ripara, e consiste in uno spreco, sono le scenografie e il lavoro che vanno al macero. E anche quei professionisti coinvolti che, responsabili o immuni, sciupano un'occasione. Mancano ancora due mesi, di pazienza e attesa, all'apertura del bar sport di Antonio Polito che non dovrà far rimpiangere il processo di Biscardi. Polito, forse, opterà per la grazia.

Antonio PolitoAntonio Polito

 

 

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